Meloni: «Il Governo scende pesantemente in campo in difesa di Giachetti»
Il Pd starebbe portando avanti una campagna elettorale disperata perché Renzi sarebbe in difficoltà sulla capitale. Intanto, Meloni si chiede se il Governo porterebbe avanti quanto promesso anche se non vincesse Giachetti
ROMA - Continua l'attacco della candidata romana Giorgia Meloni al Pd di Matteo Renzi e Roberto Giachetti. A detta della Meloni, «il Governo scende pesantemente in campo in difesa di Roberto Giachetti nel territorio della Capitale e fa campagna elettorale con i soldi di tutti i cittadini. Penso ai fondi improvvisamente sbloccati sulla Roma-lido, che aspettiamo da tanti anni e che arrivano a 10 giorni dal voto: "ops, guarda che cosa ho ritrovato"».
«Se non vince Giachetti?»
Con sarcasmo la candidata sindaco di Roma, in un'intervista in diretta sul Fb di repubblica.tv Roma, sferra l'attacco al candidato dem e ai suoi sostenitori. «E' una brutta spia - spiega Meloni - perché significa, forse, che se non vince Giachetti questo non si fa? Penso al sottosegretario De Vincenti che ha presentato lo "sblocca-Roma». La candidata romana trae le sue deduzioni: «Allora se vince Giachetti e il Pd sblocchiamo Roma, altrimenti la teniamo bloccata? E' un uso delle istituzioni un po' ridicolo». L'uso delle istituzioni e dei soldi degli italiani per fare campagna elettorale di un partito, accusa Meloni «è una cosa abbastanza vergognosa. Dell'attenzione di Renzi per le istituzioni, d'altro canto, abbiamo sufficiente contezza», ha concluso Meloni, «è un modo di fare campagna elettorale abbastanza disperato che dimostra che Renzi è in grande difficoltà, soprattutto a Roma».
Nessun ringraziamento a Berlusconi
Rispondendo a chi le chiedeva se avesse ringraziato Berlusconi dell'«aiutino» che le ha fatto dichiarando a 'Porta a Porta' il suo endorsement in una eventuale fase post-ballottaggio in cui non ci fosse Alfio Marchini, la candidata romana ha affermato: «Non ho telefonato a Silvio Berlusconi per ringraziarlo del suo 'aiutino'. Quando arriverò al ballottaggio chiederò sostegno a tutti i cittadini romani, anche trasversalmente alle storie e alle appartenenze politiche». Brucia ancora troppo il voltafaccia del leader azzurro, che, dopo aver spinto Guido Bertolaso alla ritirata, ha convogliato le energie di Forza Italia sul candidato moderato Marchini e non sull'alleata storica Meloni. «Fino all'ultimo non me lo aspettavo - ha ammesso nell'intervista - perché la considero un scelta innaturale e credo che non se l'aspettavano neanche anche i cittadini che votano Forza Italia», che - secondo Meloni - considerano incomprensibile la scelta del partito e dichiarano che faranno un'altra scelta per sostenere l'unico candidato di centrodestra davvero in corsa. Tutti gli altri candidati, secondo Raggi «sembrano frutto di una seduta psicoanalitica interna al Pd: la Raggi votava il Pd, Fassina veniva dal Pd e poi è uscito, Marchini si è candidato alle primarie del Pd, Giachetti è del Pd, poi ci sto io che vengo da un'altra storia». Che Forza Italia sembri fare «il gioco di impedire che arrivi al ballottaggio l'unico candidato di centrodestra che ha una possibilità è un'idea che non ho solo io - ha sottolineato - ma se sia il frutto di un accordo per aiutare Matteo Renzi nel momento in cui Renzi non sta messo bene in particolare a Roma non lo so».
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