18 aprile 2024
Aggiornato 23:30
Erdogan in Italia

Erdogan a Roma: da destra a sinistra, oltre gli affari un rifiuto bipartisan

Nessuno lo vuole, ma l'incontro non si poteva evitare, dicono. Perché? Semplice: la "roba", quella di Verga per intenderci, comanda. Sempre

Il presidente turco Recep Erdogan a Roma accolto dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella
Il presidente turco Recep Erdogan a Roma accolto dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella Foto: Paolo Giandotti Quirinale

ROMA - E’ durata 50 minuti l’udienza che il Papa ha concesso al presidente turco Recep Tayyip Erdogan, più del previsto. L’udienza sarebbe dovuta iniziare alle 9.30 ma il presidente turco, arrivato con qualche minuto di ritardo in Vaticano, è stato ricevuto dal Papa alle 9.52 nella sua biblioteca. L’udienza a porte chiuse è poi durata fino alle 10.42, alla presenza di due interpreti, nonostante alle 10.15 il Papa avesse in agenda una udienza ai vescovi caldei in visita «ad limina apostolorum». Al presidente turco, Francesco ha regalato un medaglione che – gli ha spiegato a quanto riferito dai giornalisti presenti al momento dello scambio dei doni – raffigura «un angelo della pace che strozza il demone della guerra. E’ il simbolo di un mondo basato sulla pace e la giustizia». Beh sì, di buon auspicio verrebbe da dire, visto che Erdogan, non dimentichiamolo, è quello che bombarda ogni giorno i curdi, senza contare le continue epurazioni e pressioni esercitate su politici, giornalisti e personaggi influenti.

Magistrati, avvocati e giornalisti contro
Nessuno lo vuole, ma l'incontro non si poteva evitare, dicono. Perché? Semplice: la "roba", quella di Verga per intenderci, i soldi, comandano. Sempre. E allora porte spalancate al presidente turco (il valore economico di questo viaggio ve lo abbiamo raccontato qui). Persino l'Associazione nazionale magistrati, il Consiglio nazionale forense e la Federazione nazionale stampa italiana hanno scritto al presidente della Repubblica Sergio Mattarella in occasione della visita di Erdogan, ponendo l'accento sulle "continue violazioni dei diritti umani e le ripetute epurazioni in Turchia destano grande preoccupazione». Magistrati, giornalisti, avvocati, insegnanti, funzionari pubblici, medici, militari sono stati licenziati, in molte occasioni arrestati, ed ancora si trovano in stato di detenzione in assenza di contestazioni puntuali delle condotte a loro attribuite e in uno stato di sospensione dei diritti difensivi, si legge. "Questa situazione viola i principi fondamentali dello Stato di diritto ed è stata ripetutamente segnalata da tutta la Comunità internazionale", continua la missiva. E "riteniamo opportuno evidenziare nuovamente questa emergenza in occasione della visita del presidente turco Recep Tayyip Erdogan in Italia, auspicando che nel corso degli incontri istituzionali, e, nelle forme da lei ritenute più idonee, venga posta attenzione alla questione dei diritti umani violati, e si solleciti la liberazione delle persone ingiustamente detenute".

Scontri e sit-in di protesta
Scontri e sit-in di protesta si sono svolti a Castel Sant'Angelo e in molte altre città. Due fermati a Roma per il momento. I manifestanti riferiscono di un ferito. La Questura di Roma parla di una "aggressione violenta alle forze dell'ordine da parte di manifestanti a Castel Sant'Angelo" a seguito della quale "la manifestazione è stata ritenuta conclusa». Due - riferisce sempre la Questura - i fermati e sono "in atto identificazioni e riconoscimenti con l'uso delle immagini della polizia scientifica». Nella capitale è stata "garantita la libera espressione del dissenso a Castel Sant'Angelo", sottolinea la Questura, spiegando che sono circa 150 le persone aderenti alla manifestazione, regolarmente preavvisata, nei giardini di Castel Sant'Angelo dalla rete Kurdistan Italia. E "l'iniziativa è stata condivisa con la Questura in un'area esterna ma limitrofa alla green zone affinché, nella cornice di massima sicurezza, venisse garantita anche la libera espressione del dissenso".

