Emiliano come Renzi: nel PD di democratico solo il nome
Il Movimento 5 Stelle pugliese denuncia l'atto di «violenza» del presidente Michele Emiliano che proclama assessori tre grillini senza la loro approvazione. Emiliano ha dimenticato le basi della democrazia, affermano i pentastellati
ROMA - Si è trattato di «violenza istituzionale inaudita»: i pentastellati pugliesi denunciano l'azione del neoeletto presidente della Regione Puglia Michele Emiliano, che ha annunciato la proclamazione nella sua giunta di tre assessori del Movimento 5 Stelle contro la loro volontà. A spingere il presidente pugliese del Pd a scegliere i pentastellati è stata «la paura di essere controllato dalla principale forza di opposizione», spiegano i consiglieri a 5 Stelle.
Emiliano dimentica le basi della democrazia
Sul blog di Beppe Grillo un lungo post snocciola i fatti che hanno portato i pentastellati pugliesi ad incriminare Emiliano di una scempiaggine simile. «Ci domandiamo come si possa immaginare un tale atto», scrivono i grillini pugliesi: incomprensibile e inaccettabile la nomina ad assessori da parte del presidente senza consultazione degli interessati. «Un fuoco d'artificio mediatico», secondo i consiglieri a 5 Stelle pugliesi, che apprendono dalla stampa la notizia della nomina: il fatto in sé suscita ilarità e preoccupa allo stesso tempo, «e forse dovrebbe preoccupare tutti i pugliesi» - scrivono ancora i grillini. Per i pentastellati, non esercitando ormai da anni il mestiere di magistrato, Emiliano avrebbe «totalmente dimenticato» il principio cardine della democrazia secondo cui frutto delle elezioni sarebbe la costituzione di una maggioranza e di un'opposizione.
La politica «violenta» del Partito democratico
Quello di Emiliano è un gesto emblematico per comprendere l'impostazione del suo governo regionale, che, a detta dei grillini pugliesi, non potrà che essere autocratico, «infischiandosene della volontà nostra». I pentastellati pugliesi ribadiscono il loro «no» alla carica: più volte interpellati dal presidente e dai cittadini affinché entrassero nella giunta, i consiglieri M5S hanno sempre opposto una risposta negativa. Alla luce di quanto successo, i grillini non possono che prospettare tempi ancora più bui per la Regione Puglia. Puntano il dito contro una linea politica «violenta», i consiglieri a 5 Stelle, che riporta alla mente lo stesso modo di fare del premier Matteo Renzi. Un gesto simile – continuano i grillini della Puglia – non poteva che essere figlio di un partito in cui «di democratico è rimasto soltanto il nome».
Basta ai giochetti di palazzo
Niente compromesso, annunciano i pentastellati: dopo questo atto di violenza, anzi, i consiglieri si dicono disposti ad assumere un atteggiamento ancora più duro nei confronti della giunta di Emiliano. L'intento è quello di lavorare per una Puglia migliore, spiegano i grillini, che sottolineano la loro coerenza nel lavoro che porteranno avanti: «Non abbiamo intenzione di vendere il nostro silenzio in cambio di poltrone», ribadiscono. La vera apertura del Partito democratico al Movimento 5 Stelle è attesa al varco rispetto alle votazioni sugli incarichi di garanzia e di controllo per i quali i pentastellati hanno già dato disponibilità, ovvero per la Presidenza del Consiglio Regionale e Presidenza delle Commissioni Ambiente e Bilancio. Sarà quello il momento di tirare le somme e constatare la reale propensione di Emiliano al dialogo con i consiglieri pugliesi. Basta ai «giochetti di palazzo», concludono i 5 Stelle.
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