19 aprile 2024
Aggiornato 06:00
Caso Marò

Gentiloni: «All'India chiediamo fatti»

Il capo della Farnesina ha sottolineato che le autorità italiane sono «obiettivamente contrariate» dall'atteggiamento del governo indiano, che dice di volere il dialogo sulla questione, poi non segue nei fatti.

ROMA - Il governo italiano «come minimo è stato molto contrariato e deluso» dal no indiano alle richieste sui due marò accusati di avere ucciso due pescatori indiani. Lo ha dichiarato il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni, intervenuto questa mattina alla trasmissione Uno Mattina su Rai1. Il capo della Farnesina ha sottolineato che le autorità italiane sono «obiettivamente contrariate» dall'atteggiamento del governo indiano, che dice di volere il dialogo sulla questione, poi non segue nei fatti. Anche perché, ha detto Gentiloni, «le domande che abbiamo avanzato, respinte, erano domande di carattere umanitario».

Gentiloni ha spiegato che il governo sta lavorando per trovare un vero punto di intesa ma, ha detto, «è fondamentale che ci sia chiara manifestazione di volontà politica» da parte di Nuova Dehli.

Oggi rimbalzano in Italia indiscrezioni della stampa indiana che segnalano un ammorbidimento della linea governativa sulla questione dei marò. Gentiloni ha fatto tuttavia notare che servono effetti concreti del dialogo. Anche perchè, ha affermato, «le domande che abbiamo avanzato, respinte, erano domande di carattere umanitario».

L'Italia, ha ricordato il ministro, chiedeva che Massimiliano Latorre possa prolungare il suo periodo di permanenza e cure in Italia e che Salvatore Girone potesse avere un permesso per trascorrere a casa il Natale. Richieste «pienamente accettabili», ha evidenziato Gentiloni: «Ci auguriamo che questa dichiarata disponibilità produca risultati», cosa che «per ora, assolutamente» non trova riscontro.