29 marzo 2024
Aggiornato 14:00
Politiche europee | Crisi del debito

Napolitano critica e rilancia l'Unione europea

Il presidente della Repubblica: «Per riconvincere gli italiani e gli europei sul ruolo dell'Europa dobbiamo discutere di che cosa è il mondo oggi, altrimenti non si capisce quali sono le nuove motivazioni dell'impegno per l'unità. Dobbiamo dare una rappresentazione critica delle politiche anticrisi di questi anni per entrare in sintonia con i sentimento profondi dell'elettorato»

ROMA - «In questa fase di sommovimento della politica italiana non si parla più di politica estera», ha detto il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, parlando a Montecitorio in occasione della presentazione del libro su di lui dal titolo «La via maestra».

SONO PREOCCUPATO - «Sono preoccupato per lo stato del dibattito in Italia - ha aggiunto Napolitano - e se questo libro può sollecitare qualcuno invece che a fare polemiche politiche e prospettazioni elettorali prossime, a occuparsi di Europa e di Europa-mondo ne sarei soddisfatto. Sono molto preoccupato non solo perché non è facile prospettare una linea alternativa a quella prevalsa dal 2008 a oggi, col rischio di apparire improvvisamente negligenti o indifferenti rispetto al dovere di abbattimento del debito pubblico in Italia e alla necessità complessiva di rigore nei conti pubblici europei, ma di come ristabilire il filo di consenso basato sulla comprensione e sul sostegno consapevole al processo europeo».

ENTRARE IN SINTONIA CON ELETTORI - Sono intervenuti anche Pier Ferdinando Casini e Massimo D'Alema. Il presidente ha condiviso l'analisi fatta dal presidente della commissione Esteri del Senato: «Ha ragione Casini, non possiamo opporre l'euroretorica alle pulsioni antieuropee, ossia una rappresentazione acritica del processo, siamo d'accordo che questo è impossibile e sterile, dobbiamo dare una rappresentazione critica dell'Europa e delle politiche anticrisi di questi anni per entrare in sintonia con i sentimento profondi dell'elettorato».

RISCHIO DI IRRILEVANZA - Napolitano ha quindi sottolineato: «Se perdiamo la fiducia di recuperare consenso con argomenti razionali non si sa più quale strada prendere. Per riconvincere gli italiani e gli europei sul ruolo dell'Europa dobbiamo discutere di che cosa è il mondo oggi, altrimenti non si capisce quali sono le nuove motivazioni dell'impegno per l'unità europea. Le nuove motivazioni riguardano anche la Germania, ha detto pubblicamente la signora Merkel ma lo ha detto anche in privato - ha raccontato il capo dello Stato -, che la Germania non può avere illusioni di autosufficienza e che corre gli stessi rischi di irrilevanza che corre l'Europa in un mondo che è cambiato. Questo dato è fondato su dati che segnalano la perdita di peso dell'Europa sulla produzione mondiale, cosa che è scontata, dobbiamo convincerci che non è scontata una perdita di peso e una irrilevanza dell'Europa dal punto di vista del nostro contributo all'evoluzione della civiltà mondiale per i valori di cui siamo portatori, per il modello che abbiamo voluto offrire, dobbiamo credere nella possibilità di trasmettere queste convinzioni».

UE AUTOREFERENZIALE - Per il presidente della Repubblica non c'è una «prospettiva per i singoli paesi al di fuori dell'unità e dell'integrazione» ma è necessario «riacquistare un ruolo sul piano internazionale, ma temo che in campagna elettorale sarà arduo parlare di questi temi, di politica estera, non se ne parla più per nulla» anche perché c'è «questa tendenza delle istituzioni Ue a ripiegarsi su stesse e a parlare solo dei problemi interni all'Ue, una tendenza che è stata fatale per lo sviluppo e la costruzione di una politica estera e di sicurezza comune i cui limiti sono rimasti gravissimi e dovremo cercare di superarli».

DA 5 ANNI UE PARLA SOLO DI FINANZA - «Se si leggono le conclusioni dei consigli europei degli ultimi 5 anni bisogna provvedersi di un codice, perché sono scritti in un codice tecnico-economico-giuridico - ha obiettato Napolitano -, ma cosa c'è di riferimenti alla politica estera consistenti? Si è discusso sempre e solo di questioni economico-finanziaria. Si è rimpicciolita l'immagine dell'Europa, questo dovrebbe far parte di una controffensiva europea, la restituzione dell'idea di Europa in tutte le sue dimensioni. Esiste ad esempio un'Europa del diritto, qualcosa di storicamente senza precedenti, ma è stato messo in ombra», insomma «ridare slancio all'idea di Europa credo che sia 'la via maestra' per riconquistare consenso sapendo che è molto, molto difficile».

MONDO CI AMMIRA - Il capo dello Stato ha concluso: «Sono ancora sorpreso del fatto che nonostante i nostri guai e limiti si guardi all'Europa da qualsiasi continente con grande ammirazione per ciò che abbiamo saputo costruire. Tutti gli ambasciatori che vengono ad accreditarsi - ha raccontato - vogliono parlare non solo di rapporti bilaterali per dei loro rapporti con l'Ue. Una personalità cinese una volta mi disse che guardava con interesse all'Europa perché 'rimane la più grande comunità di paesi sviluppati'. Ecco oggi rischiamo di non apparire più così se non ci sviluppiamo più, se perdiamo quote importanti di sviluppo e se non abbiamo una capacità di parola e iniziativa sulle grande questioni mondiali».