19 marzo 2024
Aggiornato 04:00
Berlusconi attende l'udienza in Cassazione

Caso Ruby: è arrivato il giorno del giudizio

Il processo Ruby approda in Cassazione. Per Silvio Berlusconi si prospetta è il giorno del giudizio. Ancora una volta la sentenza di un Tribunale avrà ripercussioni sugli assetti politici del Paese. E ancora una volta il destino dell'uomo che per oltre 20 anni è stato protagonista dello scenario politico italiano appare legato con un filo diretto all'esito di una vicenda giudiziaria.

MILANO - Il processo Ruby approda in Cassazione. Per Silvio Berlusconi si prospetta è il giorno del giudizio. Ancora una volta la sentenza di un Tribunale avrà ripercussioni sugli assetti politici del Paese. E ancora una volta il destino dell'uomo che per oltre 20 anni è stato protagonista dello scenario politico italiano appare legato con un filo diretto all'esito di una vicenda giudiziaria.

ASSOLUZIONE O APPELLO-BIS? - L'udienza Ruby è stata assegnata ai giudici della Sesta Sezione Penale della Cassazione. Presidente del collegio è Nicola Milo, giudice relatore Orlando Villoni. Due giudici specializzati nei reati contro la Pubblica Amministrazione, ma anche - sottolineano i ben informati - vicini alle posizioni di Md, la corrente più a sinistra della magistratura, quella - almeno sulla carta - più "ostile" a Berlusconi. Le prime cause saranno trattate a partire dalle 10 del mattino, l'udienza di Berlusconi è la numero 4 in calendario. Il verdetto, insomma, potrebbe arrivare già nella serata di domani, al più tardi nei giorni immediatamente successivi.Tre gli scenari possibili. La conferma dell'assoluzione incassata in appello sarebbe la soluzione più favorevole per Berlusconi. Ma i giudici in ermellino potrebbero anche emettere una sentenza di annullamento con rinvio per entrambi i capi di imputazione (concussione e prostituzione minorile) o soltanto per uno di loro. In entrambi questi casi, il processo Ruby tornerebbe a Milano per un appello-bis, con Berlusconi di nuovo costretto a sedere sul banco degli imputati. Impossibile azzardare pronostici, soprattutto alla luce dei trascorsi processuali che aumentano le incognite della vigilia. Il processo di primo grado si era chiuso con una condanna pesante: 7 anni di carcere, un anno in più rispetto alla richiesta formulata dal pm Ilda Boccassini.

SULLO SFONDO ANCHE L'INCHIESTA RUBY-TER E IL PROCESSO DI BARI - Per il collegio presieduto da Giulia Turri, Berlusconi era consapevole della minore età di Ruby. Ed è proprio per questo che, una volta saputo che la minorenne marocchina era stata fermata a Milano per un piccolo furto, l'ex premier avrebbe alzato la cornetta e contattato più alti funzionari della Questura di Milano: per convincerli, abusando del suo ruolo di capo del governo, ad affidare Ruby a una sua persona di fiducia (Nicole Minetti) e non alla comunità per minori così come era stato disposto dal pm dei minori in servizio quella notte, tra il 27 e il 28 maggio 2010. Di qui la condanna per «concussione per costruzione» accanto a quella per «prostituzione minorile». Ecco perché il verdetto di assoluzione «per non aver commesso il fatto» incassato al termine del processo d'appello risultò un vero e proprio colpo di scena. Non soltanto per l'esito processuale diametralmente ribaltato rispetto alla sentenza di primo grado, quanto soprattutto per lo "strappo" di Emilio Tranfa: il presidente della seconda corte d'appello di Milano che, contrario all'assoluzione di Berlusconi e in manifesto disaccordo con i suoi due colleghi "a latere", aveva lasciato magistratura al momento del deposito delle motivazioni. Dalla lettura delle 332 pagine del provvedimento emerge chiaramente che Berlusconi è stato assolto per due motivi: innanzitutto perché, anche se ci fu un «effettivo svolgimento di atti di natura sessuale» tra l'allora premier e Ruby quando quest'ultima non aveva ancora compiuto 18 anni, «non è provato che egli conoscesse la vera età della ragazza». E in secondo luogo perché dalle telefonate di Berlusconi non sarebbe emersa traccia di minacce, nè di costrizioni nei confronti del capo di Gabinetto di Via Fatebenefratelli. Si riparte da qui, domani mattina, in Cassazione. Berlusconi teme che il giudizio degli ermellini possa essere in qualche modo "influenzato" dalle indiscrezioni emerse nei giorni scorsi su altre due vicende giudiziarie che lo riguardano direttamente: l'inchiesta Ruby ter, che lo vede imputato a Milano per presunta corruzioni di testimoni, e il processo in corso a Bari sul presunto giro di escort che l'imprenditore Gianpaolo Tarantini avrebbe organizzato a Palazzo Grazioli e Villa Certosa a favore del padrone di casa.