20 aprile 2024
Aggiornato 01:00
Politiche europee

Renzi sull'affaire banche: «Abbiamo fatto ciò che ci ha detto Bruxelles»

Nella conferenza stampa al termine dell'ultimo Consiglio europeo del 2015 il premier si dice «soddisfatto» per tutti quei capitoli dei dossier europei aperti in cui «l'approccio italiano» si è fatto sentire. Botta e risposta con la Merkel: «L'Italia non è subalterna a nessuno».

BRUXELLES - «Noi abbiamo mantenuto gli impegni, l'Europa no»; la lettera di messa in mora della Commissione Ue all'Italia sulle impronte digitali dei migranti è «una stravaganza», lo spazio di flessibilità nei conti pubblici nazionali «fino a 16 miliardi è significativo», le parole del commissario europeo ai Servizi finanziari Jonathan Hill sono «lunari» perchè sull'affaire banche «abbiamo fatto ciò che ci ha detto la Commissione». Nella conferenza stampa al termine dell'ultimo Consiglio europeo del 2015 il premier Matteo Renzi si dice «soddisfatto» per tutti quei capitoli dei dossier europei aperti in cui «l'approccio italiano» si è fatto sentire.

Renzi: Nessun complesso di subalternità
Perchè l'Italia «non ha paura della sua ombra» quando si siede a questi vertici con gli altri paesi europei, non ha complessi di «subalternità» con nessuno, ma pone «domande», e come nel caso della discussione sul raddoppio di Nord Stream, il gasdotto che porta il gas russo direttamente in Germania passando per il Baltico, qualche volta porta con sè «la maggioranza» dei paesi membri: «Abbiamo visto un numero di paesi maggioritario sostenere la posizione dell'Italia - racconta il presidente del Consiglio -, contro si sono espressi solo, casualmente, la Germania e l'Olanda, che sostenevano che l'accordo fosse solo commerciale; noi, invece, sosteniamo che ci sia un grande valore politico nel raddoppiare Nord Stream».

Immigrazione, banche, energia, lotta al terrorismo
Sono questi i temi che animano il dibattito e che vedono subito uno scambio tra il premier e la Germania sulla questione del sistema europeo di garanzia dei depositi bancari. Uno scambio, non uno scontro. Renzi ci tiene a ribadirlo in conferenza stampa: «Tutto tranne che un attacco alla Germania. Io non l'ho attaccata e non lo farò mai», ma «se si dice che la Germania dona il sangue all'Ue io credo non sia così e ho fatto esempi concreti».
Dunque, «ho chiesto alla cancelliera Merkel, alla signora Merkel, a cui mi lega un rapporto di amicizia e di stima che non mi impedisce di porle domande, se la posizione della Germania sui depositi bancari sia definitiva o meno». E poi: «Se fossi un amministratore tedesco mi preoccuperei molto delle banche tedesche. Da noi il sistema è più solido».

Un altro punto è quello degli «hotspot»
L'Italia, sottolinea Renzi, ha mantenuto «il 50% degli impegni presi» ed entro la fine dell'anno verranno aperti altri due hotspot ma i numeri della redistribuzione dei richiedenti asilo dall'Italia e dalla Grecia verso gli altri Paesi Ue (le «relocation») sono fermi «allo 0,2%", e sono"semplicemente inaccettabili».
Se sul fronte della gestione delle politiche migratorie il bicchiere «è mezzo pieno e mezzo vuoto» su quello della battaglia nell'Ue per ottenere una maggiore flessibilità sui conti pubblici Renzi si mostra soddisfatto perché «alla fine di quest'anno portiamo a casa la grande battaglia sulla flessibilità che in questa legge di stabilità trova la prima concretizzazione» e che occupa «uno spazio significativo, fino a 16 miliardi, anche se noi ne abbiamo chiesti 13».

(con fonte Askanews)