18 aprile 2024
Aggiornato 09:00
Delitto di Garlasco

Stasi condannato a 16 anni in appello

Una condanna che arriva esattamente 5 anni dopo il verdetto di primo grado, emesso dal gup di Pavia il 17 dicembre 2009. Stasi era stato successivamente assolto anche in appello con una sentenza annullata dalla Cassazione. Stasi in aula: «Sono innocente».

MILANO - Alberto Stasi è stato condannato a 16 anni di carcere. Lo hanno deciso i giudici della Corte D'Assise d'Appello di Milano che lo hanno condannato per omicidio volontario della fidanzata Chiara Poggi accogliendo solo in parte la richiesta del sostituto pg Laura Barbaini. La sentenza è arrivata dopo circa 5 ore di camera di consiglio.

Decisivi i nuovi elementi - Una condanna che arriva esattamente 5 anni dopo il verdetto di primo grado, emesso dal gup di Pavia il 17 dicembre 2009. Stasi era stato successivamente assolto anche in appello con una sentenza annullata dalla Cassazione che aveva a suo carico disposto un nuovo processo di secondo grado sottolinenando la necessità di una «valutazione complessiva e unitaria degli elementi acquisiti». Decisivi sono stati i nuovi elementi emersi nel corso di questo appello bis, indizi che hanno spinto i giudici ad emettere una sentenza di condanna.
Era il 13 agosto 2007 quando l'allora bocconiano si recò dai carabinieri per denunciare l'assassinio della fidanzata Chiara Poggi, da lui stesso trovata morta in mezzo a un lago di sangue sui gradini della villetta di Via Pascoli. La prima sentenza di condanna per quell'omicidio arriva a più di 7 anni da quel giorno. Tanto è servito alla giustizia italiana per dare un nome all'autore del delitto di Garlasco.

Stasi: «Sono innocente» - Alberto Stasi aveva chiesto alla Corte chiamata a giudicarlo sull'omicidio di Chiara Poggi di non cercare «a tutti i costi un colpevole condannando un innocente». E' la ricostruzione di «Quarto Grado», trasmissione televisiva di Retequattro. Stasi, si legge in una nota, è stato l'ultimo a prendere la parola in aula questa mattina. Quando la Presidente della Corte gli ha chiesto se avesse dichiarazioni da fare, il fidanzato della vittima si è alzato e per alcuni minuti ha ribadito la propria innocenza: «Sono anni che sono sottoposto a questa pressione. E' accaduto a me e non ad altri. Perché? Mi appello alle vostre coscienze: spero che mi assolviate», ha concluso Stasi.