24 aprile 2024
Aggiornato 05:30
Vitamina D e cancro

La vitamina D ci protegge dal cancro al colon

Ancora conferme sul ruolo protettivo nella vitamina di nei confronti del cancro al colon e altre forme tumorali

Vitamina D e riduzione del cancro al colon
Vitamina D e riduzione del cancro al colon Foto: Victor Josan | Shutterstock Shutterstock

Più vitamina D, meno cancro al colon. È questa la sorprendente relazione che hanno trovato alcuni scienziati italiani. Il prezioso composto pro-ormonale, infatti, svolgerebbe ottimi contributi per il mantenimento della nostra salute. Già ricerche precedenti avevano messo in evidenza come tale sostanza fosse implicata nella prevenzione di molte forme cancerose (e non solo). Ecco il modo migliore per ottenere il massimo dei benefici e aumentare i livelli sierologici.

Un vero e proprio scudo
Sappiamo che per prevenire il cancro – specie quello al colon – dobbiamo porre molta attenzione all’alimentazione, prediligendo i cibi ricchi di fibre e poco raffinati. Gli esperti consigliano anche di svolgere attività fisica e di contenere il peso corporeo. Ma non è finita qui, perché c’è anche un altro ingrediente essenziale alla prevenzione del tumore al colon: la vitamina D, considerata dai ricercatori un vero e proprio scudo contro il cancro. Ad asserirlo è un recente studio, frutto della collaborazione tra diversi team di scienziati provenienti da alcune università europee, asiatiche e americane.

Sapevi che…?
Per correttezza, dovremmo parlare di vitamine del gruppo D. Il termine, infatti, indica dei composti pro-ormonali che contengono diverse forme di calciferolo: vitamina D1, D2, D3, D4, D5. Le vitamine del gruppo D fanno parte del gruppo delle liposolubili a cui appartengono anche la A, la E, la K.

Il rischio
«Il rischio di sviluppare un tumore del colon-retto nel corso della vita è di una donna su 24 e di un uomo su 22; è la seconda causa di decessi attribuibili a tumore negli uomini e nelle donne», spiega Sabina Sieri, epidemiologa presso la Fondazione Irccs-Istituto Nazionale dei Tumori e co-autrice dell'articolo. Per comprendere meglio l’eventuale ruolo di protezione della vitamina D, gli scienziati hanno preso in esame 5700 pazienti affetti da cancro del colon-retto e li hanno messi a confronto con oltre settemila persone sane, per tutta la durata dello studio (cinque anni). Dai loro risultati è emerso che più alti erano i livelli di vitamina D nel sangue minore era il rischio di contrarre il tumore del colon. Le probabilità diminuivano di circa il 27% se la quantità circolante era sufficientemente elevata, ovvero maggiore di quella ritenuta corretta. Tali dati fanno pensare che i livelli «raccomandati per la salute delle ossa potrebbero essere inferiori a quelle che sarebbero ottimali per la prevenzione del tumore del colon-retto», conclude Sieri. I risultati sono stati pubblicati sul Journal of the National Cancer Institute.

Vitamina D e cancro
Un recente studio revisionale ha voluto valutare il prezioso ruolo protettivo della vitamina D nei confronti della prevenzione di diversi tipi di cancro ed è giunto alla conclusione che «sebbene il deficit di vitamina D sia noto principalmente per la sua associazione con le fratture e le malattie delle ossa, la sua associazione recentemente riconosciuta con il rischio di diversi tipi di cancro sta ricevendo notevole attenzione. L'alta prevalenza di carenza di vitamina D, combinata con la scoperta di un aumento dei rischi di alcuni tipi di cancro in coloro che sono carenti, suggerisce che la carenza di vitamina D può rappresentare diverse migliaia di morti premature da colon, del cancro al seno, del cancro ovarico, e del cancro alla prostata. Questa scoperta crea un nuovo impulso per garantire un'adeguata assunzione di vitamina D al fine di ridurre il rischio di cancro», spiegano gli scienziati.

