6 maggio 2024
Aggiornato 06:00
Istruzione

Sulla scuola Letta incassa l'ok di sindacati, PD e PDL. SEL all'attacco

Cgil: «Primo passo per invertire devastazione. Su ricerca mancano risorse». Epifani: «Bene. Il settore da troppo tempo era lasciato allo sbando». Sinistra ecologia e libertà: «Decreto emergenziale, dove sono investimenti?»

ROMA - Pareri favorevoli sul decreto scuola varato dall'ultimo Consiglio dei ministri, sia da parte dei sindacati, che da Partito democratico (Pd) e Popolo della libertà (Pdl). Molto dura invece Sinistra ecologia e libertà (Sel).

CGIL, PRIMO PASSO PER INVERTIRE ROTTA - Domenico Pantaleo, segretario Flc Cgil ha detto: «Il decreto approvato oggi dal cdm è un primo passo per invertire le politiche degli ultimi anni che hanno devastato il sistema d'istruzione e ricerca del nostro Paese».
Pantaleo ha continuato: «In attesa di analizzare i contenuti del decreto e la congruità delle risorse stanziate possiamo affermare che si iniziano a raccogliere i primi frutti delle tante iniziative per ridare valore e dignità all'intero sistema della conoscenza e per garantire a tutti il diritto al sapere. Sulla base delle dichiarazioni del governo è condivisibile lo sforzo per migliorare il welfare studentesco, l'eliminazione del bonus maturità, la riduzione dei costi dei libri di testo, gli ulteriori interventi per l'edilizia scolastica e per la lotta alla dispersione anche se le risorse risultano ancora scarse».
Secondo il sindacato è «importante che si sia ristabilito un rapporto stretto tra qualità dell'offerta formativa, stabilizzazione degli organici e investimenti in edilizia, formazione dei docenti e tecnologie». La Cgil ha rivendicato di aver fatto pressioni per «la stabilizzazione dei 27mila insegnanti di sostegno in tre anni, il nuovo piano triennale di assunzione con copertura dei posti vacanti e disponibili per il personale Ata, docente e educativo, le immissioni in ruolo, a gennaio, degli assistenti tecnici e amministrativi, il superamento dei vincoli numerici sul dimensionamento, l'avvio della soluzione delle incivili norme sui docenti inidonei e gli interventi per i dirigenti scolastici».

RISORSE INSUFFICIENTI PER RICERCA - Pantaleo ha però da ridire sulla ricerca: «Riteniamo invece che l'attribuzione di una quota premiale del fondo ordinario agli enti di ricerca sulla base dei risultati della valutazione sulla qualità della ricerca sia profondamente sbagliata in quanto i parametri utilizzati dall'Anvur sono inadeguati. Peraltro poi le risorse sulla ricerca continuano ad essere del tutto insufficienti».
Dalla Cgil hanno concluso, ricordando quanto resta da fare: «Il lavoro nei comparti pubblici deve tornare ad essere un valore e non può più essere penalizzato in termini salariali e di riconoscimento professionale. Il rinnovo dei contratti nazionali nei settori pubblici e il superamento del blocco degli scatti d'anzianità per la scuola non possono più attendere se si vuole favorire il protagonismo dei lavoratori della conoscenza nel migliorare il nostro sistema di istruzione e ricerca».

ANIEF, BENE ASSUNZIONI MA NON SUFFICIENTI - Il piano di 69mila immissioni in ruolo nella scuola italiana, varato oggi dal Cdm, rappresenta «una prima importante risposta» che però, «anche se va nella giusta direzione, non è tuttavia ancora sufficiente», ha scritto in una nota Marcello Pacifico, presidente Anief e segretario organizzativo Confedir.

MANCANO 31MILA CATTEDRE - «Ma non possiamo non rilevare - ha aggiunto - che lo fa con eccessiva prudenza. Rimangono infatti ancora da assumere un terzo dei posti vacanti e disponibili, al di là delle supplenze brevi o delle esigenze sostitutive. Sono almeno 37mila i posti vacanti e disponibili solo sul sostegno, mentre il Governo si è fermato a 26mila stabilizzazioni in tre anni. Considerando anche le cattedre vacanti riguardanti le discipline curricolari, mancano complessivamente 31mila posti oggi rispetto ai 69mila previsti».

Se lo Stato vuole veramente ripartire dalla centralità dell'istituzione scolastica nella vita di milioni di studenti e famiglie italiane, ha proseguito Anief, «sono necessarie altre misure: il piano di assunzioni dovrà presto essere accompagnato dalla cancellazione della riforma Gelmini, dal ripristino di 200mila posti di docenti e Ata e di 2mila scuole autonome cancellate impropriamente negli ultimi sei anni. Quella di confermare il dimensionamento delle scuole è un scelta sbagliata, di cui anche questo governo si dovrà assumere le responsabilità. Anche perché in questo modo si continua ad aggirare quanto stabilito dalla Consulta. Sarebbe stato opportuno ripristinare i valori concordati con le Regioni nel 1999: invece ora gli istituti con meno di 900 alunni saranno accorpati e perderanno il loro dirigente scolastico».

