4 novembre 2024
Aggiornato 13:00
Immigrazione

Migranti, Meloni: «Vi spiego perché la relocation dell'UE è un bluff»

La Corte di Giustizia dell'Unione Europea ha respinto i ricorsi di Slovacchia e Ungheria contro le “relocation” dei richiedenti asilo. Ma per la leader di Fdi non è una vittoria

La leader di FdI, Giorgia Meloni, commenta la sentenza della Corte di Giustizia Ue sulla relocation.
La leader di FdI, Giorgia Meloni, commenta la sentenza della Corte di Giustizia Ue sulla relocation. Foto: ANSA

ROMA – La Corte di Giustizia dell'Unione Europea ha respinto i ricorsi di Slovacchia e Ungheria contro le «relocation» dei richiedenti asilo. Per «relocation» s'intendono i ricollocamenti dei migranti decisi dal Consiglio Ue per aiutare l'Italia e la Grecia a far fronte all'emergenza migratoria. Le istituzioni comunitarie esultano insieme al governo Gentiloni, ma Budapest ha definito la decisione «oltraggiosa e irresponsabile». Inoltre metterebbe a rischio «la sicurezza dell'Unione Europea». In Italia l'Esecutivo festeggia la sentenza comunitaria, ma per la leader di Fratelli d'Italia non si tratta affatto di una vittoria. «Mi trovo costretta a spegnere i facili entusiasmi di Renzi e Gentiloni dopo l'ok della Corte di Giustizia Ue sulla redistribuzione di richiedenti asilo negli Stati dell'Unione: non si tratta di una vittoria per l'Italia», scrive Giorgia Meloni su Facebook.

Meloni stronca l'euforia del Governo
La relocation, infatti, «riguarda solo i rifugiati che hanno ottenuto l'asilo e i richiedenti asilo che provengono da nazioni le cui domande vengono riconosciute almeno il 75% delle volte – spiega la leader di FdI -. Per capirci: i numeri prodotti dal Viminale ci dicono che il 5% di chi sbarca ha diritto allo status di rifugiato secondo la convenzione di Ginevra, circa il 15% ha diritto alla protezione sussidiaria stabilita a livello europeo». E la posizione di Fratelli d'Italia sull'immigrazione è «semplice», come sottolinea ancora Meloni.

Quale 'protezione umanitaria'?
«Chiediamo il rispetto della legge, sia di quella internazionale sui profughi, che di quella italiana sui permessi di soggiorno – prosegue -. La posizione della sinistra invece è aggirare la legge inventandosi la qualunque». Per Meloni l'ultima trovata è stata la 'protezione umanitaria', forma di tutela che «non esiste in nessun angolo del mondo» ma che «il governo usa per tutelare gli immigrati clandestini che arrivano nella nostra nazione e che non hanno né diritto allo status di rifugiato secondo la convenzione di Ginevra né alla protezione sussidiaria stabilita a livello europeo». Vale la pena sottolineare che uno degli stupratori dei fatti di Rimini, il congolese Guerlin Butungu, era titolare proprio di un permesso di soggiorno in Italia per motivi umanitari. Gliel’aveva accordato la commissione territoriale di Ancona, dopo aver respinto la sua domanda di asilo politico presentata nel 2015 in seguito allo sbarco da clandestino sull’isola di Lampedusa. Non c’erano i requisiti per lo status di rifugiato così decisero il rilascio del permesso umanitario.