2 maggio 2024
Aggiornato 22:30
LEGGE DI STABILITA'

«171 a 135 è un risultato molto importante, ci dà forza, coesione per tutto il 2014»

RP | RP | Letta: «C'è una rappresentazione mediatica che vuole che 171 senatori sia un numero risicato: non è così. sono numeri giusti e userò questa forza con determinazione per accelerare sulle riforme». A Fi: «Mi aspetto le loro dimissioni»

ROMA - «171 a 135 è un risultato molto importante che ci dà forza, coesione e prospettiva per tutto il 2014», ha detto il Così il premier Enrico Letta, sulla fiducia incassata ieri sul ddl stabilità in Senato dopo l'uscita di Forza Italia (Fi) dalla maggioranza.

ORA GOVERNO PIU' FORTE - Letta ha osservato che in queste ore «c'è una rappresentazione mediatica che vuole che 171 senatori sia un numero risicato: non è così. E' una maggioranza larga, importante che ha fatto stanotte chiarezza, è più forte perché più unita e più coesa. E' un messaggio che dovevo dare per evitare che crescesse questa idea che da qualche parte si vuole far passare, ovvero che sia una maggioranza risicata: non è così, non sono numeri insufficienti, sono numeri giusti e sono coesi e userò questa forza con determinazione per accelerare sulle riforme».

Il premier ha ricordato: «Solo in un caso, Berlusconi nel 2008, ci fu una maggioranza con più di 171 voti, ovvero 173 voti».

DIMISSIONI DA FI - Quanto al suo esecutivo il presidente del Consiglio ha specificato: «Il tema della squadra di governo non si pone, resta così com'è. Ma mi aspetto decisioni conseguenti da parte dei componenti del governo che hanno scelto Fi, ovvero le loro dimissioni». Secondo Letta: «Oggi c'è più forza e più coesione, perché gli scontri avvenuti mi sembrano oggi alle spalle, possiamo lavorare meglio. Resta un governo con forze diverse e alternative tra di loro, e rimane la necessità di incontro».

CONSULTAZIONE CON NUOVA MAGGIORANZA - A tal proposito il capo del governo ha annunciato un «giro di consultazioni» con i partiti che compongono la sua maggioranza, grazie al quale «capiremo come incarnare questo rafforzamento, questa maggiore unità e coesione. Non lo potrò completare prima dell'8 dicembre per ragioni evidenti», ovvero l'elezione del nuovo segretario del Partito democratico (Pd): «Il giorno dopo le primarie mi confronterò con il nuovo segretario Pd, sarà un confronto positivo». Il premier ha aggiunto che «sicuramente con gli 'shareholders' della maggioranza parleremo anche di legge elettorale. Ho sempre pensato che le riforme costituzionali ed istituzionali debbano essere fatte cercando il consenso di tutto il Parlamento, a partire dalla maggioranza ovviamente ma cercando il confronto con tutti e su questo la nostra posizione non cambi».

ORIZZONTE NON CAMBIA - Infine Letta ha ribadito che l'orizzonte temporale del governo «non cambia, resta quello del 29 aprile (18 mesi, ndr). Rimaniamo su quel solco e con quell'orizzonte, con maggiore impegno per applicare quel programma».

PASSA DDL BILANCIO - L'esecutivo ha incassato l'ok del Senato anche sul ddl bilancio, con 162 voti favorevoli e 115 voti contrari. Il pacchetto manovra (ddl bilancio e ddl stabilità) è passato ora all'esame della Camera, in seconda lettura.

PACCHETTO MANOVRA - Il passaggio tormentato in Senato della manovra - con la commissione Bilancio che non è riuscita a concludere l'esame e a dare il mandato al relatore - ha apportato alcune modifiche al testo, ma molte questioni sono state rimandate all'iter a Montecitorio (tra cui la sdemanializzazione delle spiagge). Tra le novità principali del maxiemendamento, la deducibilità al 30 per cento dei beni strumentali delle imprese e la sperimentazione sul reddito minimo garantito attraverso una stretta sul contributo di solidarietà per le pensioni d'oro. Modificate inoltre le norme sulla tassazione sulla casa e il cuneo fiscale.