25 aprile 2024
Aggiornato 08:30
Governo Letta

Faccia a faccia Alfano-Renzi, prove di accordo sulla legge elettorale

RP | Il segretario del Pd: «Chi la fa a maggioranza sbaglia, vorrei che fosse la più condivisa possibile». Il leader di Ncd: «Io non credo che si voglia fare l'accordo con le opposizioni prima che con la maggioranza. Vogliamo una norma in cui la sera del voto si sappia chi ha vinto, in cui i cittadini si scelgano il proprio parlamentare e in cui chi vince abbia un premio di maggioranza»

ROMA - «Chi fa la legge elettorale a maggioranza sbaglia. Se non ci sono alternative si fa così ma se all'interno delle discussioni post porcellum possiamo ravvisare un ulteriore elemento di debolezza è che l'allora maggioranza fece una legge elettorale senza il concorso delle opposizioni. Quello è stato un errore. Vorrei che fosse la più condivisa possibile da Fratelli d'Italia (Fdi) al Movimento 5 stelle (M5s), alla Lega Nord, a Scelta civica (Sc), a tutti i gruppi parlamentari», ha detto il segretario del Partito democratico (Pd) Matteo Renzi, rispondendo a una domanda sulla riforma della legge elettorale durante la presentazione del libro di Bruno Vespa a Roma.

Renzi ha quindi smorzato i toni, dopo che dal Nuovo centrodestra (Ncd) si erano alzate forti proteste su un possibile accordo Pd-Forza Italia (Fi) in merito.

RENZI, SUBITO L ELETTORALE - «La legge elettorale dobbiamo farla subito senza stabilire il parallelismo che se si fa la legge si va a votare», ha sottolineato il segretario del Pd, ribadendo: «Io non ho la fregola delle elezioni anticipate. La legge elettorale se c'è l'accordo si fa veloce. Va fatta subito e non alla fine del percorso di riforme istituzionali come qualcuno voleva. Sono otto anni che i signori che stanno in Parlamento ci raccontano che la legge elettorale è fondamentale, in questi anni gli italiani sono stati presi in giro dal gruppo dirigente che ha guidato l'Italia».

ALTRIMENTI ALTRO CHE FORCONI - Il sindaco di Firenze ha continuato: «I 2 milioni e 800mila italiani che hanno votato ai gazebo alle primarie del Pd non si sono messi in fila per me ma perché volevano dire che non ne potevano più delle nostre meline. Se non si fa la legge elettorale e non si cambia una volta per tutte il sistema della politica, altro che forconi... Io non voglio perdere la faccia e quindi si fa».

ALFANO, OK MA CON CHIAREZZA E LEALTA' - Conciliante la replica del leader di Ncd Angelino Alfano che ha spiegato di condividere i requisiti indicati dai Democratici per la legge elettorale e ha chiesto solo che ci si muova con «chiarezza e lealtà». Il vicepremier ha spiegato: «Io non credo che Renzi voglia fare l'accordo con le opposizioni prima che con la maggioranza. Vogliamo una legge elettorale in cui la sera del voto si sappia chi ha vinto, in cui i cittadini si scelgano il proprio parlamentare e in cui chi vince abbia un premio di maggioranza che lo mette in condizioni di governare».

PD GUARDI DENTRO MAGGIORANZA - La legge elettorale, ha aggiunto il ministro dell'Interno, «vogliamo farla subito, chi si sottrarrà pagherà dazio. Pure noi siamo contenti che si faccia subito. Vogliamo molto semplicemente che si faccia con le regole della correttezza e del rapporto politico leale». Non c'è motivo perché il Pd cominci il confronto con i partiti di opposizione, saltando gli alleati della maggioranza. Solo in un caso, ha ammesso Alfano, sarebbe comprensibile che il Pd guardasse fuori dalla maggioranza: «Il Pd sarebbe giustificato qualora incontrasse nei partner una resistenza. Ma non sarà così».

TUTELARE I PRECARI - Il segretario del Pd ha poi risposto a una domanda sull'articolo 18 dello statuto dei Lavoratori: «Ma chi l'ha fatta questa proposta? Leggo Davide Faraone, Yoram Gutgeld... Sono amici, ma io non ho fatto proposte. La faremo e a gennaio la presenteremo ai nostri alleati. Non è con l'articolo 18 che si cambia l'Italia, se si riparte col dibattito ideologico sull'articolo 18 siamo finiti. Il problema è dare un sussidio ai precari che perdono il lavoro, se si riparte 'articolo 18 sì, articolo 18 no'... è la strada per mandare tutto in melma». Il punto, ha spiegato Renzi, «è garantire tutele anche a chi oggi è precario e intervenire su ammortizzatori e formazione».

PD DIALOGA CON TUTTI - Il sindaco di Firenze ha proseguito: «Noi non siamo la Cgil, siamo il Pd. Non significa non avere un grande rispetto per la Cgil, ma non siamo la Camera del lavoro d'Italia. Siamo un partito che dialoga e discute con tutte le forze sindacali, con Confindustria...».

