28 agosto 2025
Aggiornato 09:30
Scontri Genova

Prandelli: temevo una tragedia

Così il ct della nazionale dopo la notte di violenza: «Giocatori serbi sono sotto scacco, serve prevenzione»

GENOVA - «Quando ho visto gli ultras che provavano a sfondare la vetrata e tanta gente con bambini che scappava, ho avuto davvero paura. In situazioni del genere, basta poco per trasformare tutto in tragedia». Così il ct dell'Italia Cesare Prandelli il giorno dopo la notte di violenza a Genova da parte dei tifosi della Serbia. La gara è stata fermata dopo 6' e il risultato è di 16 feriti. «E' chiaro che quella di ieri è gente che non ha nulla da perdere e perciò è disposta a tutto. Veri delinquenti, immagino con problemi sociali e politici», ha detto nella conferenza stampa di questa mattina al Ferraris e ripresa da Sky Sport.

I giocatori italiani volevano giocare i serbi erano impauriti. «L'adrenalina non la mandi via in un secondo, noi volevamo giocare, i giocatori erano carichi. In fondo lavoriamo per questo. I giocatori della Serbia erano impreparati e impauriti, abbiamo chiesto loro di andare sotto la curva a calmare la gente. Applausi e segni nazionalisti? I giocatori serbi sono sotto scacco, hanno casa e famiglie e devono tornare, sono ragazzi impauriti. Ma il calcio non deve avere paura di fronte agli ultrà, la via è la prevenzione».
Al capo ultras, Ivan Bogdanov, arrestato nella notte, «chiederei se ha una famiglia e dei fratelli più piccoli, e se si sente responsabile per il loro futuro». A uno dei tanti bambini che ha assisto a certe scene direi che «dipenderà molto da come cresceranno loro. Sono immagini che rimarranno a lungo, ma poi il calcio continuerà e sarà un divertimento».