19 aprile 2024
Aggiornato 15:30
Politica

I vescovi tornano ad attaccare Salvini: «Decreto sicurezza e immigrazione incostituzionale»

Il cardinale Bassetti contro il ministro: «Non si può espellere una persona dopo una condanna in primo grado». Poi però precisa: «Non ho letto il decreto»

Il ministro dell'Interno Matteo Salvini
Il ministro dell'Interno Matteo Salvini Foto: Daniel Dal Zennaro | ANSA ANSA

ROMA - Il primo a scagliarsi contro il governo Lega-M5s è stato il cardinale Gualtiero Bassetti, presidente della Confederazione episcopale italiana. Era fine maggio e Giuseppe Conte non era ancora premier. Ma la Cei pensò bene di «avvertire» gli italiani rimarcando i due principi a cui i vescovi italiani richiamarono la politica e l'allora nascente governo: «Fedeltà al territorio e respiro europeo». Da allora la Chiesa, dalle istituzioni ai giornali, si è scagliata senza mezzi termini soprattutto contro Matteo Salvini fino ad arrivare alle dure parole di Nunzio Galantino che tornò a definire il ministro dell'Interno un «fanfarone da osteria» perché «parla senza sapere». E ora che dal Consiglio dei ministri è uscito il decreto immigrazione e sicurezza, punto forte delle politiche salviniane, la Cei torna ad alzare la voce.

I vescovi sono «preoccupati»
La Conferenza episcopale italiana ha infatti espresso «preoccupazione» per alcuni aspetti del decreto Salvini, e in particolare, per l'abrogazione del permesso di soggiorno per motivi umanitari, che «rischia di esporre tante persone a un futuro incerto», e per l'espulsione dopo il primo grado di condanna, «non proprio secondo Costituzione». A parlare così è stato il cardinale Gualtiero Bassetti, che pur sottolineando in una conferenza stampa conclusiva del consiglio permanente Cei che si tratta ancora di una «bozza» che deve essere verificata dal Presidente della Repubblica, ha già bollato il provvedimento come «molto restrittivo».

La Cei e i dubbi di costituzionalità
«Lo dico a pelle» ha precisato Bassetti «perché non ho avuto il tempo di leggerlo, per ora in fondo è una bozza e si possono fare osservazioni» e «anche quelle della Chiesa possono essere utili». Tra gli altri temi critici sottolineati da Bassetti, «si toglierebbe ai prefetti e ai giudici la discrezionalità nel riconoscere la protezione umanitaria» e viene ampliato il numero di reati per il diniego della protezione. Il decreto, ha poi sottolineato Bassetti, «dovrebbe fronteggiare una situazione di emergenza». In generale, «mi sembra che sia molto restrittivo».

E nel comunicato di fine consiglio torna la Diciotti
Ed eccoci al comunicato finale del consiglio episcopale permamente. Qui si torna a tirare in ballo la questione della Diciotti: «La generosa disponibilità offerta dalle Diocesi anche lo scorso agosto in occasione della vicenda della Nave Diciotti» si legge «rafforza la convinzione di come la solidarietà - fatta di accoglienza e integrazione - rimanga la via principale per affrontare la complessità del fenomeno. Rispetto al pericolo che inquietudini e paure alimentino un clima di diffidenza, esasperazione e rifiuto, il Consiglio Permanente ha rilanciato l'impegno della Chiesa anche nel contribuire a un'Europa maggiormente consapevole delle sue radici e con questo più giusta e fraterna, capace di custodire la vita, a partire da quella più esposta».