20 aprile 2024
Aggiornato 04:30
Il premier, fischiato, risponde agli insegnanti

Renzi: «E' il momento di tirarsi su le maniche e cambiare l'Italia, non solo la scuola»

Per quanto riguarda le riforme e i problemi del paese "non è il momento di continuare a parlare come si è fatto in questi anni" ma di "scegliere" e "tirarsi su le maniche", ha ribadito il premier, Matteo Renzi, in occasione del sostegno alla dem Alessandra Moretti per le elezioni della presdienza del Veneto.

Venezia (askanews) - Per quanto riguarda le riforme e i problemi del paese «non è il momento di continuare a parlare come si è fatto in questi anni» ma di «scegliere» e «tirarsi su le maniche». Lo ha detto il premier e segretario del Pd, Matteo Renzi, a Mestre dove è arrivato per sostenere le candidature di Felice Casson a sindaco di Venezia e Alessandra Moretti, alla presidenza del Veneto. «Sono giorni in cui torna l'atroce costante derby tra chi dice 'non ce la farete mai', quelli che dicono 'ci sono un sacco di problemi'" e chi invece "vuole tirarsi su le maniche», ha aggiunto Renzi, secondo cui i problemi problemi «ci sono, altrimenti non faremo tutte le riforme che stiamo cercando di fare».

Fischi per il premier contro la riforma della scuola
«Non è il momento - ha proseguito Renzi - di continuare a parlarne come si è fatto in questi anni facendo dotti convegni, equilibrati tavoli di lavoro: arriva un tempo che bisogna scegliere se stare dalla parte di chi ha detto che non ce la faremo mai o tirarsi su sulle maniche e affrontare i problemi e fare le cose, il mondo chiede queste all'Italia», ha concluso il premier. Se passa la riforma della scuola ci saranno 100 mila insegnanti in più, ma se non viene approvata «continuerete a fischiare», ha ribadito ancora il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, nel suo comizio a Bologna per i 70 anni della prima Festa dell'Unità. Durante i passaggi sulla riforma della scuola, decine di precari e Cobas lo hanno fischiato, assieme a diversi applausi della platea.

Cambieremo molte cose
«Siamo pronti a discutere con tutti, ma non consentiremo a nessuno di negare la realtà - ha detto Renzi -. Se la Buona scuola passa 100 mila insegnanti entreranno ad insegnare e se non passa continuerete a fischiare senza incidere sull'educazione dei nostri figli. Non è una proposta prendere o lasciare" ma "non lasceremo la scuola solo in mano a chi urla. La diamo alle famiglie e agli italiani. Non la lasciamo a chi pensa che non si possa discutere nel merito. Si è persa la funziona sociale dell'insegnante - ha aggiunto - e non è prendendo in mano un fischietto gli si ridà dignità. Molte cose nel decreto legge vanno cambiate, le cambieremo. Diffidate da chi dice che ha sempre ragione».