I tagli di Renzi li pagheranno i malati
Quella che il governo chiama riforma è in realtà l'ennesima mannaia sulla sanità. Che non serve a pagare la famosa siringa lo stesso prezzo da Bolzano a Palermo, ma a far quadrare il bilancio. Sulla pelle degli italiani
ROMA – Da una parte, come ormai d'abitudine nell'era Renzi, ci sono le promesse: «Taglieremo la Tasi sulla prima casa, l'Ires, l'Irpef, l'Irap». E, perché no, magari pure l'Istat, così la pianta con tutte quelle brutte statistiche sulla disoccupazione in crescita. Dall'altra parte, c'è la cruda realtà dei fatti. Di fronte ai tagli delle tasse per cinquanta miliardi a babbo morto, che ad oggi restano nel libro dei sogni, dieci miliardi di euro di tagli sono già arrivati. Peccato che riguardino la spesa sanitaria. Il governo, ormai bravissimo a trovare le parole più vellutate per invaselinare ogni provvedimento, ovviamente non parla di tagli, ma di «risparmi». Ma questi risparmi si concentrano per lo più sulla qualità del servizio sanitario offerto ai cittadini: sulle prestazioni specialistiche, sulle analisi, sui controlli e così via. «Solo su quelli non necessari», prosegue con la vaselina il ministro della Salute Beatrice Lorenzin. E chi lo decide se sono necessari o meno: il medico o il ministro? E con chi ce la prenderemo, un domani, se per risparmiare non ci sottoporranno più a quell'esame preventivo che magari ci avrebbe consentito di scoprire una brutta malattia: con il nostro dottore o con la Lorenzin?
Riforme solo a parole
Naturalmente sarebbe da folli sostenere che il sistema sanitario italiano non sia una fogna diffusa di sprechi, ruberie e corruzioni varie (salvo alcune rare Regioni virtuose). La vecchia storia della siringa che deve costare uguale da Bolzano a Palermo è ormai talmente nota a tutti da essere diventata quasi proverbiale. Purtroppo in tutti questi decenni i politici si sono limitati a ripeterla fino alla nausea, ad ogni nuova riforma della sanità, senza mai fare nulla per applicare concretamente questi benedetti costi standard. Così, la famosa siringa continua a costare in alcune Regioni molto più cara che in altre (e il sovrapprezzo continuano a intascarselo gli amici degli amici). In compenso, con quella stessa siringa a noi italiani hanno più volte inoculato il veleno dei tagli. È diventata la scusa perfetta per far calare una mannaia che non è servita a rendere più efficienti gli ospedali, ma solo a farne quadrare i bilanci.
Sanità per ricchi
Facile dunque prevedere cosa accadrà anche dopo quest'ennesima cosiddetta riforma. I medici ladri continueranno a rubare indisturbati; quelli onesti si troveranno sottoposti al ricatto dei risparmi e non potranno più svolgere serenamente il loro prezioso lavoro. I malati ricchi potranno continuare a rivolgersi alle loro cliniche private (e siamo certi che sia questo il caso di tutti i politici); mentre quelli poveri pagheranno sulla loro pelle, nel vero senso della parola, il prezzo della sforbiciata. Intanto la riforma è stata approvata al senato, ben nascosta nel provvedimento sugli enti locali, e ovviamente a colpi di fiducia: così Renzi può vantare un altro successo che lo incolla ancor più alla sua amata poltrona da premier. Ma era davvero così che aveva in mente di cambiare verso all'Italia?