3 maggio 2024
Aggiornato 12:30
Centrosinistra

Matteo Renzi fa le carte al Governo: «Non credo che cadrà sull'Ilva»

Il leader di Italia Viva: «Bisogna impedire lo spegnimento degli impianti». Il Ministro Teresa Bellanova: «Riportare sindacati e Mittal al tavolo»

Il leader di Italia Viva, Matteo Renzi
Il leader di Italia Viva, Matteo Renzi Foto: ANSA

ROMA - «Non credo che il Governo cadrà su Ilva. In Tribunale è bene che l'Esecutivo ci vada comunque a chiedere i danni al signor Mittal, ma sono d'accordo che bisogna impedire lo spegnimento degli impianti». Lo afferma il leader di Italia viva, Matteo Renzi, a Zapping. «Non si può dire chiudiamo l'altoforno e poi tra cinque anni vinciamo la causa con Mittal», aggiunge, spiegando che è d'accordo intanto su una soluzione «d'emergenza». «Manovra? La legge di bilancio tappa un buco, i 23 miliardi dell'Iva, mette le cose a pareggio. Però non basta. Va bene aver tappato il buco, adesso si tratta di capire che tipo di crescita immaginiamo per i prossimi anni. Senza uno shock per le infrastrutture non si va da nessuna parte», ha aggiunto.

Bellanova: «Riportare sindacati e Mittal al tavolo»

«Gestire un tavolo di crisi o una gestione economica di così grande importanza non è come andare al ristorante e scegliere dal menù": così Teresa Bellanova (Italia viva), ministro delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo, intervista a 24 mattino (Radio 24), in merito all'ex Ilva. «Io non o un'alternativa, io so che se non si rimettono le condizioni che c'erano si diventa tutti poco credibili e si danno alibi», ha detto l'esponente renziana. «Bisogna riportare al tavolo le parti, le organizzazioni sindacali e Mittal, e il Governo deve essere garante dei patti sottoscritti. Se il Governo perde la terzietà e la credibilità rispetto a condizioni che il Governo aveva dato, si può anche cercare ricette alternative ma bisogna avere un interlocutore che si posizioni, altrimenti l'alternativa la pagano 20mila persone che vanno a casa».

Marattin: «Renzi piccona Pd? Sono due partiti in competizione»

«Io non credo che Renzi abbia mai picconato il Pd... Le faccio una domanda... Il quadro politico è più o meno chiaro dopo la scissione del Pd? Nel senso, secondo lei, i cittadini preferivano un Pd in cui dentro c'era della gente che voleva la patrimoniale e gente che voleva ridurre le tasse, gente che voleva un mercato del lavoro diverso e gente... oppure un quadro politico in cui c'è il Pd con un'impostazione più socialdemocratica classica e un altro partito con un'impostazione più liberaldemocratica? Secondo me è più chiaro così il quadro politico. E ovviamente sono partiti in competizione». Lo ha detto Luigi Marattin, parlamentare di Italia Viva, ad Agorà Rai Tre, condotto da Serena Bortone. «Noi nella scuola vogliamo pagare di più gli insegnanti più bravi. Se io lo dicevo nel Pd mi crocefiggevano, una cosa del genere... Allora abbiamo fatto in altro partito in cui dire io voglio abbassare le tasse e pagare di più la gente che vale di più. Dove sta il problema in tutto questo?» ha concluso Marattin.

Faraone: «Restano nostri emendamenti su no tasse»

«Noi presenteremo i nostri emendamenti e li difenderemo per una manovra senza tasse». Lo ha detto Davide Faraone, capogruppo di Italia Viva al Senato, lasciando palazzo Chigi al termine del vertice di maggioranza sulla manovra. Una riunione giudicata «positiva» nella quale si è stabilito che «ci saranno due letture per il decreto fiscale tre probabilmente per la legge di bilancio. Insomma non vogliamo che si faccia come l'anno scorso quando i parlamentari non hanno discusso». La «prossima settimana discuteremo del merito», ha proseguito Faraone che replicando a Luigi Di Maio sul tema del carcere poer gli evasori e ha ribadito la posizione di Iv in materia di giustizia: «Di Maio deve sapere che noi siamo contrari ai processati a vita o alla prescrizione infinita o che si possa andare in carcere per una cartella sbagliata. Noi siamo garantisti».