18 aprile 2024
Aggiornato 14:30
Politica economica | Spending review

Il Premier «spiega» i sindacati «attaccano»

L'operazione della spending review non è una nuova manovra di finanza pubblica ma l'assunzione di misure strutturali e per evitare l'auemnto dell'Iva servono oltre 4,2 miliardi di euro. E' quanto avrebbe detto il premier Mario Monti nell'incontro con gli enti locali sui tagli

ROMA - L'operazione della spending review non è una nuova manovra di finanza pubblica ma l'assunzione di misure strutturali e per evitare l'aumento dell'Iva servono oltre 4,2 miliardi di euro. E' quanto avrebbe detto il premier Mario Monti nell'incontro con gli enti locali sui tagli. L'obiettivo del governo, hanno spiegato fonti presenti all'incontro, è di eliminare gli sprechi e non di ridurre i servizi. Si dovrà guardare per questo alle priorità rifuggendo alla politica dei tagli lineari. «Per evitare che, ad ottobre, novembre e dicembre, ci sia un aumento dell'Iva, occorrono 4,2 miliardi», ha detto Monti. Ma, secondo il premier «si sono poi aggiunte due esigenze: il tema degli esodati, meglio qualificati come salvaguardati; il, terremoto in Emilia Romagna, Lombardia e Veneto, rendendo la cifra di 4,2 miliardi molto più alta».
Prima il decreto legge di due settimane fa, poi l'incontro di oggi, e la terza fase sarà la riorganizzazione delle amministrazioni periferiche dello Stato. Lo avrebbe spiegato il premier Mario Monti, durante il confronto a palazzo Chigi con gli enti locali sulla spending review. Ai rappresentanti delle autonomie - riferiscono fonti presenti all'incontro - il premier avrebbe assicurato la 'compartecipazione' alle scelte sulla spending review.

Camusso attacca Monti sulla spending review: «Così sprofondiamo» - Sindacati pronti allo sciopero generale contro il piano del governo sulla spending review. «Vedremo quale sarà il decreto che il governo approverà. Ma se saranno confermate le cose che ci hanno detto a Palazzo Chigi sarà inevitabile che si passi dalla mobilitazione allo sciopero». Lo ha ribadito in un'intervista a Repubblica il leader della Cgil, Susanna Camusso, che dopo l'incontro di ieri con il governo si è detta «delusa e arrabbiata», sia per il fatto che da parte del governo ci sia stata «un'informativa reticente e criptica» e «senza alcun confronto», sia perché «c'è una progressiva riduzione del ruolo delle parti sociali».
«Da mesi - ha spiegato Camusso - inseguiamo i problemi che via via vengono creati dal governo. Alla prova dei fatti questo metodo è fallimentare». Quanto alla ridefinizione delle cosiddette piante organiche degli uffici pubblici, Camusso ha commentato: «Questi non sono altro che tagli lineari, non hanno niente a che vedere con una spesa pubblica più efficiente e di maggiore qualità. Ma si può tagliare allo stesso modo di dipendenti del ministero dell'Economia, i vigili del fuoco, gli infermieri di un ospedale o i poliziotti?», si è domandata. Camusso, che contesta al premier Mario Monti la sola logica del rigore, ha osservato: «Ecco, nelle politiche nazionali non ritrovo la stessa fermezza con cui Monti, grazie soprattutto all'arrivo di Hollande in Francia, ha contrastato le misure di austerity senza crescita. Questa, piuttosto, mi pare una contraddizione». Il leader della Cgil condivide comunque la necessità di ridurre i costi della pubblica amministrazione e suggerisce di tagliare «tutte le consulenze, per esempio. Valgono 1,5 miliardi. Si possono dichiarare esuberi e poi rivolgersi ai consulenti?». E ancora: «Abolire le società controllate al 100% dagli enti locali e che non forniscono servizi ai cittadini. Sono solo poltrone in meno per la politica».