19 marzo 2024
Aggiornato 04:00
Tensione nel Governo

Riforma della Giustizia, mentre Conte attende modifiche la maggioranza si spacca

Draghi-Cartabia al lavoro in tandem, mediazione dovrebbe passare in Consiglio dei Ministri. La Lega avverte: «Basta con i capricci dell'ex Premier e Grillo, ricatti M5s intollerabili»

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Resta alta la tensione nel governo sulla giustizia. Mentre prosegue il lavoro della ministra Marta Cartabia sulla riforma del processo penale con l'obiettivo di mettere a punto quei «miglioramenti tecnici» che la facciano digerire al Movimento 5 stelle, alla Camera la maggioranza si spacca in Commissione sulla richiesta di Forza Italia di ampliare la riforma all'abuso d'ufficio e alla definizione del pubblico ufficiale.

La votazione finisce 25 a 19 con un astenuto: tutto il centrodestra appoggia la proposta forzista mentre Pd, Leu, M5s e Italia Viva votano contro perché, rileva Alfredo Bazoli, capogruppo dem in Commissione, si tratta di un «tentativo di affossare la riforma Cartabia. L'ampliamento delle materie oggetto d'esame della commissione comprometterebbe l'approvazione della riforma entro l'estate, obiettivo che condividiamo, riteniamo prioritario. Sarebbe un danno per il paese per questo siamo contrari».

Fi protesta: «Quando, come oggi, si decide sulla giustizia il centrodestra è unito. Ma si ricostituisce anche un asse giustizialista guidato da PD e M5S. Bloccare gli emendamenti sulla Pubblica amministrazione danneggerà sindaci e amministratori pubblici ingolfando i tribunali. Un passo indietro sulla strada della libertà», afferma Antonio Tajani, coordinatore nazionale. Lo stesso asse salva per due soli voti la riforma anche dall'assalto degli ex M5s di Alternativa c'è che, con l'appoggio del centrodestra, chiedono di ampliare il perimetro della riforma a tutte le fattispecie del processo penale. Stavolta finisce 23 a 21 e l'ex grillino Andrea Colletti non può fare altro che sottolineare che M5s «finge soltanto di essere contrario alla riforma Cartabia e vota contro la mia richiesta. I colleghi come pecorelle smarrite si sono fatte allineare dal cane pastore. Se avessero votato la mia richiesta i lavori sarebbero slittati a settembre o a ottobre».

D'altronde, nonostante le perplessità dei 5 stelle sulla riforma Cartabia, non si poteva certo affondare il colpo in Commissione mentre è in piedi una trattativa che coinvolge direttamente il leader in pectore dei pentastellati Giuseppe Conte. Oggi davanti ai deputati ha ribadito che se non arrivano modifiche non si può votare al fiducia al governo ma ha anche invitato a lasciare lavorare il governo: «Le minacce non mi sono mai piaciute, nel mio stile è un atteggiamento costruttivo e di dialogo. Valutiamo le aperture del governo. Non voglio neppure considerare l'ipotesi in cui non venga migliorato il testo, ragioniamo positivamente. L'hanno detto anche Cartabia e Draghi che sono disponibili a miglioramenti tecnici».

Il Ministro della Giustizia, Marta Cartabria
Il Ministro della Giustizia, Marta Cartabria (ANSA)

E ai miglioramenti per garantire la conclusione di tutti i processi di mafia Cartabia sta lavorando a stretto contatto con Draghi. Oggi la Guardasigilli ha varcato il portone di palazzo Chigi diverse volte. «La mediazione del governo deve arrivare in commissione almeno giovedì pomeriggio», chiede il presidente della commissione Mario Perantoni (M5s) visto che il 30 è attesa in aula la riforma. E, se il premier tiene fede a quanto dichiarato in conferenza stampa giovedì scorso, la riforma modificata con le richieste di Conte dovrebbe anche passare nuovamente in Consiglio dei ministri con molta probabilità giovedì stesso: «Siamo aperti a miglioramenti di carattere tecnico. Qualora vi fossero miglioramenti tecnici - noi siamo molto disponibili a questo - si tratterà di ritornare in Consiglio dei ministri per chiedere l'autorizzazione alla fiducia sui nuovi testi», erano state le parole di Draghi.

Anche perché il Carroccio avverte: «La Lega, in merito alle proposte di correzione alla prescrizione, è fedele al testo approvato dal Consiglio dei Ministri e leale agli accordi presi», ammonisce Giulia Bongiorno. E dallo staff di Salvini avvisano: «La Lega è molto preoccupata per le perdite di tempo causate dai capricci di Conte e Grillo. L'Italia che vuole rialzarsi dopo mesi di sofferenza non può tollerare i ricatti del Movimento 5 Stelle: oggi sulla Giustizia, domani su Equitalia, codice degli appalti, Quota 100 o fisco». Un nuovo confronto in Cdm diventa obbligatorio.

(con fonte Askanews)