Sapevi che…?
La vitamina D3 o colecalciferolo a livello strutturale è uno steroide con particolare somiglianze al testosterone, il cortisolo e il colesterolo.

L’importanza del sole
Come ben sappiamo uno dei metodi migliori per aumentare i livelli di vitamina D non è certo rappresentato dagli integratori – e neppure dall’alimentazione – ma dall’esposizione solare. Tuttavia, è bene sottolineare che anche la razza a cui apparteniamo può fare la differenza. Se la carnagione è scura o si appartiene a etnie africane la quantità assimilata di vitamina D è inferiore a parità di esposizione solare. Ma anche il luogo in cui si vive può fare la differenza. «I residenti del nord degli Stati Uniti ricevono radiazioni UV ultraviolette (UVB) notevolmente inferiori rispetto a quelle del Sud, a causa della maggiore lunghezza e severità degli inverni settentrionali. I raggi UVB sono necessari per aumentare i livelli di vitamina D, che non può essere fotosintetizzata dalla pelle nel nord-est da novembre a marzo. Sebbene alcuni filtri solari, quali ossidi di zinco o titanio, possono ridurre il rischio di alcuni tumori della pelle, l’uso quotidiano di creme solari che offrono un elevato livello di protezione contro il sole, che attualmente vengono utilizzate periodicamente di circa la metà della popolazione degli Stati Uniti, blocca completamente la fotosintesi della vitamina D e riduce i metaboliti circolanti della vitamina D. Ciò provoca una deficienza di 25 (OH) D [forma sierologica della vitamina, nda] a meno che non vi sia un'adeguata assunzione orale», continuano gli scienziati [1].

Le dosi di vitamina D
Come sempre, quando si parla di vitamine, le dosi potrebbero variare da persona a persona. Tuttavia, un recente studio pubblicato su Anticancer Research ritiene che la dose non debba essere inferiore a 4.000-8.000 UI di vitamina D, se si vuole ridurre il rischio di contrarre il cancro, sclerosi multipla e il diabete di tipo 1. Per quanto riguarda l’esposizione solare, su BreastCancer.org, viene indicata una dose minima di 15 minuti al giorno. In alternativa, si possono assumere da uno a tre cucchiaini di olio di fegato di merluzzo.

L’assunzione di vitamina D e gli effetti collaterali
Seppur non è il metodo ottimale, per ridurre il rischio di cancro ci si può anche appoggiare all’utilizzo degli integratori i quali, secondo recenti studi, non presenterebbero particolari effetti avversi anche a dosi molto elevate. «I potenziali effetti tossici del sovradosaggio di vitamina D, come la demineralizzazione ossea, l'ipercalcemia, l'ipercalciuria o la nefrocalcinosi con insufficienza renale, si riscontrano raramente, generalmente solo quando la dose giornaliera supera i 10.000 UI di vitamina D su base cronica. Le preoccupazioni relative alla tossicità della vitamina D in passato sono state causate da massicce sovradosaggi nell'intervallo da 50.000 a 150.000 UI al giorno a lungo termine. Secondo la National Academy of Sciences, non sono noti rischi per la salute associati a dosaggi di vitamina D nel range di assunzione normalmente riscontrato (fino a 2000 IU / die)».

