20 aprile 2024
Aggiornato 09:30
Se opposizione discute nel merito come fatto al Senato e in Commissione Camera

Rai, Giacomelli: nessuno sbarramento, pronti a migliorare riforma

Secondo il sottosegretario allo Sviluppo economico Antonello Giacomelli, sulla riforma della Rai non sono esauriti i margini di miglioramento e ci saranno iniziative in aula da parte dei relatori

ROMA - Sulla riforma della Rai «non sono esauriti i margini di miglioramento e ci saranno iniziative in aula» da parte dei relatori. Lo ha detto il sottosegretario allo Sviluppo economico Antonello Giacomelli parlando in aula alla Camera nel corso della discussione generale sulla riforma della Rai.

Equilibrio di poteri
«Si dice - ha osservato - che questo testo stravolge l'equilibrio dei poteri a vantaggio del governo, quindi a giudizio delle opposizioni il sistema attuale non è così: come se le cose accadute negli anni passati appartenessero all'iperuranio. Chi porta la responsabilità ultima delle scelte se non la maggioranza? Finché la Corte Costituzionale ancorerà al Parlamento il rapporto col servizio pubblico è evidente che sarà così. O non ricordiamo alcuni fatti accaduti? Questo rapporto tra istituzioni e servizio pubblico trasformato in commistione tra gestione e politica per noi è un male, va superato mentre va rafforzato il rapporto tra il Parlamento e la Rai. Per questo l'elezione dei consiglieri di amministrazione, secondo la riforma, avverrà in aula».

Contrario alla maggioranza qualificata
Giacomelli si è detto contrario alla maggioranza qualificata dei 2/3 per eleggere il Cda chiesta da alcune forze di opposizione «perché questo determinerebbe lo stallo e rischierebbe di esser letto dalla mattina dopo da qualunque osservatore come il fatto che non ci sarà nessuna nomina se la maggioranza non l'approva. Significherebbe consegnare le chiavi alla maggioranza di ogni nomina. Il testo della riforma rispetta pienamente la centralità del Parlamento, invece». Così come contrario è il governo al meccanismo di revoca sempre con i 2/3: «Una previsione che andrebbe oltre la disciplina attuale che non prevede una maggioranza qualificata. Temo finiremmo anche qui per ingessare uno strumento creando difformità».

Lavori in corso
Il sottosegretario ha quindi annunciato che i relatori sono al lavoro su un emendamento alla norma che prevede la deroga, rispetto all'applicazione del codice dei contratti pubblici, per i contratti aventi per oggetto l'acquisto, lo sviluppo, la produzione o la commercializzazione di programmi radiotelevisivi e i contratti aventi ad oggetto lavori, servizi e forniture di importo inferiore alle soglie di rilevanza comunitaria. «Non vogliamo uscire da una disciplina ma quella disciplina già riconosce una specificità alla Rai: noi vogliamo tutelare che nella sua attività propria la Rai sia in condizione di stare sul mercato».

Nessuno sbarramento preventivo
Quindi non c'è «nessuno sbarramento preventivo» da parte del governo: «Se l'atteggiamento delle opposizioni anche in aula sarà di confronto anche serrato nel merito da parte del governo c'è la piena disponibilità ad approfondire tutti i punti. L'obiettivo del governo è avere una Rai dove la dimensione aziendale prevalga su un rapporto malsano con la politica. Siamo disponibili se il clima rimane quello delle commissioni e del Senato».

(Con fonte Askanews)