Liberalizzazioni, Monti: Toccati interessi vivi in Parlamento
Il Presidente del Consiglio: Emendamenti migliorativi? Sta esaminando Catricalà.... Rutelli (Api): Avanti con le riforme, ok in tempi certi. Maroni (Lega): Disobbedienza su accentramento tesorerie. Belisario (Idv): No alla fiducia o colpi di mano su emendamenti
ROMA - Ospite a Rapporto Carelli su Sky, il presidente del Consiglio, Mario Monti, non si è sbilanciato su quale delle migliaia di emendamenti presentati in Senato sul dl liberalizzazioni possa essere considerato migliorativo. «Il lavoro in dettaglio lo fanno miei colleghi con il presidio centrale del sottosegretario Catricalà - ha detto - se ci sono emendamenti migliorativi preferisco non spacchettare qualcosa che può essere solo unitario».
La presentazione dei tantissimi emendamenti è per il premier «espressione della reazione di corpi vivi». «Gli interessi che si vanno a toccare - ha specificato - sono tantissimi e riguardano tantissime categorie o presenti in Parlamento o con vicinanza politica a questo o quel partito. Uno dei vantaggi di questa strana formula di governo che c'è ora è poter chiamare a contributo tutti, ridurre i privilegi di tutte le categorie per una soluzione bilanciata, l'ho chiamata 'disarmo laterale'».
Rutelli (Api): Avanti con le riforme, ok in tempi certi - «Avanti con le riforme, con le correzioni fondamentali», il decreto sulle liberalizzazioni va approvato «in tempi certi». Lo ha scritto sulla sua pagina Facebook il capogruppo del Terzo polo in Senato Francesco Rutelli.
Rutelli ha fatto sapere che domani alle 12 riunirà «il Gruppo Api-Fli per il Terzo Polo: stabiliremo le nostre proposte prioritarie - dopo avere ritirato buona parte degli emendamenti per agevolare il lavoro del governo - sul decreto liberalizzazioni».
Maroni (Lega): Disobbedienza su accentramento tesorerie - «Chiunque deve ribellarsi» contro l'accentramento delle Tesorerie Comunali, perchè l'indipendenza dei centri di spesa dei comuni «è un principio scritto nella Costituzione materiale del nostro Paese». E' la tesi di Roberto Maroni, che a Radio24 si è scagliato contro l'articolo 35 del decreto Liberalizzazioni, all'esame del Senato. Secondo il leghista, questa «è una norma che vale 8,6 Miliardi di euro l'anno e varrà fino al 2014. Una lesione dei principi del federalismo - ha detto l'ex ministro dell'Interno - che rappresenta la politica del gambero sul federalismo, ma che è anche una lesione dei principi fondamentali della nostra Costituzione».
Secondo Maroni, poi, quelli depistati nelle tesorerie «sono soldi dei Comuni e dei cittadini che i Comuni hanno perchè hanno risparmiato e non perchè qualcuno glieli ha regalati. Sono soldi che i Comuni spendono per pagare i loro fornitori, che sono piccole e medie aziende, che danno servizi e forniture ai Comuni e che sono in credito per 60 miliardi di euro e che oggi rischiano di chiudere. Quindi questa manovra rende ancora più difficile la vita dei Comuni e dei cittadini perchè diminuiscono i servizi». Per Maroni, insomma, «mettere questa norma nel decreto sulle liberalizzazioni suona come una beffa, rispetto al contenuto del decreto stesso». «Non è una questione di Lega, e non è una questione di appoggiare o no il Governo Monti. E' una questione Istituzionale, Costituzionale che lede un principio sacrosanto dell'autonomia dei Comuni».
Belisario (Idv): No alla fiducia o colpi di mano su emendamenti - «Le liberalizzazioni devono essere incisive e ad ampio raggio, altrimenti la fase del cresci-Italia diventa solo una presa in giro agli italiani. I lobbysti che si aggirano a frotte in Senato per difendere interessi di bottega non si avvicinano neanche al nostro Gruppo perché sanno che troverebbero la porta chiusa. L'IdV vuole modificare radicalmente un decreto deludente nell'interesse esclusivo del Paese e dei cittadini». Lo dichiara Felice Belisario, presidente del Gruppo Italia dei Valori al Senato.
«Abbiamo presentato le nostre proposte - aggiunge Belisario - per favorire l'apertura del mercato bancario, assicurativo, energetico e dei trasporti. Chiediamo di cancellare il vergognoso regalo delle frequenze tv, per garantire la concorrenza nel settore e far incassare allo Stato diversi miliardi di euro. Vogliamo contribuire a superare le resistenze dei poteri forti che hanno messo le ganasce alla nostra economia. Su questi punti l'Italia dei Valori vuole un confronto serrato, per questo ci opponiamo fermamente a qualsiasi ipotesi di fiducia sul provvedimento o di colpi di mano sull'ammissibilità degli emendamenti. Il Parlamento - conclude Belisario - non può essere usato dal Governo come una carta copiativa».