18 agosto 2025
Aggiornato 13:30
Finanziaria

Probabile fiducia del governo sul ddl stabilità, Fi e Lega all'attacco delle «marchette»

Se la verifica verrà chiesta domani mattina, il voto, salvo deroghe, ci sarà venerdì mattina. Brunetta: «In questa legge Letta-Alfano-Saccomanni, regali per almeno 144milioni 520mila euro», Pini (Lega): «O il governo e la maggioranza ripuliscono il testo da tutte le prebende oppure in aula sarà un Vietnam». Il M5s: «Era difficile peggiorare una norma come quella della web tax, ci siete riusciti»

ROMA - Il governo dovrebbe porre la fiducia sul disegno di legge (ddl) stabilità domani mattina. Questo pomeriggio è iniziata la discussione generale congiunta sul ddl stabilità e il ddl bilancio nell'Aula della Camera. Mentre domani mattina alle 9,30 ci sarà il voto sugli emendamenti al ddl bilancio e solo dopo, secondo quanto si apprende, ci sarà la richiesta di fiducia. La fiducia, secondo quanto ha assicurato il ministro dei Rapporti con il Parlamento, Dario Franceschini, sarà sul testo uscito dai lavori della commissione Bilancio.

IPOTESI FIDUCIA - Se la fiducia verrà chiesta domani mattina, il voto di fiducia, salvo deroghe, ci sarà venerdì mattina per poi passare al voto sulla stabilità e al voto finale sul ddl bilancio, dopo il Consiglio dei ministri lampo che verrà convocato per approvare la nota di variazione al bilancio che recepisca le modifiche introdotte da Montecitorio. La fiducia, visti i tempi strettissimi, è ormai scontata, salvo che i gruppi non dovessero presentare un numero davvero limitato di emendamenti, e sono in corso contatti tra governo e partiti per verificare questa difficile e poco probabile eventualità.

BRUNETTA (FI), ATTACCO A DILIGENZA - La legge di stabilità è stata ampiamente criticata da Forza Italia. Secondo il capogruppo alla Camera, Renato Brunetta è piena zeppa di «marchette»: «Inizia alle 16 di oggi la discussione in Aula alla Camera della legge di stabilità e da un esame attento del provvedimento emerge lo stampo elettoralistico e clientelare che il governo, incurante delle sollecitazioni e delle esigenze derivanti dal tessuto sociale ed economico del Paese, ha voluto dare al documento che dovrebbe definire la politica economica dell'esecutivo. Un provvedimento il cui iter in Parlamento è stato caratterizzato da un vero e proprio attacco alla diligenza, degno delle peggiori vecchie finanziarie».

MARCHETTE PER 144,5 MILIONI - Brunetta ha elencato le principali 'marchette' della «legge di stabilità Letta-Alfano-Saccomanni, per almeno 144milioni 520mila euro (solo nel 2014): 1) Comma 9-bis: 5milioni 520mila euro annui per l'assunzione di 120 nuovi funzionari pubblici per la gestione dei Fondi strutturali europei; 2) Comma 33-bis: 5 milioni di euro per le imprese che si uniscono in Associazione Temporanea di Imprese (ATI) o Raggruppamento Temporaneo di Imprese (RTI); 3) Comma 47-bis: 3 milioni di euro per il trasporto marittimo veloce di passeggeri tra le città di Messina, Reggio Calabria e Villa San Giovanni; 4) Comma 49-bis: 200mila euro per uno studio di fattibilità finalizzato al miglioramento dell'offerta trasportistica nell'area dello Stretto di Messina; 5) Comma 69-ter: 500mila euro per l'area marina protetta della zona di Grotte di Ripalta-Torre Calderina; 6) Comma 132: 126 milioni di euro LSU Calabria; 7) Comma 174: 2 milioni di euro per la comunicazione durante il semestre di presidenza italiana del consiglio dell'Ue; 8) Comma 190-bis: 900mila euro alla Fondazione Memoriale della Shoah di Milano; 9) Comma 207-bis: 300mila euro all'orchestra 'I virtuosi italiani' di Verona; 10) Comma 210-bis: 100 milioni di euro al polo museale Eur S.p.a.; 11) Comma 253-bis: 1 milione di euro all'Orchestra del mediterraneo presso il Teatro San Carlo di Napoli; 12) Comma 352-bis: stabilizzazione dei precari delle Regioni, a piè di lista (quanto costa costa)».

COMMISSIONE TRASFORMATA IN SUK - Il capogruppo ha concluso: «Grande sgomento e dispiacere, dunque, per l'atteggiamento che il governo ha assunto nella fase più delicata dell'anno, quella della sessione di bilancio, in cui ha trasformato la commissione Bilancio della Camera dei deputati in un suk. Data la crisi e la situazione economica in cui versano le famiglie e le imprese italiane, è di questo che avevamo bisogno?».

PINI (LEGA), LEGGE ILLEGITTIMA - Gianluca Pini, vice capogruppo della Lega Nord alla Camera ha avvertito: «La legge di stabilità, così come è uscita dalla commissione Bilancio presieduta da un 'distratto' Boccia, è illegittima. Già lo hanno accertato i nostri deputati Guidesi e Borghesi nella seduta notturna e stamattina lo abbiamo denunciato nella conferenza dei capigruppo».

288 MILIONI IN MARCHETTE, VIA O VIETNAM - «La Camera non può licenziare un provvedimento che regala decine di milioni ai soliti amici – ha accusato Pini - a cominciare dai 22 milioni a Debenedetti che non pagherebbe gli oneri di urbanizzazione per Sorgenia. Nel corso della notte scorsa sono stati distribuiti 288 milioni di euro in marchette. E' illegittimo prima ancora che inaccettabile. O il governo e la maggioranza ripuliscono il testo da tutte le marchette rinunciando alla fiducia oppure in aula sarà un Vietnam».

M5S, WEB TAX PEGGIORATA DA PD - Il gruppo del Movimento 5 stelle alla Camera invece ha scritto: «Era difficile peggiorare una norma come quella della 'web tax' ma il testo uscito dalla commissione Bilancio della Camera è riuscito in questa improba impresa. Al di là delle parole di Renzi, che restano solo sulla carta, sta di fatto che resta l'obbligo di aprire una partita Iva per chi voglia vendere pubblicità online in Italia, viene mantenuto il vincolo di acquisto da soggetti in possesso di partita Iva italiana e obbligo di usare sistemi di pagamento come bonifici bancari o postali».

PENALIZZATI I PICCOLI - La nota del M5s ha proseguito: «La riformulazione è il peggior esempio di come una classe politica incompetente e miope possa procurare danni al Paese. Le nuove norme scoraggiano le startup che vogliano investire in Italia, sono penalizzati i piccoli imprenditori italiani, oltre tutto non è previsto alcun nuovo sistema di tassazione. Probabilmente il lettiano Boccia si è fatto spaventare dagli slogan di Matteo Renzi».

ELUSIONE PROBLEMA UE - I grillini hanno concluso: «Nuove norme fiscali imprecise e poco chiare non possono che peggiorare l'isolamento digitale del nostro Paese. Il segnale lanciato agli investitori stranieri con la web tax è l'esatto opposto rispetto all'incentivazione degli investimenti nel nostro Paese, che è gi à adesso sempre meno appetito per i capitali esteri. Il tema dell'elusione fiscale esiste e va sì combattuto, ma con strumenti adeguati e nelle sedi competenti, ovvero a livello europeo, e non può essere affrontato in maniera distinta rispetto a quello della tassazione delle multinazionali».