19 marzo 2024
Aggiornato 11:30
Il processo a Milano

Ruby ter, il teste: Barbara Guerra minacciava Berlusconi, «mostro i video e canto»

Lo ha raccontato Ivo Radaelli, architetto e immobiliarista legato a Berlusconi da «un rapporto di amicizia e stima», nel corso della sua testimonianza nell'aula del processo Ruby ter

Il leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi
Il leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi Foto: ANSA

MILANO - «Sapevo che Barbara Guerra faceva forti pressioni per avere da Silvio Berlusconi l'utilizzo della casa, denaro e altre utilità. Minacciava di andare a mostrare alcuni video a giornalisti affamati. 'Mostro i video e canto', diceva. Non ho mai visto questo video e non chiesi a Barbara che cosa contenesse quel filmato». Lo ha raccontato Ivo Radaelli, architetto e immobiliarista legato a Berlusconi da «un rapporto di amicizia e stima», nel corso della sua testimonianza nell'aula del processo Ruby ter che vede imputati Silvio Berlusconi e altre 28 persone, tra cui molte delle cosiddette «olgettine» e altri ospiti delle serate di Villa San Martino che secondo i pm di Milano sarebbero stati corrotti dall'ex Premier per rendere testimonianze false o reticenti nel ciclo di processi sul sex gate di Arcore.

Due ville in comodato a Barbara Guerra e Alessandra Sorcinelli

Tra queste anche Barbara Guerra, soubrette che - secondo quanto ricostruito nelle indagini condotte dal procuratore aggiunto Tiziana Siciliano e dal pm Luca Gaglio - avrebbe beneficiato dell'utilizzo gratuito di una villa a Bernareggio, comune della Brianza in provincia di Monza, progettata dall'archistar Carlo Botta. A curare la compravendita dell'immobile fu lo stesso Redaelli: «Nel 2010 - ha testimoniato l'immobiliarista - Berlusconi mi chiese di aiutarlo in un investimento immobiliare, così gli proposi due ville a Bernareggio che lui decise di acquistare. Due immobili del valore commerciali di circa 800 mila euro ciascuno. Soltanto dopo ho saputo che una di queste due ville era stata concessa in uso a Barbara Guerra, mentre l'altra ad Alessandra Sorcinelli. Non fui io a consegnare le chiavi a Barbara, forse fu Spinelli a farla entrare nell'immobile che era già stato arredato».

Berlusconi si sentiva moralmente in debito con le ragazze

Poi scoppiò lo scandalo che travolse Berlusconi e le cosiddette olgettine: «Non nascondo - ha sottolineato il testimone in aula - che per me è stata una fatica. Questa ragazza era molto innervosita e dava in escandescenze anche per una lampadina fulminata. Scene che sinceramente erano da pazzi, probabilmente perché lei non avevano più lavoro. Chiesi a Spinelli se c'era un regolare contratto di affitto, lui mi disse no. Così, per dare forma giuridica a questa manifestazione di generosità del presidente Berlusconi, proposi un contratto di comodato d'uso per una villa che sul mercato immobiliare poteva essere messa in affitto a 40 mila euro all'anno. Berlusconi si sentiva moralmente in debito nei confronti delle ragazze che dopo lo scandalo delle cene di Arcore non avevano più un lavoro. Ero convinto che un contratto di comodato d'uso gratuito fosse la cosa migliore da fare per regolarizzare la loro situazione. Barbara Guerra continuava a chiedere aiuto, non aveva più un lavoro ed era disperata. Berlusconi si sentiva molto triste per questo. E' una persona per bene, di nobiltà d'animo e generosità eccezionale. Di certo era infastidito, ma si sentiva moralmente in obbligo nei confronti delle ragazze. Quanto alle utenze luce e gas di Barbara Guerra, le bollette le pagavo io, poi mi facevo rimborsare dal ragionier Giuseppe Spinelli».