GILDA, VINTA BATTAGLIA SU INSEGNANTI SOSTEGNO - Il coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti, Rino Di Meglio ha commentato: «Il piano triennale di assunzione dei precari della scuola e il rafforzamento dell'organico riguardante i docenti di sostegno sono aspetti positivi che corrispondono a nostre storiche richieste e che, dunque, accogliamo con soddisfazione. Ma sul tappeto resta ancora la questione, per noi fondamentale, degli scatti di anzianità sulla quale ci auguriamo arrivino presto risposte concrete da parte del governo».

PD, ISTRUZIONE TORNA A ESSERE STRATEGICA - Grazie al ministro Carrozza e al Pd si torna ad investire sulla scuola. Lo ha rivendicato il segretario dei Democratici, Guglielmo Epifani, commentando il decreto legge approvato dal governo. «I provvedimenti sulla scuola e l'università assunti dal Consiglio dei ministri su proposta del ministro dell'Istruzione rappresentano il segnale di una netta inversione di tendenza che finalmente si realizza in un settore lasciato per troppo tempo allo sbando», ha sottolineato Epifani.

«Da tempo - ha aggiunto Epifani - il Pd chiedeva di tornare ad investire sulla formazione. Oggi il governo ha fatto un primo, importante passo. Merito del ministro Carrozza e dell'impegno del presidente Letta se dopo la stagione dei tagli a ripetizione decisi da Gelmini, Tremonti e Berlusconi si ricomincia a investire sui giovani, sulla formazione, sugli insegnanti di sostegno, se la scuola e l'università ricevono un'attenzione che lascia ben sperare per il futuro».

VERSO MODELLO PIÙ EUROPEO - Marco Meloni, responsabile Istruzione, università e ricerca del Pd ha aggiunto: «Dopo anni nei quali è stata considerata un peso o un costo da tagliare, l'istruzione ritorna ad essere considerata un investimento strategico per l'Italia. Questi e altri interventi, da quelli che rendono più agevole l'attrazione degli studenti stranieri e promuovono l'uso della rete internet, al potenziamento delle azioni per l'edilizia scolastica, con la cooperazione con la Banca Europea per gli investimenti, disegnano un percorso che deve mirare a rendere più aperto, moderno ed europeo il nostro sistema dell'istruzione».
Meloni ha concluso: «Rendere più istruiti i giovani italiani vuol dire dare a tutti loro maggiori opportunità. Per il Partito Democratico le priorità della scuola sono le priorità per l'Italia, ed è un bene che siano state portate al centro dell'azione di governo. Un primo passo, dunque, finalmente nella direzione giusta».

PDL, BENE SU PARITARIE E NUMERO MINIMO DI ALUNNI - La responsabile scuola e università del Pdl, Elena Centemero, ha espresso «soddisfazione per la decisione di stralciare dal decreto legge le misure relative alle scuole paritarie ed in particolare la parte riguardante il numero minimo di alunni per classe, che avrebbe messo in seria difficoltà l'intero sistema nazionale integrato di istruzione».

Il Pdl, ha aggiunto, «si è fermamente opposto a queste misure che rischiavano di trasformarsi in un intervento punitivo, non andando realmente a colpire il gravoso problema dei cosiddetti 'diplomifici'. Dichiariamo sin da ora la nostra disponibilità ad approfondire con la ministra Carrozza, superando le divisioni ideologiche e le posizioni di parte, i temi della libertà di scelta educativa delle famiglie, della pluralità della scuola pubblica italiana e delle misure di contrasto a fenomeni che inficino la serietà della nostra scuola».

SEL – DECRETO EMERGENZIALE - «Mentre ci accingiamo ad analizzare nel dettaglio i provvedimenti contenuti nel decreto e le relative coperture finanziarie, ci risulta difficile condividere le entusiastiche dichiarazioni di queste ultime ore: 'si torna ad investire sulla scuola' (Letta) o 'finalmente la scuola è al centro della politica nazionale' (Carrozza)». Ha affermato Mariateresa DiRiso, responsabile del settore scuola di Sinistra Ecologia Libertà (Sel).
«Il decreto infatti interviene a poche ore dall'avvio del nuovo anno, con la solita logica emergenziale, per cercare di arginare le urgenze (costi insostenibili per le famiglie, inagibilità degli edifici scolastici, inadeguatezza dei laboratori e delle reti etc) con stanziamenti di gran lunga insufficienti rispetto alle reali esigenze della popolazione studentesca, ma più adeguati forse alla propaganda mediatica, come l'eliminazione del bonus maturità nei test d'ingresso o l'accesso gratuito per i docenti ai musei statali».

MANCANO INVESTIMENTI - «Non capiamo davvero - hanno insistito da Sel - dove siano gli investimenti a sostituzione dei consueti tagli, se per le borse di studio ad esempio sono stanziati 100 milioni di euro, praticamente la stessa cifra dello scorso anno (cioè circa un decimo di quanto stanziato in Francia e un settimo rispetto alla Germania), non capiamo davvero in che modo la scuola sia tornata al centro del dibattito se non si affronta nessuno dei nodi cruciali: una riforma della didattica, la formazione e l'aggiornamento dei docenti, l'innalzamento dell'obbligo scolastico, gli stage, il rapporto tra scuola e mondo del lavoro, la formazione continua, la lotta alla dispersione, la valutazione di sistema. Su quest'ultimo tema, anziché rivedere i parametri del tutto inadeguati utilizzati dall'Anvur per valutare la qualità della ricerca, si attribuisce una quota premiale del fondo ordinario agli enti di ricerca sulla base dei risultati stessi».