19 aprile 2024
Aggiornato 18:00
Matteo Renzi tende la mano a M5s e FI

Legge elettorale, Renzi al Messaggero: su sistema tedesco patto con Grillo e Berlusconi. Lo chiede il Colle

'La riforma elettorale? Sul sistema tedesco l'accordo è possibile' ha detto il segretario del Pd in un'intervista al Messaggero, aggiungendo subito che è 'il Colle che ci ha chiesto di trovare un'intesa con loro'

Matteo Renzi, Beppe Grillo, Silvio Berlusconi
Matteo Renzi, Beppe Grillo, Silvio Berlusconi Foto: ANSA

ROMA - Matteo Renzi conferma i rumors e dice sì a Grillo e Berlusconi. "La riforma elettorale? Sul sistema tedesco l'accordo è possibile" ha detto il segretario del Pd in un'intervista al "Messaggero", aggiungendo subito che è "il Colle che ci ha chiesto di trovare un'intesa con loro». "Il presidente delle Repubblica - spiega Renzi - ci ha ha chiesto di fare un accordo sulla legge elettorale e noi veniamo da una cultura istituzionale per cui gli appelli del presidente della Repubblica sono impegni vincolanti per i partiti, specie per il partito di maggioranza». Dunque, prosegue Renzi, "lavoriamo per rispondere all'invito di Mattarella. Certo il sistema tedesco ha qualche pregio, a cominciare dalla soglia del 5%. Ma è noto a tutti che io avrei voluto tutt'altro tipo di legge elettorale: non è la mia prima scelta, anzi. Vediamo cosa diranno gli altri e poi ci muoveremo con responsabilità e coerenza".

Sistema tedesco sì ma...
"Dobbiamo essere pragmatici - prosegue Renzi al Messaggero - Il tedesco è un passo in avanti per uscire dalla palude, ma non è la soluzione per tutti i problemi. Il rischio di non avere una coalizione per governare è molto alto. Ma fa ridere che chi mi ha accusato per anni di volere un sistema in cui ci fosse un uomo forte e un governo stabile, oggi mi accusi per le ragioni opposte». Alla domanda se ci siano dei paletti che il Pd ritiene indispensabili per la legge elettorale, Renzi ha risposto: "Sì, la presenza del nome o dei nomi sulla scheda accanto al simbolo: la gente deve sapere per chi vota, non come con il Porcellum dove si votava un simbolo e neanche si conoscevano i nomi dei candidati. E naturalmente lo sbarramento al 5%: se deve essere modello tedesco, che tedesco sia anche lo sbarramento». Ad Alfano che chiede prima un'intesa nella maggioranza, Renzi replica secco: "Riflessione suggestiva. Ma se siamo a questo punto è perché alcuni settori della maggioranza hanno pensato di poter rimandare, rimandare, rimandare. Un popolare europeo come Alfano non farà fatica a riconoscersi nel sistema tedesco". 

Gasparri: "Non è un Nazareno bis"
Fa sentire la sua voce Maurizio Gasparri: "Sui tempi del ritorno alle urne, l'ex premier ha osservato che votare con Berlino avrebbe un senso per molti motivi a livello europeo e consentirebbe al nuovo Parlamento di impostare senza perdere nemmeno un giorno cinque anni di nuova politica economica. Vediamo che cosa dicono gli altri: il Pd non chiede le elezioni anticipate. Ma non le teme». "Noi vogliamo fare la legge elettorale e questo è un obbligo che incombe sul Parlamento dopo le sentenze della Corte Costituzionale che hanno mutilato le leggi vigenti. Non stiamo andando verso un Nazareno bis». Sulle regole è auspicabile una condivisione, prosegue l'esponente di Forza Italia, "sarebbe pericoloso se una maggioranza occasionale imponesse a tutti le proprie regole - ha continuato Gasparri - Dopo di che ci sarà la campagna elettorale dove ognuno deve giocare la propria partita per vincere, senza tentazioni consociative». E alla domanda se c'è ancora fiducia in Renzi, Gasparri replica: "Io non mi fido manco del padre o dello zio, se ci fosse, di Renzi. Le leggi si devono votare in Parlamento. Per cui si può discutere, poi c'è il momento del voto: se al momento del voto la verifica sarà positiva, andremo avanti; se dovesse accadere, come altre volte Renzi ha fatto truffando, lo diremo con chiarezza». "Non è un Nazareno bis", rimarca Mara Carfagna e aggiunge: "Il Nazareno voleva riformare l'architettura costituzionale. Questa intesa invece, serve a scrivere insieme le regole del gioco e deve essere il più possibile condivisa chiamando a raccolta anche altre forze politiche a cominciare dai 5stelle. È impensabile scrivere una legge elettorale contro qualcuno o a favore di qualcuno o su misura per qualcuno".

Listone FI-Lega? E il M5s?
Anche Carfagna esclude il listone FI-Lega: "Non credo perché la ricchezza del centrodestra risiede proprio nella capacità di rappresentare una pluralità di sentimenti, una differenza di vedute anche se accomunate da identici principi e uguali valori. Non credo quindi sia questa la strada da perseguire ma bisogna valorizzare la ricchezza di idee e contenuti». Sui grillini a essere chiaro è Gasparri: "Il M5S è sulla cresta dell'onda perché rappresenta l'antipolitica poi quando governano si dimostrano una banda di incapaci». "Basterebbe una perizia medica per la Raggi per toglierla dal Comune di Roma", punge il senatore di Fi, che comunque popone "visite psicofisiche per chiunque debba guidare un Comune o un Ministero. Varrebbe per tutti: io sono pronto a sottopormi a una visita e se mi scartano ne prenderò atto. Raggi però difficilmente la supererebbe".

Brunetta: "Tutte le condizioni per fare una legge buona"
Al coro dei commenti si unisce anche quello di Renato Brunetta, presidente dei deputati di Forza Italia, in un'intervista a Radio Radicale: "Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, aveva chiesto che si facesse in Parlamento una legge elettorale, ovvero non si utilizzassero i tronconi usciti delle sentenze della Corte Costituzionale. Il Presidente Mattarella aveva anche chiesto che si facesse in Parlamento con la più ampia condivisione, questo sta avvenendo sulla proposta Berlusconi del modello tedesco». "Da quanto se ne sa - ha proseguito - Articolo 1 è d'accordo, il Pd pare sia d'accordo, noi siamo d'accordo, un po' d'accordo è anche il Movimento di Grillo, la Lega si è dichiarata d'accordo purché si voti presto, lo stesso dicasi per Fratelli d'Italia, i centristi ex Monti hanno dichiarato in larga parte di essere d'accordo, mai in Parlamento si è visto un accordo così largo, tanto in tempi recenti, quanto in quelli lontani, su una legge elettorale».  "Vedremo - ha continuato l'esponente azzurro -, quando in Commissione affari costituzionali alla Camera cominceranno le votazioni sui primi emendamenti, cosa farà il relatore Fiano e vedremo se il Pd avrà trovato al proprio interno una sintesi, perché se così fosse in pochi giorni la legge potrebbe andare in Aula ed essere approvata rapidamente". Brunetta ha ricordato che "una volta approvata anche al Senato, i tempi per votare in maniera anticipata ci sarebbero tutti. Un vantaggio di votare in autunno è quello di sincronizzarci con il ciclo elettorale degli altri grandi Paesi europei. Ci sono tutte le condizioni per fare una legge buona che trasformi i voti in seggi con equilibrio, che dia governabilità ma anche rappresentanza, e la soglia di sbarramento - ha concluso - dovrebbe evitare la proliferazione delle piccole liste".