4 maggio 2024
Aggiornato 13:00
Palazzo Chigi più vicino

Letta alla stretta finale

Da Berlusconi parole distensive su IMU e Ministri: «Non può fallire». Se troverà la strada spianata il vice segretario del Pd salirà al Quirinale già sabato o domenica per presentare a Giorgio Napolitano la lista dei ministri e giurare prima dell'apertura dei mercati

MILANO - Enrico Letta continua a considerare l'incarico di formare il nuovo Governo «un peso forse più grande» di quello che le sue «spalle possono sopportare», ma dopo la prima giornata di consultazioni l'obiettivo è più vicino. La svolta che rafforza la sua posizione è arrivata dal leader del Pdl, Silvio Berlusconi, fermo sulla volontà di non rinunciare alla sostanza del programma economico proposto, ma allo stesso tempo deciso a evitare strappi: la restituzione dell'Imu non è un totem e se il nuovo esecutivo farà propria la sostanza dell'agenda economica del centrodestra «il nome e cognome dei prossimi ministri non è certo un problema. Nessuno veto e nessuna richiesta da parte nostra». L'unico no pregiudiziale riguarda il dg di Bankitalia Fabrizio Saccomanni perché «abbiamo già dato con i tecnici».

PAROLE DISTENSIVE DA BERLUSCONI - Un fallimento di Letta, per il Cavaliere, sarebbe disastroso: «Non voglio nemmeno pensarci - ha detto al Corriere della sera e al Giornale da Dallas (Usa), dove ha partecipato all'inaugurazione della biblioteca e del museo che celebrano l'amico George W. Bush -. Bisogna muoversi subito, bisogna uscire dalla recessione che uccide l'economia. Letteralmente: ci sono imprenditori che si suicidano, lo vedete anche voi. E io, che sono anche imprenditore, vedo ovunque situazioni terribili, aziende con le spalle al muro. Non c'è tempo da perdere. Ma ho sentito Alfano, sia lui che Brunetta erano soddisfatti: mi sembra che le cose si stiano mettendo bene».
Parole di incoraggiamento sintetizzate da Berlusconi a Letta anche in una telefonata «di trenta secondi», ha precisato ieri il premier incaricato. Oggi il vice segretario del Pd tenterà la stretta finale e valuterà se ci sono effettivamente le condizioni per sciogliere la riserva. Con Berlusconi, che tornerà in serata dal Texas, non è previsto alcun faccia a faccia. Certo è che ieri «la discussione con il Pdl è stata più lunga, quasi due ore, ma d'altronde molte ore ci vorranno ancora perché veniamo da un tempo di diffidenze profonde. Restano differenze significative e serve ancora tempo».

IL GIURAMENTO LA PROSSIMA SETTIMANA? - Se troverà la strada spianata il vice segretario del Pd salirà al Quirinale già sabato o domenica per presentare a Giorgio Napolitano la lista dei ministri e giurare prima dell'apertura dei mercati. In questo caso il voto di fiducia nei due rami del Parlamento avverrebbe nei primi giorni della prossima settimana. Resteranno comunque all'opposizione Sel, la Lega e il Movimento cinque stelle anche se tutti hanno garantito disponibilità a collaborare in Aula su singoli provvedimenti.