Referendum, il «dietrofront» di Renzi: «Pronto a cambiare l'Italicum, sono sincero»
Il Presidente del Consiglio si è detto disponibile a cambiare l'Italicum, tenendo in considerazione le istanze della minoranza, indipendentemente dal parere della Consulta, ma avvisa: «Non accetteremmo mai una legge elettorale peggiore di questa».
ROMA - «Io non do importanza alla decisione della Consulta, anche se dice sì, noi siamo pronti a cambiare» l'Italicum «se serve». Lo dice il premier Matteo Renzi, intervistato dal TgNorba, sottolineando che però legge elettorale e referendum sono due cose distinte. «Una legge elettorale - osserva - si può cambiare in 3 mesi, in 5 mesi, una riforma costituzionale no».
Apertura
«L'Italicum non piace? E che problema c'è, discutiamola, approfondiamola, ma facciamo una legge elettorale migliore di questa, non accetteremmo mai una legge elettorale peggiore di questa. La mia apertura è vera, sincera». Lo dice il premier, Matteo Renzi, intervistato da TgNorba.
In attesa del responso della Corte
Nelle prossime settimane arriverà il responso dalla Corte costituzionale, che dovrà esprimersi sulla legittimità del testo e in particolare sul premio di maggioranza, dopo che la precedente legge, il cosiddetto «porcellum», era stato bocciato dai giudici proprio nella parte che prevedeva l’assegnazione della maggioranza assoluta dei seggi alla Camera alla coalizione vincente indipendentemente dal risultato ottenuto.
Un messaggio alla minoranza...
Le parole di Renzi sono indirizzate in particolare alla minoranza interna, che da tempo chiede modifiche sostanziali al nuovo meccanismo di voto per evitare che la combinazione tra i maggiori poteri all’esecutivo che arriveranno dalla riforma costituzionale e il metodo di assegnazione dei seggi dell’Italicum che favorisce il partito di maggioranza relativa finisca col concentrare troppo potere nelle mani del capo del governo.
... non apprezzato da Bersani
Ma non è la prima volta, negli ultimi giorni, che Renzi apre a possibili modifiche alla legge elettorale. Dura, la risposta giunta dall'ex segretario Pd Pierluigi Bersani: "Non siamo qui per pettinare le bambole, non accettiamo aperture verbali, segnali di fumo. Il governo ha redatto e presentato l'Italicum, ci ha messo la fiducia, ha buttato fuori dalla Commissione chi voleva emendarlo, me compreso. Ora mi aspetto che il governo e il Pd prendano un'iniziativa visibile ed efficace, dicano che i senatori saranno eletti e non nominati e che sono pronti a una radicale modifica dell'Italicum».
Votare secondo coscienza
Il punto nodale, per Bersani e la minoranza Pd in generale, è sempre lo stesso: vale a dire il combinato disposto con le riforme: «Già questa riforma ha un po' difetti, ma non puoi riformare le istituzioni e poi consegnarle ad una maggioranza deformata. Almeno, non puoi farlo con il mio sì», ha spiegato, a margine della Festa dell'Unità di Catania, l'esponente della minoranza Pd. Che, sull'iniziativa di Massimo D'Alema di formare dei comitati per il N,o ha commentato: «Al referendum i cittadini sceglieranno secondo coscienza. E' giusto che un partito dia indicazioni, io ho detto la mia ma non mi metto a formare comitati».
Su D'Alema
A D'Alema, e alla sua battaglia contro la riforma, Renzi ha invece risposto con una battuta: «Il Pd discute, poi vota sì - ha fatto notare il leader del Nazareno all’intervistatore -. D’Alema? Credo che voglia tornare in campo, con la Bicamerale...è un film già visto ed è un film che non mi è piaciuto».
(Fonte Askanews)
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