SINDACATI METTANO BILANCI ON-LINE - Il leader del Pd ha continuato: «Non ho paura a dire cose come questa: anche i sindacati mettano on line tutte le entrate e come spendono i soldi. Landini ha ragione quando dice che bisogna avere una legge sulla rappresentanza sindacale». Quanto poi al 'piano Renzi' per il lavoro, il sindaco di Firenze ha sottolineato che «la rappresentazione mediatica che viene fatta dei temi del lavoro non è corretta: vedo lanci di agenzie sul piano Renzi, ma almeno fatemelo presentare. Se un artigiano perde il posto di lavoro gliela diamo una mano anche se non ha la cassa integrazione o no? Queste cose vanno fatte ora».

CHI GUARDA IL DITO E NON LA LUNA - Il segretario del Pd ha spiegato l'impianto della sua riforma del mercato del lavoro: «Ti garantisco per due anni uno stipendio, ma quando capita un'occasione la devi accettare; secondo, i centri per l'impiego da riforma; terzo punto, c'è bisogno di una semplificazione delle regole, anziché averne 2mila 200 ne hai 50. La discussione sull'articolo 18 è l'ennesima dimostrazione di un gruppo dirigente che si preoccupa di guardare il dito e non la luna. Se il tema è come aiutiamo a creare un posto di lavoro, ci sto, sennò no. Non ho trovato nessun imprenditore che dice che non assume per l'articolo 18 e non ho trovato nessun lavoratore che non accetta un lavoro se non c'è l'articolo 18».

LE RESPONSABILITA' DI ALFANO - Renzi ha annunciato che incontrerà a breve le altre forze di maggioranza per siglare un «patto alla tedesca» che vincoli la coalizione per il 2014: «Con Ncd e con le altre formazioni politiche credo sarà naturale vedersi per definire un patto di coalizione, un patto alla tedesca, un elenco di cose da fare nel 2014... Ok, lasciamo perdere lo specchietto retrovisore, anche il centrosinistra ha le sue responsabilità, come, ad esempio la revisione a maggioranza del Titolo V nel 2001, ma vogliamo vedere come i governi di cui Alfano ha fatto parte hanno lasciato le finanze pubbliche? Basterebbe vedere il rapporto tra deficit e Pil dopo i governi di centrodestra».

DARE CERTEZZE AMMINISTRATORI LOCALI - Il numero uno dei Democratici ha ribadito: «Il patto di coalizione deve essere chiaro. Le cose che decidiamo di fare poi le facciamo sul serio. Anche questi primi mesi di governo devono essere messi a regime: le autorità locali non sono le colpevoli dello sfascio. E' sconvolgente che a oggi non siano chiare per gli amministratori locali le regole per il bilancio di previsione per il 2013».

GLI ERRORI DEL PDL - Il sindaco di Firenze ha punzecchiato ancora il ministro dell'Interno: «Voi avete deluso non i nostri elettori ma i vostri, che speravano di semplificare e deburocratizzare l'Italia...». Quanto al finanziamento ai partiti, Renzi ha attaccato nuovamente: «Nella seconda Repubblica Angelino sei stato con uno che finanziava a piè di lista, ma insomma non guardiamo il retrovisore...».

IN ITALIA SI PARLA DEL NULLA - Il sindaco di Firenze ha concluso il suo intervento con una ammissione. Ha spiegato di avere sbagliato vestito per gli auguri di Natale al Quirinale: «Ho sbagliato, sì... Ma in un paese che ha il 12,7 per cento di disoccupazione - ha ribattuto Renzi - stiamo a discutere su una giacca e se il segretario del Pd prende o no un caffè...».

Alfano ha preso la parola e ha subito puntualizzato: la legislatura non durerà fino al 2018, la maggioranza deve siglare un «contratto» per il 2014 che permetta di realizzare alcune riforme e poi porti di nuovo il paese alle urne nel 2015.

ALFANO, PATTO PER 2014, POI VOTO - Il vicepremier ha detto: «Sulla durata della legislatura sono più pessimista di Matteo, non credo possa arrivare al 2018, penso molto concretamente che come hanno fatto in Germania ci si sieda e si dica se si è compatibili l'uno con l'altro per stare insieme in un vero e proprio contratto di governo, 'Italia 2014'. In 12 mesi possiamo fare cose importanti: se cambiamo la legge elettorale, smontiamo il bicameralismo perfetto, un bel taglio alla spesa pubblica improduttiva... Saranno ricordati come 12 mesi che magari non hanno stravolto l'Italia ma che sono stati produttivi».

A GENNAIO L ELETTORALE - Poi, «nel 2015 si torna al voto, dicendo con chiarezza il programma. Sono davvero fiducioso che il mese di gennaio possa essere sia il mese della legge elettorale sia il mese di un contratto di governo», ha continuato il leader di Ncd.

TAGLIARE RADICALMENTE COSTI POLITICA - Alfano ha poi proposto di accelerare i tempi dell'entrata in vigore della nuova normativa sul finanziamento ai partiti: «I costi della politica vanno tagliati e secondo me anche radicalmente: invito a riflettere sulla utilità di rinviare al 2017 i tagli del finanziamento pubblico ai partiti. Se vogliamo dare un segnale definitivo, facciamola entrare in vigore domattina, potrebbe essere una delle scelte da fare in gennaio».