26 aprile 2024
Aggiornato 01:00
L'intervista al leader della Lega Nord

Salvini: Ecco i miei primi due decreti se fossi premier

Il segretario della Lega, se fosse premier, metterebbe mano innanzitutto alla legge Fornero per poi passare al nodo sulla legittima difesa. Lavoro e sicurezza al centro delle proposte del leader leghista

ROMA – Qual è il primo provvedimento che Matteo Salvini prenderebbe se fosse premier? «C'è l'imbarazzo della scelta», risponde il segretario della Lega Nord alla domanda di Affaritaliani.it. Poi precisa che sono due i nodi urgenti da sbrogliare: «Il primo provvedimento sarebbe sulla Legge Fornero e il secondo sulla legittima difesa. Lavoro e sicurezza». Due decreti legge immediati per rimettere in moto il Paese.

L'avversario resta Matteo Renzi
A proposito del discorso alleanze, e, in particolare, rispetto ai i rapporti con Casa Pound, il leader del Carroccio si dice pronto a dialogare con tutti coloro che vogliono diventare una forza di Governo, e, rispetto alla percentuale in aumento della conformazione di estrema destra a Bolzano – dove Casa Pound al primo turno ha guadagnato voti, mentre la Lega ha perso qualcosa rispetto al 2015 – Salvini risponde che «non è l'1% in più o in meno che mi cambia la vita». Gli esponenti di estrema destra, però, nei giorni scorsi hanno fatto sapere che con la Lega Nord il dialogo sarebbe chiuso, e a questo il leader del Carroccio risponde deciso: «Bene, allora auguri. Anche Grillo ha detto mai con Salvini. Ma il mio problema non sono loro, è Renzi».

La questione ballottaggio
Torna calda la questione dei ballottaggi. Aveva suscitato non poche polemiche – rischiando di creare una frattura nell'alleanza romana – l'affermazione del leader della Lega sulla possibilità di votare Virginia Raggi, qualora al ballottaggio per il Campidoglio non fosse arrivata Giorgia Meloni, e, ad oggi, la risposta del leader della Lega si fa leggermente diversa: se a Roma accedessero al secondo turno Raggi e Marchini? «Marchini non arriva al ballottaggio neanche con il binocolo. Il problema non si pone», risponde non lasciando spazio ad alcun tipo di polemica. L'astio nei confronti del Pd viene fuori in tutta la sua forza rispetto alla situazione torinese: se a Torino arrivassero al ballottaggio il candidato del Pd Piero Fassino e quello del Movimento 5 Stelle Chiara Appendino, come si comporterebbe la Lega Nord al secondo turno? «Il mio obiettivo è essere al ballottaggio ovunque, dove non sono al ballottaggio sicuramente non voto per il Pd», risponde Salvini schivando abilmente la domanda.

Da Trump alla campagna per il «no»
Nell'agenda del segretario della Lega Nord spuntano altri appuntamenti all'estero. Tornerà negli Stati Uniti, Matteo Salvini, per incontrare ancora Donald Trump, il candidato repubblicano, ma solo dopo le amministrative del 5 giugno. Fino a quella data « giriamo l'Italia in lungo e in largo», specifica. Non manca un accenno all'appuntamento con il referendum costituzionale di ottobre: «Siccome Renzi ha inziato a girare l'Italia per fare campagna per il sì al referendum, noi - comunica Salvini - cominciamo con la nostra campagna per il no»,