Roma Prodi: «MES? Rifiutare 37 miliardi è suicida»
L'ex Presidente del Consiglio: «Si sono impegnati a togliere le condizioni. Lo vedremo quali sono le condizioni. Sono deluso ma in Europa qualche progresso è stato fatto»

ROMA - In Europa «qualche progresso è stato fatto. Io sono molto critico sulla politica europea recente, però bisogna essere equilibrati. Ci sono 100 miliardi di cassa integrazione per i paesi europei e non sono pochi. Poi c'è un aumento di credito enorme da parte della Bce. C'è un impegno della Bei sugli investimenti. Anche lo stesso Mes, che intendiamoci non è un regalo ma è un prestito a bassissimo tasso di interesse per cui alla fine è un aiuto. Però siamo sempre ai piccoli passi che non ci danno l'idea dell'Europa come la volevamo noi». Lo ha detto Romano Prodi, già presidente del Consiglio e della Commissione europea, a 'Radio1 In Vivavoce'.
«Certo - ha aggiunto - che sono deluso. Le tensioni fra i paesi europei rendono più difficile la visione della missione europea nel mondo che è una visione di equilibrio di cui avremmo un enorme bisogno: tra Cina e Stati uniti, con le tensioni che ci sono. E lo potremmo fare, perché siamo ancora la più grande potenza economica del mondo, il più grande esportatore del mondo. E invece non esistiamo. E allora sì sono proprio deluso». Sul Mes «si sono impegnati a togliere le condizioni. Lo vedremo quali sono le condizioni. L'altro obiettivo che dobbiamo avere è che abbiamo bisogno di un prestito a lungo termine».
Rifiutare 37 miliardi è suicida
Nell'intervista si è parlato anche della preoccupazione sui dati economici: «Sì, in particolare lo spread. Per questo l'idea di rifiutare 37 miliardi è suicida. Ma siamo matti? La lunghezza della crisi è condizionata a come andrà l'epidemia in corso».
Infine un commento sullo spirito di questi giorni in parallelo allo spirito del 25 aprile: «Ho dei dubbi che ci sia lo stesso spirito. Allora c'era uno spirito condiviso. In questi giorni vedo con preoccupazione quando leggo delle tensioni tra Regioni e Stato e tra le regioni tra di loro. Non è una premessa allo spirito comune che si deve avere in questi casi».
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