20 aprile 2024
Aggiornato 00:30
Emergenza sbarchi

Caritas: «Urgenti canali regolari per entrare in Europa»

Il responsabile immigrazione della Caritas italiana, Oliviero Forti in queste ore in Tunisia per organizzare dal 15 al 18 giugno una riunione di tutte le Caritas del Mediterraneo proprio sull'emergenza immigrazione, chiede che almeno si riaprano in Europa e nel nostro paese canali regolari di ingresso.

ROMA (askanews) - Il problema non è solo combattere gli scafisti ma sottrarre loro materiale umano, quel carico enorme di disperati «che fuggono con i loro figli da bombe, guerre e tagliagole verso l'Europa ma che non hanno un canale regolare per arrivare nei paesi Ue ma solo la possibilità di mettersi nelle mani di questi criminali». Il responsabile immigrazione della Caritas italiana, Oliviero Forti in queste ore in Tunisia per organizzare dal 15 al 18 giugno una riunione di tutte le Caritas del Mediterraneo proprio sull'emergenza immigrazione, chiede che almeno si riaprano in Europa e nel nostro paese canali regolari di ingresso, dopo la fine del Decreto flussi che ha, di fatto, interrotto ogni possibilità di perforare legalmente la corazza predisposta dalla Ue. Questo, secondo la Caritas, «è il problema», anche in relazione all'annunciata crescita dei flussi per motivi umanitari, viste le situazioni di guerra in Siria, Iraq, Libia e la perenne instabilità dell'intero Medio Oriente.

Non si arriva in Europa in sicurezza
«Si fa un gran parlare in queste ultime ore delle stragi nel Mediterraneo - dice Forti ad Askanews - ma la realtà, se volessimo affrontare questi temi non solo sull'emotività ma in una cornice di serietà e che non si può, al momento, arrivare in Europa in sicurezza». Per quanto riguarda, invece, la proposta dei campi di transito da allestire sulle coste del Nord Africa, la posizione della maggiore organizzazione caritativa della Chiesa cattolica non è di «chiusura aprioristica» ma la constatazione che la questione va studiata «in modo attento e lungimirante».

Tornare a Mare Nostrum
«Innanzitutto andrebbero posti in paesi dove si rispettano i diritti umani, poi occorrerebbe capire cosa accadrebbe - argomenta Forti - a quanti, famiglie, donne e bambini, non vengono ammessi a poter coronare il loro progetto migratorio. Come si assicurerebbe un loro ritorno a casa ed, infine, chi gestirebbe questi campi e con quali fondi». Secondo la Caritas, infine, va ripristinata l'Operazione Mare Nostrum al più presto anche a livello europeo. «I dati ci dicono chiaramente - ha concluso Forti - che non è vero che con questa operazione umanitaria si sono incentivate le partenze».