Rischio cardiovascolare per gli integratori?
D’altro canto anche l’assunzione della vitamina non sembra mettere a rischio la salute cardiovascolare come sostenuto da molti perché, alla stregua dell’esposizione solare, anche l’integratore offre più benefici che effetti avversi. «Assunzioni orali relativamente elevate di vitamina D o livelli sierici di 25 (OH) D non costituiscono un problema dal punto di vista cardiovascolare, poiché la maggior parte degli studi suggerisce che livelli più elevati di 25 (OH) D sono associati a un rischio cardiovascolare ridotto. Ad esempio, il siero più elevato 25 (OH) D, 212 1,25 (OH) 2 D, 213 , 214 e vitamina D 215 per via orale erano associati a una pressione del sangue moderatamente ma significativamente più bassa. C'era anche un'associazione benefica tra il siero 25 (OH) D e il rischio di infarto miocardico, mortalità ischemica della malattia cardiaca, e insufficienza cardiaca congestizia, sebbene siano stati mescolati altri risultati cardiovascolari. La supplementazione di vitamina D è stata anche associata a una ridotta incidenza di diabete di tipo I e con miglioramento del diabete di tipo II. In Finlandia, l'integrazione di vitamina D nei bambini era associata alla riduzione di quattro quinti dell'incidenza del diabete di tipo I. Livelli UVB regionali più elevati sono stati anche associati a tassi di mortalità più bassi per l'età da carcinomi dell'endometrio e del rene, linfoma di Hodgkin, linfoma non Hodgkin», concludono gli scienziati.

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Fonti scientifiche

[1] Am J Public Health. 2006 February; 96(2): 252–261. doi:  10.2105/AJPH.2004.045260  PMCID: PMC1470481  PMID: 16380576  -The Role of Vitamin D in Cancer Prevention -Cedric F. Garland, DrPH, Frank C. Garland, PhD, Edward D. Gorham, PhD, MPH, Martin Lipkin, MD, Harold Newmark, ScD, Sharif B. Mohr, MPH, and Michael F. Holick, MD, PhD

[2] Vitamin D and calcium supplementation reduces cancer risk: results of a randomized trial, Lappe JM, Travers-Gustafson D, Davies KM, Recker RR, Heaney RP in Am J Clin Nutr, vol. 87, nº 3, marzo 2008, pp. 794, PMID 17556697.

[3] Vitamin D for Cancer Prevention: Global Perspective - Annals of Epidemiology.

[4] Does Vitamin D decrease risk of cancer? – Science Daily

[5] Low Vitamin D Levels – Breast Cancer

[6] Am J Med Sci. Author manuscript; available in PMC 2010 Apr 8. Published in final edited form as: Am J Med Sci. 2009 Jul; 338(1): 40–44. doi:  10.1097/MAJ.0b013e3181aaee91 PMCID: PMC2851242 NIHMSID: NIHMS187182 Vitamin D Deficiency and Risk for Cardiovascular Disease Suzanne E. Judd and Vin Tangpricha.

[7] Ann Allergy Asthma Immunol. 2010 Sep;105(3):191-9; quiz 200-2, 217. doi: 10.1016/j.anai.2010.01.013. Epub 2010 Mar 1. The role of vitamin D in asthma. Sandhu MS, Casale TB.

[8] Scand J Clin Lab Invest Suppl. 2012;243:79-82. doi: 10.3109/00365513.2012.681969. Vitamin D and cognitive function. Soni M, Kos K, Lang IA, Jones K, Melzer D, Llewellyn DJ.

[9] Neurology. 2012 Sep 25; 79(13): 1397–1405. doi:  10.1212/WNL.0b013e31826c197f PMCID: PMC3448747 Vitamin D, cognition, and dementia A systematic review and meta-analysisCynthia Balion, PhD, Lauren E. Griffith, Lisa Strifler, Matthew Henderson, Christopher Patterson, George Heckman, David J. Llewellyn and Parminder Raina.

[10] Iran J Neurol. 2014; 13(1): 1–6. PMCID: PMC3968350 Vitamin D and multiple sclerosis Asghar Amini Harandi, Ali Amini Harandi, Hossein Pakdaman and Mohammad Ali Sahraian.

[10] Nutrients. 2014 Apr; 6(4): 1501–1518. Published online 2014 Apr 11. doi:  10.3390/nu6041501 PMCID: PMC4011048 Vitamin D and Depression: A Systematic Review and Meta-Analysis Comparing Studies with and without Biological Flaws