19 aprile 2024
Aggiornato 20:00
Capigruppo replicano a Fiano

M5S: In tre anni restituiti 60 milioni di euro, il Pd zero

I grillini attaccano il partito del premier, che, terrorizzato dagli esiti delle prossime elezioni amministrative, cerca di confondere le carte e ingannare i cittadini

ROMA - «La propaganda di regime del Pd renziano rasenta la follia. Terrorizzati dalla vittoria del Movimento 5 Stelle, ripetono bugie all'infinito e confondono le acque con uno squallido gioco delle tre carte nel tentativo d'ingannare i cittadini». Queste le parole con cui Michele Dell'Orco e Stefano Lucidi, capigruppo M5S Camera e Senato, attaccano il partito del premier. Il Movimento 5 Stelle in tre anni di vita parlamentare ha rinunciato e restituito ai cittadini italiani oltre 60 milioni di euro: 17,5 milioni di euro in tagli agli stipendi e diarie finiti a finanziare ad oggi oltre 1.850 piccole imprese a cui aggiungere i 42,7 milioni di euro di rimborsi elettorali rinunciati nel 2013 e rimasti nella pubblica disponibilità dello Stato cioè dei cittadini, spiegano ancora i due parlamentari. 

Pd si è «intascato» quasi 46 milioni
L'attacco al Partito democratico si fa più duro quando i due esponenti pentastellati sottolineano come il partito di Renzi, negli anni, non avrebbe mai restituito un euro: «Mentre dal 2013 in Parlamento il Movimento 5 Stelle ha rinunciato e restituito oltre 60 milioni di euro tra rimborsi elettorali e stipendi parlamentari - proseguono i grillini - il Pd si è intascato 45,8 milioni di euro per le elezioni politiche 2013 a cui aggiungere altre decine di milioni dei rimborsi elettorali per le regionali fino al 2014, ed oggi chiede a 1,4 milioni di cittadini italiani di restituire pure gli 80 euro», continuano Dell'Orco e Lucidi. A conclusione del loro discorso, i due affermamo: «Se poi il Pd pensa che i dipendenti dei gruppi parlamentari, cioè personale legislativo, giornalisti, professionisti specializzati in legge, economia, ambiente, trasporti ed altre materie che nulla c'entrano con il finanziamento ad un partito privato, debbano lavorare gratis lo dicano pubblicamente ed inizino ad applicare ai loro dipendenti questa volontà». 

Di Maio: ecco la storia di Tito
A proposito di soldi restituiti, Il vicepresidente della Camera, Luigi Di Maio, sul suo profilo Facebook ha pubblicato un post in cui racconta la storia di Tito, artigiano 61enne di Livorno, rinato grazie al reddito di cittadinanza. Tito è uno dei 100 cittadini ai quali è stato concesso il reddito di cittadinanza locale (500 euro per sei mesi in via sperimentale) istituito con la delibera 556 del 17 dicembre 2015. Secondo quanto scrive Di Maio, l'artigiano avrebbe espresso parole di gratitudine e speranza. «Questo reddito di cittadinanza mi ha dato, come ad altri, la possibilità di tornare ad essere cittadino a pieno titolo perché ho avuto l’opportunità di uscire dalla mia situazione di crisi personale, non solo materiale bensì psicologica». Un aiuto importante che ha permesso all'artigiano di rimettersi in piedi e continuare il suo lavoro: «Prima di questa svolta i miei pensieri erano concentrati solo sulla gestione dei problemi legati alla mera sopravvivenza. Invece, grazie a questa amministrazione comunale che ha avuto la grande sensibilità di aiutare concretamente chi ha bisogno, mi sono anche rimesso in gioco».