10 febbraio 2025
Aggiornato 17:30
Caso Sea Watch

Carola Rackete contro Matteo Salvini: è colpevole di istigazione a delinquere

La pensa così l'avvocato Alessandro Gamberini, legale dell'attivista tedesca, che oggi in aula ribadito davanti al giudice il suo no alla richiesta di archiviazione formulata dalla procura di Milano

Carola Rackete contro Matteo Salvini: è colpevole di istigazione a delinquere
Carola Rackete contro Matteo Salvini: è colpevole di istigazione a delinquere Foto: ANSA

MILANO - Definire l'ex comandante della Sea Watch3, Carola Rackete, «delinquente», «criminale» e «complice di trafficanti di esseri umani» è istigazione a delinquere. La pensa così l'avvocato Alessandro Gamberini, legale dell'attivista tedesca, che oggi in aula ribadito davanti al giudice il suo no alla richiesta di archiviazione formulata dalla procura di Milano nei confronti del leader della Lega ed ex ministro dell'Interno, Matteo Salvini, per il reato di istigazione a delinquere.

Il procedimento milanese a carico di Salvini è scaturito dalla querela presentata alla procura di Roma dall'attivista tedesca che a fine giugno 2019 fu arrestata dopo aver forzato il blocco della motovedetta della Guardia di Finanza per portare la Sea Watch3 all'interno porto di Lampedusa e far sbarcare 42 migranti ospitati a bordo della nave. Un'iniziativa duramente criticata da Salvini che - prima in una diretta Facebook del 3 luglio 2019 e poi in un comizio del 18 luglio - attaccò Rackete definendola «sbroffoncella», «delinquente» e «criminale» in quanto, a suo giudizio, direttamente responsabile del tentato omicidio dei 5 militari delle Fiamme Gialle a bordo della motovedetta speronata dalla Sea Watch3 per entrare nel porto dell'isola. Parole che, aveva scritto Carola Rackete nella denuncia-querela, non sono «manifestazioni di un legittimo diritto di critica» ma «aggressioni gratuite e diffamatorie alla mia persona con toni minacciosi diretti e indiretti».

Gli atti di indagine furono poi trasferiti per competenza territoriale da Roma a Milano, città di residenza del leader della Lega. Il fascicolo fu affidato al pm Giancarla Serafini che, fatti tutti gli accertamenti investigativi del caso, dispose la citazione diretta a giudizio di Salvini ma soltanto per il reato di diffamazione, chiedendo l'archiviazione dall'accusa di istigazione al delinquere. Richiesta a cui Carola Rackete, attraverso il suo legale, si è opposta. «Sono parole ancora più gravi - ha detto oggi in aula l'avvocato Gamberini - perchè pronunciate da un leader di partito che ricopriva l'incarico istituzionale di Ministro dell'Interno».

Diverso il parere dell'avvocato Claudia Eccher, difensore di Salvini, che in aula si è richiamata alle argomentazioni dell'accusa: «Nessuna istigazione a delinquere, solo critica politica», è la linea difensiva del leader della Lega. La palla passa ora al gip Cipolla. Tre gli scenari possibili: il giudice potrebbe accogliere la richiesta della procura e della difesa Salvini e disporre l'archiviazione, ordinare nuove e più approfondite indagini oppure disporre l'imputazione coatta del leader della Lega che, in questo caso, si ritroverebbe sotto processo non solo per diffamazione di Carola Rackete ma anche per istigazione a delinquere nei confronti dell'ex comandante della Sea Watch3. Per sapere quale sarà il verdetto bisognerà comunque aspettare ancora qualche giorno: il giudice, come da prassi, è entrato in riserva.