6 giugno 2023
Aggiornato 04:30
Comune Milano

De Corato: «No alla moschea a Milano finché si massacrano i Cristiani»

E' quanto ha dichiarato Riccardo De Corato, vicepresidente del Consiglio comunale di Milano, in merito alla realizzazione di nuove moschee a Milano: «Occorrono condizioni internazionali. Poi referendum e regole».

MILANO - «Non ci sono le condizioni per discutere, ipotizzare e realizzare nuove moschee a Milano almeno finché proseguono le violenze e i massacri contro i cristiani in Iraq e in altre aree del Medio Oriente: il sindaco Pisapia e la sua giunta non pensino che la situazione internazionale non riguardi anche la nostra città e per una volta, aprano gli occhi e non autorizzino provvedimenti inopportuni, che possano celare minacce per i milanesi e per la città». E' quanto ha dichiarato Riccardo De Corato, vicepresidente del Consiglio comunale di Milano, in merito alla realizzazione di nuove moschee a Milano.

«Il terrorismo islamico in espansione, le mattanze ad opera dei miliziani dell'Isis che non rispettano nemmeno le donne e i bambini, le truppe estremiste che hanno conquistato un terzo dell'Iraq seminando morte e distruzione arrivando a meno di cento chilometri dalla capitale Baghdad, la situazione in Siria e in Medio Oriente, impongono serie riflessioni circa la collocazione di luoghi di culto per i musulmani» ha proseguito il capogruppo di Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale in Regione Lombardia, sottolineando che «i rischi sono evidenti e attuali, sia per la nostra civiltà sia per le eventuali ritorsioni che potrebbero svilupparsi per i frequentatori delle moschee».

«Per costruire nuove strutture di questo tipo sono fondamentali la realizzazione di un referendum fra la popolazione, la scrittura di un regolamento chiaro che imponga agli Imam, fra le altre cose, di effettuare i loro sermoni in lingua italiana» ha continuato De Corato, aggiungendo che «occorre soprattutto che ci siano le condizioni internazionali necessarie per parlare di rispetto fra le religioni e libertà di culto: i massacri quotidiani, ostentati al mondo intero attraverso la messa in rete di decapitazioni e violenze che mostrano addirittura spettatori giovanissimi e anziani che sostengono le esecuzioni, ci dimostrano che queste condizioni, attualmente, non ci sono affatto».