29 marzo 2024
Aggiornato 09:00
Conti pubblici

L'Ocse boccia «Quota 100» e critica il reddito di cittadinanza, duro Di Maio: «Andiamo avanti così»

Anche l'altro vicepremier, Matteo Salvini, leader della Lega e alfiere di Quota 100 ha difeso la misura, con toni leggermente meno accesi. Tria rassicura sui conti

Il Ministro del Lavoro e vicepremier, Luigi Di Maio
Il Ministro del Lavoro e vicepremier, Luigi Di Maio Foto: ANSA

ROMA - L'Ocse pubblica il suo rapporto sull'Italia e riesplode la polemica. Poco meno di un mese fa, le previsioni economiche dell'ente parigino avevano ricevuto non poco risalto nella Penisola, dato che si trattata della prima grande organizzazione internazionale a pronosticare di fatto una recessione, seppure lieve, sul 2019: un meno 0,2 per cento sul Pil del Belpaese. Stima confermata nel documento di quasi 170 pagine dedicato ora specificatamente alla Penisola, e accompagnata da pronostici di peggioramenti delle cifre chiave sui conti pubblici.

Ma soprattutto quello che ha richiamato attenzione e reazioni sono state le valutazioni negative che l'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico ha fornito sulle due misure più simboliche del governo gialloverde: il Reddito di cittadinanza e Quota 100 sulle pensioni. Secondo L'Ocse il primo «rischia di incoraggiare l'occupazione informale e di creare trappole della povertà». Mentre «gli effetti positivi sulla crescita dovrebbero essere scarsi», si legge.

Su Quota 100 il giudizio è anche più drastico: l'Ocse raccomanda all'Italia di «abrogare le modifiche alle regole sul pensionamento anticipato introdotte nel 2019» e di «mantenere il nesso tra l'età pensionabile e la speranza di vita». La strada scelta invece «rallenterà la crescita, riducendo l'occupazione tra le persone anziane e, se non applicata in modo equo, accrescerà la diseguaglianza intergenerazionale e farà aumentare il debito pubblico». Peraltro, presentendo lo studio il segretario generale Angel Gurria ha manifestato scetticismi sulla natura temporanea del provvedimento. «Da ex ministro delle Finanze posso dire che non c'è nulla di più permanente di una misura temporanea», ha detto.

Dura la reazione dei vicepremier e ministro di Lavoro e Sviluppo economico, Luigi Di Maio. «Sapete cosa significa tutto questo? Che stiamo andando nella giusta direzione. Rispetto l'opinione di tutti - ha affermato via Facebook - ma quando non perdi occasione per sparare contro il mio Paese e contro gli italiani no, mi dispiace, ma questo non lo accetto. Andiamo avanti così. Qualcuno seduto su una scrivania lontano migliaia di chilometri crede che l'Italia per ripartire debba attuare politiche di austerity? Bene, le facessero a casa loro. No intromissioni, grazie.», ha concluso l'esponente dei 5 Stelle.

Anche l'altro vicepremier, Matteo Salvini, leader della Lega e alfiere di Quota 100 ha difeso la misura, con toni leggermente meno accesi. «Darà un lavoro sicuro a più di 100.000 giovani italiani - ha affermato Salvini - e ne sono orgoglioso. Questo significa costruire il futuro, questa sarà vera crescita sociale ed economica».

Il rapporto dell'Ocse è stato presentato da Gurria nel corso di un evento presso il ministro dell'Economia guidato da Giovanni Tria. Tra i due economisti i toni sono stati pacati. Anzi c'è perfino stato un «siparietto» quando Gurria si è scherzosamente prestato a portare un bicchiere d'acqua a Tria mentre parlava, il quale ha a sua volta scherzato sull'Ocse che «è sempre al nostro fianco». Interpellato sulla reazione di Di Maio, il titolare di Via XX Settembre ha smorzato le polemiche precisando che «l'Ocse non parla di austerità».

L'ente parigino stima che quest'anno il deficit-Pil italiano salga al 2,5 per cento, a fronte di un target concordato tra governo e Ue del 2,04 per cento sul 2019. Nel 2020 il disavanzo dovrebbe poi toccare il 3 per cento del Pil mentre il debito-Pil dal 132 per cento del 2018 salirà al 134 per cento nel 2019 e al 135 per cento nel 2020. «Sappiamo che il denominatore, il Pil sarà piatto, mentre il fabbisogno pubblico sarà positivo e quindi fin quando durerà la crescita a zero il rapporto debito-Pil sarà in crescita nei prossimi anni"», ha detto Gurria. E secondo il capo dell'Ocse il giusto «equilibrio» tra riduzione del debito e crescita inclusiva si trova puntando su riforme strutturali, come per aumentare la concorrenza nei mercati protetti, favorire l'innovazione inclusiva, incentivi mirati come quelli previsti da industria 4.0, procedere a una revisione del sistema fallimentare, rimuovere gli ostacoli alla crescita e migliorare l'efficienza della PA, della Giustizia e del codice degli appalti.

Per parte sua Tria ha assicurato che il dato del deficit 2019 sarà migliore di quanto attenda l'Ocse e ha confermato obiettivi e impegni del governo, anche se «ora che siamo di fronte a un quadro macroeconomico di crescita più bassa questo determina dei problemi», ha rilevato.

«L'obiettivo rimane, considerando tuttavia che in una fase di stagnazione dell'economia non si adottano politiche restrittive che del resto l'Europa non ci chiede - ha detto -. Manterremo gli obiettivi di deficit strutturale, sul deficit nominale si manterranno gli obiettivi già previsti e c'è un monitoraggio costante. Cercheremo se possibile di migliorare il debito nominale ma dipenderà anche dalle stime sul tasso di crescita del Pil - ha avvertito Tria -. Penso che si tratti, come dice l'Ocse, di avere un bilanciamento tra i vari obiettivi».