19 marzo 2024
Aggiornato 05:30
«Con Gabrielli per un Giubileo che rende orgogliosi»

Il sindaco torna in scena, o quasi

Il primo cittadino di Roma, Ignazio Marino, dai Caraibi, risponde sulle colonne de Il Messaggero all'attore romano Gigi Proietti: il Campidoglio lavorerà con il prefetto Gabrielli per la buona riuscita del Giubileo. Il Comune di Roma si impegna per trasparenza e legalità

ROMA (askanews) - Con il prefetto di Roma Gabrielli «affronteremo le questioni più delicate, verificheremo ciò che ancora c'è da fare sul terreno della legalità e della trasparenza, con lui lavoreremo per realizzare un Giubileo della Misericordia che riempirà di orgoglio i romani e gli italiani». Lo scrive il sindaco di Roma, Ignazio Marino, sul Messaggero, rispondendo alla lettera di Gigi Proietti pubblicata ieri sul quotidiano di via del Tritone.

I fatti gravi dei funerali del boss
Il numero uno del Campidoglio, in vacanza tra Caraibi e Stati Uniti, ripercorre le ultime due settimane calde della Capitale. «Sicuramente è successo un fatto molto grave: i funerali di un uomo della famiglia Casamonica sono stati una esibizione muscolare della criminalità organizzata, un colpo battuto molto rumorosamente», afferma Marino sottolineando che «al di là delle mancanze e delle disattenzioni di cui ha parlato il prefetto, che hanno impedito di comprendere prima cosa sarebbe successo a piazza don Bosco, credo che il segnale delle mafie non sia un segnale di forza ma il tentativo di riaffermare il proprio potere in una fase totalmente nuova. C'è, infatti, l'inchiesta sul cosiddetto Mondo di Mezzo, le sentenze sui clan di Ostia, l'attenzione nuova che lo Stato dedica alla "sfuggente" mafia romana (sfuggente proprio perché molteplice e senza una sola testa)».

L'impegno del Campidoglio per la legalità
Ma, per Marino, «c'è l'impegno fermissimo del Campidoglio e mio personale, da due anni, perché sia fatta terra bruciata attorno all'intrico di interessi che ha messo insieme corruzione, pezzi della macchina amministrativa e poteri mafiosi (pesante eredità del sindaco che mi ha preceduto, adesso indagato per associazione mafiosa)». «Abbiamo cambiato tutto», sottolinea il sindaco, «ci siamo dati regole per garantire piena trasparenza, abbiamo voluto una rotazione di tutti i dirigenti (alcuni sono già sospesi dal servizio, su altri avvieremo in accordo col prefetto dei procedimenti disciplinari). Oggi non c'è un euro del Campidoglio speso senza una gara pubblica, verificata anche in collaborazione con Raffaele Cantone, col quale abbiamo firmato (prima della relazione di Alfano) un protocollo di intesa».