19 aprile 2024
Aggiornato 05:30
Si taglia anche la salute

E ora Renzi vuole farci pagare pure gli esami medici

La scure del governo si abbatte anche sulla sanità: il ministro Beatrice Lorenzin presenta una lista di 208 esami di cui bisognerà diminuire le prescrizioni. Così o i medici dovranno lavorare sotto pressione o noi dovremo pagarci le visite nel privato

ROMA – Mentre le promesse di tagli alle tasse del governo Renzi restano piuttosto fumose, quelle dei tagli ai servizi sono invece concretissime. Solo che su questi non vedrete mai il presidente del Consiglio metterci la faccia, come dice lui, perché nei sondaggi rischierebbe di perdere ulteriore consenso: dunque il lavoro sporco continua a farlo fare ai suoi ministri, meglio se alfaniani. Parlando di sanità, infatti, Renzi davanti alle telecamere di Otto e mezzo non aveva speso molte parole: «Se le cose vanno in un certo modo, male che vada in legge di stabilità ci saranno le stesse cifre di quest’anno». Parole che già di per sé non si capisce bene cosa significhino: che intende il premier per «se le cose vanno in un certo modo, male che vada»? I soldi per la nostra salute se li è giocati alla roulette?

Vietato prescrivere
Prendere le forbici in mano, in compenso, è toccato appunto al ministro competente (si fa per dire), l'ingenua Beatrice Lorenzin. Che, a pochi giorni di distanza dall'intervista del suo capo da Lilli Gruber, ha incontrato i rappresentanti dei sindacati medici per presentare loro un elenco di ben 208 esami. Sono quelli a rischio della cosiddetta prescrizione facile, ovvero quelli sui quali il governo promette un giro di vite: se ne dovranno eseguire di meno. «Si vuole avere un'appropriatezza della prescrizione diagnostica – ha spiegato il ministro a La telefonata di Belpietro – ovvero che le persone siano indirizzate a fare le diagnosi che servono e non quelle che non servono. In Italia l'eccesso di prestazioni costa allo Stato 13 miliardi di euro l'anno, soldi che potrebbero essere invece ridistribuiti nel Servizio sanitario nazionale».

Medico o burocrate?
Sulla carta, siamo tutti d'accordo. Ma in concreto chi decide se l'esame è necessario o meno? Fino ad oggi è stato il medico curante, e non dubitiamo che tra le migliaia di professionisti italiani si nasconda anche qualche furbetto che non presta troppa attenzione agli sprechi. Da oggi in poi, però, a decidere sarà una griglia di criteri ministeriali. E, quando la nostra salute viene messa nelle mani della burocrazia, ci permettiamo di non sentirci particolarmente sereni: «Ci sono dei protocolli che definiscono come e quando fare le prestazioni diagnostiche – ha proseguito la Lorenzin – Sono definiti dalle società scientifiche e rivisti insieme al Consiglio superiore di sanità in base alle buone prassi».

E noi paghiamo
Ora, sicuramente noi non ci intenderemo di medicina tanto quanto il ministro, dall'alto del suo diploma di maturità classica, ma ci basta il buon senso per ribattere che per sapere se un esame andava prescritto o meno, il più delle volte occorre attenderne i risultati. Proibirlo a prescindere significa andare contro i più elementari principi della prevenzione, oltre a far lavorare i medici costantemente sotto pressione, nel timore che le loro decisioni cliniche vengano messe sotto la lente d'ingrandimento del ministero e poi sanzionate. E non è vero, come sostiene sempre la Lorenzin, che «non è che sono stati tagliati la risonanza magnetica o la Tac». Nell'elenco degli esami a rischio, pubblicato da Il Tempo, infatti, figurano anche quelli di radiologia diagnostica (come Tac e risonanza alla colonna e agli arti), insieme all'estrazione o alla ricostruzione dei denti, ai test per le allergie e a quelli per il colesterolo e così via. Alla fine, a rimetterci saremo sempre e comunque noi pazienti, perché se vorremo essere sicuri e fare comunque quell'esame dovremo rivolgerci alle strutture private e provvedere di tasca nostra. Così, gli ottanta euro che Renzi ci ha generosamente elemosinato dovremo tirarli tutti fuori dal portafogli (o anche di più) nel caso malaugurato in cui noi o qualcuno dei nostri familiari dovessimo ammalarci. È con questo metodo che il bulletto di Firenze intende tagliare le tasse?