"Con la Lega Europa mai colonia islamica"
Si levano subito alti gli scudi della Lega, che non gradisce affatto l'arrivo del presidente turco, così come buona parte della politica italiana, trasversalmente. "Nell'Europa che abbiamo in mente le aspirazioni del presidente turco Erdogan mai troveranno compimento" ha commentato l'europarlamentare e vicesegretario federale della Lega Lorenzo Fontana. "Un regime islamico che incarcera i giornalisti, che reprime il dissenso, che aizza i musulmani d'Europa a intraprendere una 'guerra santa' demografica, che vìola i più basilari diritti umani, mai potrà e mai dovrà essere nell'Unione Europea». "Ed è scandaloso - aggiunge - che Bruxelles abbia regalato ad Ankara dieci miliardi di euro per promuovere il processo di un'adesione all'Ue irrealizzabile e impossibile. Erdogan freni le pretese, grazie a forze identitarie come la Lega e i suoi alleati l'UE del futuro sarà scudo a regimi come il suo: mai allargheremo i nostri confini a chi vorrebbe fare dell'Europa una colonia islamica".

Calderoli: "Con questa Turchia in Europa non ci sarà più Europa"
"Mi domando - ha dichiarato il vicepresidente del Senato Roberto Calderoli- perché l'Italia e la Santa Sede debbano ricevere, accogliere e ospitare la visita di Erdogan: io questo dittatore non lo avrei mai fatto entrare nel nostro Paese. La Turchia non potrà mai stare in Europa, la Turchia non potrà mai entrare in Europa: se questa Turchia dovesse entrare nella UE non ci sarà più l'Europa». "È incredibile - ha detto ancora Calderoli- la faccia tosta di Erdogan che ancora pretende di far entrare in Europa la Turchia, che ha trasformato in un sultanato islamico, prima con quel tentato golpe farsa che ha utilizzato per far fuori ogni opposizione interna e poi con un referendum farsa per avere tutti i poteri istituzionali nelle sue mani. Stiamo parlando di una Turchia che ha incarcerato migliaia di oppositori politici, che ha represso nel sangue le proteste di piazza, che continua a massacrare i curdi, che ha chiuso giornali e TV non allineate al regime, che vaneggia di ripristinare la pena di morte e, attraverso le sue autorità religiose, di legalizzare il matrimonio tra adulto e adolescente che, in base alle leggi islamiche, può avere anche solo 9 anni». "Provo sincera preoccupazione - ha concluso il vicepresidente del Senato- per tutti quei capi di Stato e ministri che ancora si illudono di poter aprire le porte della nostra Europa, cristiana e democratica, ad un regime islamico che non ha nulla di diverso da quello di Teheran, Damasco o Islamabad".

D'Alema: "Qualcuno gli dica di non ammazzare donne e bambini"
Interviene anche Massimo D'Alema, che non la vede molto diversamente dalla Lega: "Io spero che in tutti questi incontri qualcuno abbia detto a Erdogan che non bisogna ammazzare le donne e i bambini curdi. Era una buona occasione e spero che qualcuno dei suoi interlocutori lo abbia fatto». "La Turchia - ha proseguito - è un grande paese giovane che cresce, un paese importante per molte ragioni. Non ho particolare simpatia per il leader di un partito di forte ispirazione religiosa che ha riportato indietro la Turchia rispetto alla laicità dello Stato e conduce una politica di potenza abbastanza spregiudicata, imprigiona giornalisti, reprime il dissenso, non mi piace e spero l'Europa e l'Italia queste cose le dicano a Erdogan e non solo ci facciano affari".

Fratoianni: "Nessuna pietà"
"In Turchia c'è un signore che mette in galera i deputati dell'opposizione, i magistrati e gli insegnanti violando sistematicamente i diritti umani. In Turchia c'è un signore che massacra le popolazioni curde e quelle milizie che hanno sconfitto il Califfato dell'Isis mente il suo regime intratteneva rapporti opachi con settori terroristici. Il presidente turco Erdogan, che a quanto pare rifiuterà pure di incontrare la stampa italiana ed internazionale, avendo evidentemente paura della verità, dovrà ricevere dalle nostre autorità parole nette e chiare a difesa dei democratici incarcerati per le loro idee, e a difesa dei valori di libertà su cui si fonda la nostra Repubblica». Queste le parole del segretario nazionale di Sinistra italiana, Nicola Fratoianni di Liberi e uguali. "Erdogan deve sapere che non ci sarà nessuna tolleranza o ambiguità verso un regime sanguinario e spietato. L'Italia dimostri di aver la schiena diritta di fronte a personaggi di questa risma".