27 aprile 2024
Aggiornato 01:00
Per il Presidente, i nazionalismi non erano l'età dell'oro

Mattarella difende l'Ue: il modello europeo è unico e irreversibile, guai a demolirlo

Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella difende l'Ue - una conquista di pace unica e irreversibile - e bacchetta chi la critica troppo, perché considera l'era dei nazionalismi un'età dell'oro

ROMA - Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella difende a spada tratta l'Europa. L'Unione europea, a suo avviso, modello unico al mondo, rappresenta un punto di riferimento per molti Paesi. Spesso, soprattutto negli ultimi tempi, viene criticata e contestata da alcuni Paesi che - usando come pretesto fra gli altri i rigidi criteri di controllo sui bilanci nazionali imposti da Bruxelles o l'arrivo sempre più massiccio, e le difficoltà evidenti a gestirli, di migranti - rilanciano il nazionalismo, il ritorno ad una 'vita' all'interno dei propri confini.

L'Ue è irreversibile
Per Mattarella, questo tipo di retorica cerca di lasciar intendere come potesse essere considerata una sorta di 'età dell'oro' quella delle forti identità nazionali non annacquate dall'ideale comunitario. Ma, per il presidente della Repubblica, è una posizione che non rispecchia la realtà e non considera le «straordinarie conquiste» portate dal modello europeo. A partire dal quel «primato della pace» che caratterizza il Vecchio continente dalla fine della Seconda guerra mondiale. Insomma una strada, quella intrapresa dai 28 paesi membri dell'Ue, che deve essere ritenuta «irreversibile», anche se i risultati raggiunti sinora «non debbono mai considerarsi scontati e, quindi, automaticamente eterni»: è necessario che vengano rinsaldati, proprio nel momento in cui «vengono messi in discussione i valori fondanti dell'Unione». Questo, dunque, il quadro tracciato da Mattarella nel corso del suo intervento a Gorizia, in occasione della celebrazione dei cento anni di unione all'Italia del capoluogo isontino.

Nazionalismi e frontiere? Non erano l'età dell'oro
Mattarella ha ribadito il suo chiaro e netto spirito europeista e la sua distanza dagli attacchi che arrivano all'Ue, soprattutto da parte delle forze populiste, dei movimenti demagogici e anti euro che ormai trasversalmente attraversano tutti i paesi dell'Unione. I concetti espressi dal capo dello Stato non lasciano spazio a dubbi: le critiche all'Ue e alle sua 'mancanze', alla sua burocrazia elefantiaca, alla sua a volte farraginosità nell'agire possono anche avere un senso, ma devono tendere ad essere costruttive e non demolitrici. Quindi, proprio da quel considerando confine tra Italia e Slovenia segnato da due guerre, occupazione nazista e foibe, Mattarella ha lanciato un messaggio a quegli Stati che pensano che l'Europa debba fare un passo indietro tornando ai nazionalismi e alle frontiere. Le parole espresse dal capo dello Stato potrebbero far pensare anche ad un richiamo all'atteggiamento di forte critica all'Unione europea assunto dal premier Renzi.

Serve una politica comune
E' evidente quale sia l'obiettivo della dura trattativa con Bruxelles - stando dentro la Ue, non mettendosene fuori - avviata dal presidente del Consiglio: i criteri di impostazione della nostra manovra di bilancio e la soluzione del sempre più drammatico, soprattutto per il nostro Paese, esodo di migranti. D'altronde - e potrebbe essere un punto di contatto tra capo dello Stato e premier piuttosto che di divisione - Mattarella ha sempre detto che se l'Europa non trova una politica comune su crescita e migranti perde la sua ragion d'essere.

Conquiste straordinarie
«Troppe volte - nella dialettica interna e internazionale - l'Unione viene criticata, le sue regole trattate come l'esempio di una burocrazia complessa e, a volte, addirittura oppressiva, come un limite rispetto a un passato esclusivamente nazionale che taluno vorrebbe raffigurare come una sorta di età dell'oro», ha detto Mattarella. Eppure, il Presidente ha chiarito che, a suo avviso, «questo giudizio non rispecchia le straordinarie conquiste di un modello di convivenza e crescita unico al mondo - visto in altri continenti come modello cui ispirarsi - e non riflette la verità più profonda che emerge dalle vicende storiche vissute dal nostro Continente».

Progetto di grande valore
L'Unione Europea, l'unione dei popoli europei, dei cittadini dei nostri Paesi, ha sottolineato Mattarella, «è un progetto di grande valore, che va coltivato quotidianamente, anche per rimuoverne le imperfezioni, le contraddizioni, per migliorarlo sulla base di una critica anche severa ma costruttiva, attenta e, soprattutto, di spinte ideali all'altezza dei tempi e della storia».

Primato della pace
L'Ue, ha ricordato il presidente, «ha cambiato le regole del gioco, facendo tacere le armi e parlare i popoli, facendo recedere i nazionalismi e avanzare il dialogo». Ed è «a questo progetto politico e sociale, prima ancora che economico, che dobbiamo il più lungo periodo di pace che l'Europa abbia mai sperimentato. E questo primato della pace non va rimosso nelle riflessioni, e men che mai, dimenticato, proprio perché desideriamo fortemente che esso sia irreversibile».