Dopo Famiglia Cristiana è il turno di Avvenire: «Allarme razzismo, Salvini non neghi l'evidenza»
Il quotidiano dei vescovi segue la linea tracciata dal settimanale cattolico. Nel mirino c'è sempre il ministro dell'Interno
ROMA - E chissà cosa diranno di Beppe Grillo ora che ha preso pubblicamente le difese di Matteo Salvini e del governo Conte. Al centro, il tema del razzismo. «L’indignazione di un uovo in faccia, c’è quanto basta per restare paralizzati mediaticamente, l’unica cosa sensazionale è stata la mira del razzista di merda oppure il caso» scrive su Facebook Beppe Grillo. «Quello che fanno i media è portare la nazione verso il baratro: non avevo mai visto con i miei occhi un così forte condizionamento prima d’ora». Perché ora non c'è solo Famiglia Cristiana, sul fronte 'cattolico-editoriale' ad attaccare il governo. Dopo il settimanale, infatti, è il turno del quotidiano Avvenire che ha invitato il ministro Salvini «a pesare le parole», e, soprattutto, «a non negare l'evidenza». Perché «in Italia c'è un emergenza razzismo».
L'editoriale del direttore Marco Tarquinio
«Dicono che non c'è razzismo in ciò che è accaduto» a Daisy Osakue «e per di più il ministro dell'Interno Salvini ha ritenuto di liquidare come 'sciocchezze' gli allarmi di quanti denunciano il clima xenofobo e i rischi di escalation razzista. Pesi bene le parole. Guardi la realtà e ascolti anche altre voci della destra italiana. Negare l'evidenza di diversi episodi non fa altro che assolvere e ingigantire il mostro». Questo il contenuto di un editoriale scritto dal direttore di 'Avvenire' Marco Tarquinio che in apertura pubblica la foto di Daisy con il titolo «Vergognamoci».
L'attacco di Avvenire
«Chi guarda il volto di Daisy Osakue può fare solo una cosa: vergognarsi. Noi italiani dovremmo vergognarci tutti insieme» scrive Tarquini. «Perché quel volto segnato, è certamente il volto di una cittadina italiana dalla pelle nera, una giovane donna e atleta bersagliata solo e soltanto per la sua 'inermità' e 'diversità', ma è ancor più il volto del nostro Paese nella stagione amara che stiamo attraversando. Un volto che presentiamo al mondo e a noi stessi. E che non ci somiglia. Ma non per il colore, quanto per la ferita odiosa che porta. Anni di pensieri cattivi e di parole e propagande dure, di crescenti povertà materiali e morali eccitate contro altre povertà stanno producendo bullismi assurdi, atti violenti, assalti folli». In questa situazione, è l'invito di Tarquini, «vergogniamoci, e reagiamo di civiltà».
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