29 novembre 2023
Aggiornato 22:30
Venti di crisi

Governo, Renzi vuole che Conte si dimetta per trattare. Ma Palazzo Chigi non si fida

Le aperture del Presidente del Consiglio sul Recovery plan non bastano, Italia Viva - raccontano - chiede una vera e propria cesura, un «Conte ter», che però spaventa Giuseppe Conte

Il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte
Il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte Foto: Filippo Attili ANSA

Il vertice tra Giuseppe Conte e i leader di maggioranza è slittato ancora, l'incontro che ieri sera alcuni davano per imminente non viene convocato e la crisi di governo rimane nel più totale stallo. Le aperture del premier sul Recovery plan non bastano, Iv - raccontano - chiede una vera e propria cesura, un «Conte ter», che però spaventa il premier.

Conte, riferiscono fonti di maggioranza, non si fida di Matteo Renzi, teme che sia difficile prefigurare una soluzione, una volta aperta formalmente la crisi. Per questo, spiegano, la discussione resta ancora aperta. Ancora in serata, la ministra Teresa Bellanova avverte: «Se non ci saranno le risposte che crediamo ci saranno le nostre dimissioni». Matteo Renzi in tv insiste: «Conte ancora non mi ha risposto».

Nicola Zingaretti riunisce la segreteria Pd e mette ai voti la linea del partito: «La parola d'ordine è costruire, contribuire ad aprire una fase nuova insieme. Rimaniamo contrari a posizioni politiche che risultano incomprensibili ai cittadini e rischiano di aggravare il distacco tra società e istituzioni e che nel nome del rilancio rischiano di destabilizzare la maggioranza di governo».

Il Pd chiede al governo di cambiare passo, e non da ora, ma non intende avventurarsi in crisi dall'esito imprevedibile: «Sono mesi che il Pd chiede apertamente e lavora per un rilancio dell'azione di governo, in sintonia con tutti gli alleati. L'obiettivo era ed è quello di un rafforzamento della maggioranza attorno al presidente Conte. Contribuiremo a questo sforzo e sosteniamo in tutte le sedi queste posizioni, convinti che al Paese vada evitata una crisi dagli sviluppi davvero imprevedibili».

Da M5s, poi, arriva una presa di posizione di Vito Crimi e Alfonso Bonafede: «In una fase così difficile come quella che stiamo vivendo - dicono i due dirigenti 5 stelle - i cittadini italiani non vogliono sicuramente vedere una politica che litiga, ma esclusivamente impegnata ad affrontare e risolvere i problemi. Oggi parlare o paventare una crisi di governo sarebbe incomprensibile e irresponsabile».

Il premier, viene riferito da fonti di maggioranza, sarebbe disposto a valutare un rimpasto, ma senza passare attraverso l'apertura di formale di una crisi, con le dimissioni e un nuovo incarico per il 'Conte ter'. Questo scenario il premier lo considera troppo insidioso, soprattutto per l'imprevedibilità di Renzi. Il leader Iv, però, in tv ripete: «Figuriamoci se mi metto d'accordo con Conte per andare a fare il ministro io..."

Il presidente del Consiglio, insomma, non si fida di Iv, teme che una volta avviata la crisi Renzi possa sparigliare le carte con una mossa che lo tagli fuori in favore di un premier Pd o M5s. L'operazione «responsabili», d'altro canto, sembra definitivamente sfumata, anche per l'opposizione del Pd e di buona parte di M5s, convinti che difficilmente il governo possa andare avanti con una maggioranza raccogliticcia.

(con fonte Askanews)