Gramazio dentro Mafia Capitale fino al collo
Svolgeva una funzione di collegamento tra l'organizzazione, la politica e le istituzioni, l'ex consigliere della Regione Lazio Luca Gramazio all'interno del sodalizio criminoso svelato dalle indagini di Mafia Capitale
ROMA (askanews) - «La partecipazione» dell'ex consigliere della Regione Lazio di centrodestra Luca Gramazio «al sodalizio criminoso» di Mafia Capitale «non può essere in alcun modo essere messa in dubbio». I giudici del tribunale del riesame nelle motivazioni del provvedimento del 22 giugno scorso ribadiscono che a carico di Gramazio sussistono «gravi indizi di colpevolezza». Il ruolo dell'esponente di Fi è quello di «aver posto 'al servizio dell'organizzazione le sue qualità istituzionali' e di aver svolto 'una funzione di collegamento tra l'organizzazione, la politica e le istituzioni».
I rapporti con Buzzi e Carminati
Inoltre sempre Gramazio - si aggiunge ricordando il capo d'imputazione - avrebbe elaborato insieme con Salvatore Buzzi e Massimo Carminati «le strategie di penetrazione della pubblica amministrazione 'intervenendo' direttamente ed indirettamente nei diversi settori della P.a. di interesse dell'associazione». Insomma - secondo i giudici - è chiaro che «la funzione pubblica esercitata da Luca Gramazio, prima nell'ambito del Comune di Roma ed in seguito in quello regionale, sia totalmente scollegata dal perseguimento di interessi pubblici in quanto del tutto finalizzata al raggiungimento degli scopi del sodalizio» Mafia Capitale. Poi «non è elemento privo di significato che Gramazio frequenti la casa di Carminati in Sacrofano ed intrattenga con il capo un rapporto che egli stesso definisce 'amabile'. Carminati pronostica per Gramazio un futuro radioso di politico di riferimento dell'associazione evidenziando non solo il fatto di essere figlio di Domenico, ma anche la carriera brillante anche in relazione all'età ancora giovane».
L'importanza di Gramazio nel sodalizio
Nel documento del tribunale del riesame si spiega che Gramazio era «in continuo contatto con il capo del sodalizio Massimo Carminati del quale gode di stima incondizionata e come sia altresì in contatto con gli elementi di vertice dell'associazione tra i quali Salvatore Buzzi e Fabrizio Testa». «Egli, nell'ambito della propria funzione politica ha agevolato ogni attività dell'organizzazione criminale soprattutto adoperandosi per ottenere le nomine di funzionari 'amici' che potessero favorire le attività delle cooperative di Buzzi». Secondo il tribunale del riesame «Gramazio ha partecipato all'associazione mafiosa perseguendo un proprio interesse non solo economico, ma anche diretto a consolidare ed accrescere il proprio prestigio politico. E' solo attraverso la sua opera che l'associazione di Carminati riesce a penetrare quell'ambito di servizi pubblici che, in una perversa ottica di spartizione, sarebbe di pertinenza dell'area politica di destra». «La brillante carriera politica di Gramazio, evidenziata perfino da Carminati che ricorda i pregressi intimi rapporti con il padre Domenico e pronostica per Luca un radioso futuro come uomo politico di riferimento dell'associazione criminale - concludono i giudici - dimostra l'enorme capacità di questo indagato di acquisire consensi non solo tra gli elettori, ma, soprattutto, all'interno degli ambienti politici di riferimento per accrescere il proprio peso».
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