Renzi: «Dibattito su intercettazioni è arma di distrazione di massa»
Il Segretario del Partito Democratico: «Vero punto è se pm o Carabinieri hanno prodotto prove false». Il Ministro Orlando: «Intercettazione tra i Renzi non doveva finire sui giornali». Albamonte (ANM): «Gravissimo pubblicare intercettazioni».

MILANO - Per il segretario del Pd, Matteo Renzi, il dibattito degli ultimi giorni sulla pubblicazione o meno delle intercettazioni telefoniche che lo riguardano in relazione al caso Consip «è una gigantesca arma di distrazione di massa». Lo ha detto intervenendo alla scuola di formazione politica del Pd, dedicata a Pier Paolo Pasolini, sottolineando che il vero tema è «se un pm o un capitano dei Carabinieri ha fabbricato prove false su un rappresentante delle istituzioni».
Orlando: «Intercettazione tra i Renzi non doveva finire sui giornali»
La telefonata tra Matteo e Tiziano Renzi «non doveva stare sul giornale perché non ha alcuna rilevanza penale. Quindi non doveva stare neppure tra gli atti processuali. E mi sono ancor più sorpreso che, non essendoci, fosse stata diffusa. Per questo è necessario fare la massima chiarezza». Lo afferma il ministro della Giustizia, Andrea Orlando, intervistato da «la Repubblica» sottolineando che «non era giusto diffonderla, chi si trova una conversazione del genere tra le mani, è difficile che dica di no. Il problema è evitare le fughe. Intervenire sulla pubblicazione diventa complicato nell'epoca di internet». La soluzione? «approvare subito la legge».
Sulla necessità della fiducia al ddl penale il guardasigilli non ha dubbi. «Penso che una qualunque modifica al testo, possibile con i voti segreti, lo rimanderebbe al Senato, e quindi, dato lo stato avanzato della legislatura, a un nulla di fatto. Mi auguro che tutto il Pd si convinca del fatto che c'è una contraddizione tra il denunciare l'utilizzo improprio delle intercettazioni e tenere ferma una legge che affronta il tema per più di tre anni, compresa la campagna referendaria sulla quale si riteneva che la legge potesse avere un impatto negativo».
Albamonte (Anm): Gravissimo pubblicare intercettazioni
La pubblicazione delle ultime intercettazioni tra Matteo e Tiziano Renzi «ancora coperte da segreto investigativo, è gravissima. È un reato. Non è solo questione di rispetto della persona ma un danno all'inchiesta. Il pm che sta lavorando ha il diritto alla segretezza perchè i soggetti al centro dell'indagine non possano prendere le contromisure». Lo afferma il presidente dell'Anm, Eugenio Albamonte, in un'intervista a La Stampa.
Sulle nuove regole per la pubblicazione di colloqui intercettati, con una maggior tutela della privacy verso terzi, previste nella riforma del processo penale, Albamonte non ha dubbi, «Principio sacrosanto. Anche noi pensiamo che sia un segno di civiltà il rispetto dei terzi, ma anche, mi lasci dire, dell'indagato stesso». Il numero uno dell'Anm sottolinea poi che, «dopo l'incontro che abbiamo avuto con il ministro, siamo più tranquilli perché ci è stato detto che la commissione che redigerà le norme applicative sarà largamente rappresentativa».
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