24 aprile 2024
Aggiornato 15:30
Alfano: stragrande maggioranza imprenditori onesti

Rivolta anti-pizzo, Renzi: grazie a chi rifiuta i ricatti

Il premier Matteo Renzi e il Ministro dell'Interno Angelino Alfano commentano la notizia della ribellione di imprenditori e commercianti al pizzo chiesto dalla criminalità organizzata

ROMA - «Grazie al coraggio di chi rifiuta ricatti, grazie a Carabinieri e inquirenti. Bagheria non e' cosa loro». Lo scrive su Twitter Matteo Renzi commentando la notizia della ribellione di imprenditori e commercianti al pizzo chiesto dalla criminalità organizzata.

Alfano plaude agli imprenditori onesti...
«È una grande operazione, quella denominata Reset 2, importantissima sotto due aspetti. La gente, gli imprenditori onesti, quella stragrande maggioranza di persone che vede nella mafia la fine di ogni possibilità di riscatto e di sviluppo, è scesa in campo con più determinazione e non ha avuto paura di farlo, perché ha fiducia nelle istituzioni e crede convintamente nella legalità». È quanto ha affermato il ministro dell'Interno Angelino Alfano che ha telefonato al Comandante Generale dei Carabinieri, Tullio Del Sette, per complimentarsi per il lavoro svolto con l'arresto di 22 persone a Bagheria.

... e ai nostri Carabinieri
«L'altro aspetto, non meno importante - ha sottolineato il ministro -, è lo straordinario lavoro dei nostri Carabinieri, in particolare del Comando provinciale di Palermo, che oggi hanno inferto un durissimo colpo al mandamento mafioso di Bagheria con 22 provvedimenti restrittivi nei confronti di capi e gregari. Complimenti dunque alla Magistratura e ai Carabinieri per i risultati raggiunti che rappresentano un altro punto a vantaggio della Squadra Stato di cui tutti, a vario titolo, facciamo parte. Tutto questo - ha concluso Alfano - è stato possibile grazie alle ricostruzioni attente e coraggiose di oltre trenta imprenditori locali che hanno trovato la forza di dire 'no' al 'pizzo' e alle spietate logiche criminali».

L'operazione
Il premier e il ministro dell'Interno si riferiscono in particolare al durissimo colpo inferto a Cosa nostra nel «feudo mafioso» di Bagheria, alle porte di Palermo, grazie alla collaborazione di commercianti che per anni hanno subito il pesante giogo del pizzo. Stamani i carabinieri del Comando Provinciale di Palermo hanno eseguito 22 provvedimenti restrittivi nei confronti di altrettanti capi e gregari del mandamento bagherese, ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione per delinquere di tipo mafioso, estorsione, sequestro di persona, danneggiamento a seguito di incendio. Le indagini, condotte dai militari del Nucleo Investigativo di Palermo con il coordinamento della Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo, hanno evidenziato la soffocante pressione estorsiva esercitata da temutissimi capi mafia che, dal 2003 al 2013, si sono succeduti ai vertici dell'organizzazione mafiosa. Una cinquantina le estorsioni documentate grazie alla dettagliata ricostruzione fornita da 36 imprenditori locali che hanno trovato il coraggio, dopo decenni di silenzio, di ribellarsi al racket. 

Uno scenario variegato
Lo scenario delle «imposizioni» si è presentato estremamente ricco e variegato in quanto, se pur particolarmente attento al settore dell'edilizia, incideva su ogni remunerativa attività economica locale, dai negozi di mobili e di abbigliamento, alle attività all'ingrosso di frutta e di pesce, ai bar, alle sale giochi, ai centri scommesse. Di fatto questi arresti dimostrano una vitalità enorme del movimento antiracket in luoghi da sempre controllati militarmente da Cosa Nostra.  «La recente importante operazione dei Carabinieri a Bagheria ci fa ben sperare nella lotta al malaffare anche perché importante e determinante è stata la collaborazione degli imprenditori», ha detto Rosanna Montalto, Vicepresidente di Confcommercio Palermo con delega alla libertà d'impresa, commentando gli arresti per mafia avvenuti stamani a Bagheria, per i quali è stata fondamentale la ribellione degli imprenditori contro il pizzo. «Segnale tangibile che i tempi sono cambiati e che gli imprenditori non sono più disposti a soccombere, anche grazie al costante e silenzioso lavoro delle associazioni di categoria ed antiracket attive nel territorio, in sinergia con le forze dell'ordine - ha aggiunto Montalto -. La nostra volontà, e il nostro impegno, è di liberare la nostra economia dal cappio della mafia. Ricordiamo ancora una volta che Confcommercio Palermo c'è ed è pronta ad assistere e accompagnare gli imprenditori lungo tutto il percorso di denuncia».

(Con fonte Askanews)