19 aprile 2024
Aggiornato 09:30
Il Premier riceverà Alemanno, ma l'ok ai Giochi è in bilico

Monti vuole lo «sprint» sulle liberalizzazioni. Resta la «grana» Olimpica

Il presidente del Consiglio ha avuto stamane una colazione di lavoro con il presidente della Repubblica tedesca Christian Wulff, parti sociali provenienti da Berlino e i tre leader confederali Bonanni, Camusso e Angeletti. Casini: Chi vuole bene a Monti non lo coinvolga per 2013

ROMA - La prima preoccupazione di Mario Monti è quella di chiudere bene - e presto - il capitolo liberalizzazioni. Il secondo è quello di proseguire nel serrato confronto con le parti sociali per riformare il mercato del lavoro e tenere a bada le richieste che arrivano dai partiti, mostrando nel contempo ai mercati e ai partner stranieri che la nuova fase inaugurata dal governo è destinata a produrre frutti. Intorno all'esecutivo, però, si registrano le spinte contrapposte dei partiti, destinate a materializzarsi dopo le elezioni amministrative.

Colazione di lavoro con il Presidente Wulff e i sindacati - Il presidente del Consiglio ha avuto stamane una colazione di lavoro con il presidente della Repubblica tedesca Christian Wulff, parti sociali provenienti da Berlino e i tre leader confederali Bonanni, Camusso e Angeletti. Durante l'incontro a villa Madama, Monti avrebbe comunque ribadito le ragioni del rigore, pre-condizione per la crescita. Mostrando nel contempo attenzione per l'evolvere della crisi greca. A sera, invece, è previsto il ricevimento al Quirinale per Wulff, al quale prenderanno parte anche leader di maggioranza come Pier Ferdinando Casini e Pier Luigi Bersani, ma anche Franco Frattini. Né la colazione di lavoro con i i sindacati, né l'incontro in un contesto ufficiale come quello del Colle - ufficialmente - possono servire a fare il punto sulla stringente attualità politica. Eppure anche oggi nei partiti c'è chi ipotizza che Monti in entrambe le circostanze possa aggiungere alcuni tasselli al confronto con parti sociali e forze di maggioranza.

Domani, poi, Monti presiederà il consiglio dei ministri. E' imminente l'ufficializzazione della posizione dell'esecutivo sulla candidatura di Roma alle Olimpiadi del 2020. Fonti di Palazzo Chigi negano che sia in agenda un incontro con il sindaco Gianni Alemanno, come precedentemente annunciato dallo stesso primo cittadini capitolino. Eppure, sentendo chi conosce le vicende del Campidoglio, la circostanza dell'incontro sarebbe stata concordata con un «mediatore» dell'eccellenza, Gianni Letta, e comunque domani si terrà la riunione con Alemanno e il Comitato. L'ora sarà però fissata in mattinata. Ma il via libera ai Giochi da parte dell'esecutivo non appare in queste ore per nulla scontato.

L'iter del Decreto liberalizzazioni - Ufficialmente non è in agenda alcun incontro fra i tre leader e il presidente del Consiglio. Eppure dai partiti assicurano che il punto andrà fatto presto, e che dal governo sarebbe arrivato un invito a identificare pochi, sostanziali punti sui quali intervenire. Toccherà poi all'esecutivo sancire l'accoglimento delle proposte migliorative, suggellando l'intesa in un incontro tra il premier e «ABC». Anche perché, a sentire chi in Parlamento ha un filo diretto con l'esecutivo, il Presidente del Consiglio avrebbe ribadito l'intenzione di fare in fretta, evitando le «sabbie mobili» rappresentate dalla valanga di emendamenti presentati al Senato. Altrimenti la strada - considerata fra l'altro inevitabile sia da Pd che dal Pdl - sarà una e obbligata: la fiducia. Anche sul mercato del lavoro, d'altra parte, Monti sembra intenzionato ad accelerare, visto che l'esecutivo ha convocato per mercoledì il tavolo con le parti sociali.

PD e PDL in tensione - Sono però i due partiti principali, Pd e Pdl, a rappresentare in questo momento la faglia per possibili tensioni capaci di rendere più instabile il governo. Il Pd è scosso dal caso delle primarie di Genova e guarda con un pizzico di preoccupazione al dibattito sulla riforma del mercato del lavoro. Angelino Alfano - che oggi ha incontrato Silvio Berlusconi nella residenza lombarda dell'ex premier - è alle prese con un partito in crescente fibrillazione. La novità di queste ore è che però a scalpitare non sono soltanto i falchi anti-governativi, ma l'ala moderata e filo-montiana. Sono gli scettici già usciti allo scoperto nelle ultime settimane del governo Berlusconi, ai quali si aggiungono altri moderati pronti a strappare per confluire nel progetto terzopolista, capitanato dall'Udc.
L'idea è quella di dar vita a un contenitore nel quale confluirebbero le forze del Terzo Polo - oggi Fini ha invocato un nuovo cantiere politico - ma anche spezzoni di Pd e Pdl, senza escludere profili tecnici. Un partito della nazione, in continuità con il governo di salvezza nazionale varato da Monti, pronto a ripetere l'esperienza anche nel 2013. Non è un caso che dall'Udc, nel fine settimana, siano giunte suggestioni che andavano nella direzione del Monti bis.

Casini: Chi vuole bene a Monti non lo coinvolga per 2013 - «Concordo con Alfano: chi vuole bene a Monti eviti di tirarlo in ballo». Lo ha detto il leader dell'Udc, Pier Ferdinando Casini, interpellato in una conferenza stampa alla Camera su una eventuale candidatura a premier nel 2013 di Mario Monti.
L'attuale presidente del Consiglio è «terzo rispetto ai partiti, non credo si candiderà con nessun partito. Non è una questione all'ordine del giorno».
Quanto all'intervista del portavoce Udc, Antonio De Poli, che parlava proprio di una candidatura di Monti a Palazzo Chigi l'anno prossimo, Casini ha detto: «Assolvo De Poli, ha detto cose che vorrebbero tutte le nostre periferie, ma penso che per troppo amore si muore».

Fini: Il Governo si muove con coraggio, prende di petto vecchi tabù - «Nonostante tanti sacrifici» c'è un «consenso popolare» che sostiene l'azione del governo Monti, «è figlio del fatto che l'esecutivo è animato da un interesse nazionale e non di parte - salvare l'Italia dal baratro - e si muove con coraggio prendendo di petto vecchi tabù (mercato del lavoro, pensioni, liberalizzazioni) e vaste fasce sociali (evasori fiscali) che, per ragioni opposte, sia il centro-destra che il centro-sinistra hanno ignorato o blandito per non perdere voti». Lo ha sottolineato il presidente della Camera, Gianfranco Fini, in un editoriale pubblicato sul sito di Futuro e libertà.