28 marzo 2024
Aggiornato 19:30
Contro il dissestro idrogeologico

D'Angelis: «Più prevenzione con una Protezione Civile forte»

Il coordinatore della Struttura di missione #italiasicura contro il dissesto idrogeologico, Erasmo D’Angelis, è intervenuto in audizione in commissione Ambiente della Camera, presieduta da Ermete Realacc: «In due anni 32 stati di emergenza e 5.7 miliardi di danni»

ROMA ( askanews) - In due anni 32 stati di emergenza sono costati 5.7 miliardi di danni. Lo ha detto il coordinatore della Struttura di missione #italiasicura contro il dissesto idrogeologico, Erasmo D'Angelis, nel corso della audizione in Commissione Ambiente della Camera dei Deputati, presieduta da Ermete Realacci, nell'ambito dell'esame del disegno di legge 2607: «Delega al Governo per il riordino delle disposizioni legislative in materia di sistema nazionale di coordinamento della protezione civile" apprezzamento per il disegno di legge delega in discussione, che si propone l'obiettivo di avviare la prevenzione e rafforzare il sistema di Protezione Civile».

«La prima novità positiva - ha detto De Angelis - è la fine delle iniziative legislative e di manovre finanziarie intraprese da diversi Governi mirate a ridurre le competenze e le risorse del sistema nazionale della protezione civile, con il Dipartimento guidato da Franco Gabrielli che ha dovuto far fronte a tante emergenze dal 2011 con scarsissime risorse e facendosi sempre carico di tante responsabilità, e facendo ricorso al suo volontariato che merita medaglie d'oro».

«Siamo un Paese naturalmente a rischio - ha continuato - e solo da maggio 2013 a oggi sono stati dichiarati dal Consiglio dei Ministri ben 32 stati di emergenza legati a gravi eventi per fenomeni di frana, alluvioni e più in generale di maltempo. Il danno complessivo accertato ammonta a 5.7 miliardi di euro. Ma è dal 1945 che lo Stato italiano spende ogni anno 3.5 miliardi in media per far fronte a risarcimenti, ripristini e ricostruzioni da dissesto idrogeologico».

«La protezione civile deve ritrovare un quadro normativo chiaro e organico, ha proseguito, che la rafforzi sempre di più perché è un modello di eccellenza italiano ammirato nel mondo nella gestione delle emergenze e dei soccorsi. Oggi è guidata da Fabrizio Curcio, un grande esperto in materia di sicurezza. Ma c'è bisogno urgente - ha proseguito D'Angelis - del varo di una nuova cornice normativa che impegni tutto lo Stato ad una maggiore coscienza dei rischi, conoscenza dei fenomeni, informazione continua alla popolazione sui piani comunali di protezione civile e anche sulla necessità di adottare misure di sicurezza come il rafforzamento delle abitazioni nelle zone a rischio sismico che vedono ancora 7.5 milioni di edifici a rischio in caso di forti terremoti».

E' estremamente importante la pianificazione urbanistica con vincoli di in edificabilità e salvaguardie nelle aree più fragili e a rischio frane e allagamenti. Ad oggi solo un piccolo gruppo di Regioni hanno adottato norme stringenti (Toscana, Puglia, Liguria e Lombardia) e solo due hanno approvato Piani Paesaggistici previsti dal 2004 (Toscana e Puglia).

«Il ciclo che parte dalla previsione e allerta, passa dai soccorsi e dai ripristini si conclude con le opere strutturali di prevenzione sulle quali il Governo impegna la struttura di missione che collabora a stretto gomito con la protezione civile. Non inseguiamo più le emergenza - ha sottolineato De Angelis - ma lavoriamo sulla prevenzione. Sono stati pianificati i primi 7 miliardi di investimenti nel ciclo 2015-20, e finanziamo nel 2015 tutte le opere cantierabili delle 14 città metropolitane che ammontano ad una cifra complessiva di circa 1.2 miliardi di euro. Il Cipe ha assegnato, il 20 febbraio scorso, la prima somma di 700 milioni di euro di cui 100 milioni a sostegno alle progettazioni. Si tratta di interventi oggetto di discussione e attesi anche da 48 anni. Molti cantieri - ha concluso D'Angelis - sono già stati aperti nel periodo giugno 2014-marzo 2015: 783, per un investimento di 1.072 milioni grazie al recupero dei circa 2.3 miliardi di euro non spesi negli ultimi 15 anni. E' stato un test positivo, effetto anche della nomina dei Presidenti delle Regioni a Commissari di Governo contro il dissesto, e delle nuove norme taglia-burocrazia previste dal Dl cosiddetto Sblocca Italia».