Graziano Delrio si fida (forse) di Matteo Renzi
Il capogruppo PD alla Camera: «Io mi fido di quello che ha detto, che non ci saranno conseguenze sul governo. Non siamo noi ad avere problemi di identità»

ROMA - Graziano Delrio si fida di Matteo Renzi o almeno si fida di quanto affermato dal leader di Italia Viva, ovvero che non intende mettere in crisi il governo. Entrando alla riunione della Direzione del Pd, Delrio sottolinea che non è il Partito democratico ad avere un problema di identità. Ma si fida ancora di Renzi lei, gli chiedono i cronisti? «In che senso, politico o umano? Non rinnego nulla dell'avvenuta politica e umana vissuta con lui, adesso le strade ha deciso lui di separarle... Politicamente credo che sia serio quello che dice quando dice che non vuole creare fibrillazioni nel governo». Ride, alla battuta «allora può stare sereno», ma conclude: «Io mi fido di quello che ha detto, che non ci saranno conseguenze sul governo».
«Il Pd non ha problemi di identità»
«Noi siamo impegnati a portare a compimento le proposte che abbiamo fatto per il governo, tagliare le tasse ai lavoratori dipendenti, sostenere le famiglie con l'assegno unico. Vedremo come Italia Viva su queste cose che abbiamo inserito nel programma e nella fiducia già ottenuta dal governo Conte, anche coi parlamentari che poi hanno aderito a Italia Viva, vedremo che contributo vorranno dare. Non siamo noi ad avere un problema di identità sinceramente», conclude Delrio.
Soverini: «Con Zingaretti partito più inclusivo»
Serse Soverini, prodiano della prima ora, organizzatore della prima campagna elettorale del Professore e deputato del gruppo Misto ha deciso di aderire al Pd. «La mia è una storia ulivista - racconta in una intervista al Corriere della Sera -, ero sul pullman di Prodi nel '95 e poi sono stato suo assistente a Palazzo Chigi. La nascita di un partito come quello Democratico era l'orizzonte che mi prefiggevo fin dall'inizio». Però aveva preferito il gruppo Misto, cosa è cambiato ora nel Pd? «Negli ultimi tempi, soprattutto in quest'ultimo mese c'è qualcosa di diverso, con Nicola Zingaretti - risponde -. E' emerso un profilo più inclusivo e aperto del partito. Questo mi ha convinto che per tenere fede al progetto di centrosinistra configurato nel 2018 dovevo prendere la tessera del Pd».
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