27 aprile 2024
Aggiornato 01:30
La sua carriera può riprendere sei anni dopo il terribile incidente

Robert Kubica, il test è solo l'inizio: ora punta a tornare a correre in F1

Non si è trattato solo di una trovata promozionale: il 32enne polacco ha voluto dimostrare a se stesso e al mondo di poter essere competitivo al volante di una monoposto del Mondiale sulla distanza di un Gran Premio. E ci è riuscito. Ora il miracolo di rivederlo al via non pare più così impossibile

ROMA – Per la Renault è stata solo «un'esperienza una tantum», giurano dal team di Enstone, che pure non si opporrebbe affatto ad un eventuale bis in futuro. Ma per lui, per Robert Kubica, è stato qualcosa di più. Non solo un'esibizione, non solo una trovata promozionale ad uso e consumo della stampa, ma un test vero e proprio, come ai vecchi tempi. Anzi, di più: un autentico «weekend di gara condensato», come lo ha definito la stessa squadra: ben 115 giri per dimostrare al mondo, e soprattutto a se stesso, che cosa il pilota polacco, a 32 anni e con una mano ricostruita dopo il terribile schianto in un rally a inizio 2011, è ancora in grado di fare al volante di una monoposto di Formula 1. «L'approccio Renault è stata una bella sorpresa – ha raccontato ai microfoni della rivista specializzata Autosprint – Hanno cercato di tenere il test più segreto possibile, per loro l'operazione non è mettermi in macchina e creare una bella storia. Anche se ha avuto un grosso effetto mediatico. So solo che mi fa molto piacere e non me l'aspettavo, oggi so di poter guidare una F1 e poter coprire la distanza di un GP anche in condizioni non facili. E a Valencia l'asfalto, il circuito, non erano semplice. In più penso che la cosa più bella è il ritmo davvero buono tenuto per tutta la giornata».

Non finisce qui
Fa sul serio, Kubica. E lo dimostrano le prestazioni che è stato capace di ottenere con la Lotus del 2012 (quella con cui Kimi Raikkonen vinse il GP di Abu Dhabi) ridipinta con gli attuali colori della Renault. Prima di allora aveva provato solo altre vetture di categorie inferiori: GP3, Formula E, Le Mans. Ma su una monoposto del Mondiale non saliva dai bei vecchi tempi, da sei anni fa. Quando quel maledetto incidente interruppe bruscamente il filo di una carriera che sembrava lanciata verso un inevitabile successo. E se oggi, dopo un lungo calvario, questo filo si potesse davvero riannodare? «Non sta a me decidere cosa riserverà il futuro – prosegue Robert – È bello sapere che riesco a fare quel che facevo sei anni fa nonostante le mie limitazioni. Mi sento pronto, ho lavorato tanto e posso dire di non essermi mai allenato così tanto e bene negli anni in cui correvo. Aspettiamo, spero che ci sia un prosieguo ma non sta a me decidere».

Risorgere si può
Un test non è una gara, certo. Ma l'obiettivo che Kubica è stato in grado di centrare in una sola giornata di prove a Valencia è quantomeno quello di meritarsi il beneficio del dubbio. Il movimento del suo arto resta limitato a livello permanente, eppure in pista si è visto che lui è ancora in grado di essere competitivo lungo l'intera distanza di una gara. A questo punto, il miracolo di rivederlo sulla griglia di partenza di un Gran Premio, forse, non appare più così impossibile: «Sono stati anni difficili ma lo scorso anno mi sono detto che volevo salire di nuovo su una Formula 1 – conclude – Ho fatto solo un test, ma per me è stata una cosa meravigliosa, un traguardo importante, dall'altro lato sento che sta cominciando un percorso nuovo, non so dove mi porterà, ma non nascondo a questo punto che vorrei andare in fondo, visto che ho avuto belle sensazioni. Non dipenderà da me, so di poter dare il massimo però. Una cosa bella del test è stata una persona vicina al team, che ha lavorato con me nel 2010, ha detto: tu sei un pilota da Formula 1. Questo mi ha reso più orgoglioso di tutto il resto, del lavoro, dei tempi. Poche parole ma che probabilmente raccontano tutto e di più della mia storia».