19 aprile 2024
Aggiornato 18:00
Politiche europee

Macron e Merkel hanno un patto per tagliar fuori l'Italia

Francia e Germania si sono accordate per un bilancio unico dell'Eurozona: 20-25 miliardi di investimenti per lo sviluppo. Ma noi non vedremo un centesimo

Angela Merkel ed Emmanuel Macron
Angela Merkel ed Emmanuel Macron Foto: Omer Messinger ANSA

ROMA - La procedura d'infrazione per la manovra finanziaria del governo Conte rischia di essere solo la punta dell'iceberg. Negli ultimi giorni, infatti, si moltiplicano le potenziali trappole economiche che l'Unione europea sta tendendo all'Italia. Di quella sulle cosiddette clausole d'azione collettiva, che penalizzerebbe gli Stati con il debito pubblico più alto, vi abbiamo già parlato, ma non è finita. Nei giorni scorsi, infatti, è stata presentata un'altra proposta di riforma che ha sollevato non pochi scetticismi da parte dei rappresentanti italiani: il cosiddetto budget comune per i Paesi dell'area euro.

Intesa franco-tedesca

A proporla sono stati dapprima Emmanuel Macron e poi Angela Merkel: due leader notevolmente azzoppati in patria dai cali di consenso, ma che stanno cercando di rifarsi in Europa. I loro due ministri delle Finanze, Bruno Le Maire e Olaf Scholz, hanno infatti redatto un documento comune con l'obiettivo dichiarato di «promuovere competitività, convergenza e stabilità» tra le economie nazionali dei diciannove Stati dell'Eurozona. In pratica, si parla di un bilancio parallelo (che «sarà parte del budget dell'Unione»), che come minimo si aggirerebbe intorno ai 20-25 miliardi di euro, da spendere per finanziare investimenti nelle zone più deboli e per stabilizzarle in caso di crisi finanziarie. Sulla carta, tutto bene.

Noi ne saremmo esclusi

Peccato che all'interno di questo documento sia contenuta anche una clausola che sembra scritta apposta per fregare l'Italia: «I Paesi membri potranno ricevere sostegno dal bilancio della zona euro sole se adottano politiche in rispetto dei loro obblighi secondo il quadro di coordinamento delle politiche economiche europee, incluse le regole di bilancio». In pratica, chi non rispetterà il patto di stabilità, proprio come sta facendo ora il nostro Paese, sarà tagliato fuori da questi contributi per lo sviluppo, la ricerca e l'innovazione. Insomma, questa riforma, se passasse, non farebbe altro che stringere ulteriormente sui conti pubblici il cappio dei parametri imposti da Bruxelles. Se ne discuterà nella prossima riunione dell'Eurogruppo in programma il 3 dicembre. L'accordo raggiunto tra Francia e Germania pone delle basi solide per convincere anche gli altri Paesi dell'Unione, perfino quelli del nord che in passato avevano posto non poche riserve su questa idea. Ma la maggioranza gialloverde italiana promette battaglia: «Se danneggia l’Italia, come pare, non avrà mai il nostro consenso», ha messo in chiaro Matteo Salvini.