18 agosto 2025
Aggiornato 11:30
Il Governo Monti e i Partiti

Liberalizzazioni, il PDL chiede voce in capitolo: Colpire i potentati

«No dl prendere o lasciare». Pesano il calo nei sondaggi e le amministrative. Nell'ottica di «bilanciamento» degli oneri elettorali, il partito di Alfano ha chiesto che le liberalizzazioni viaggino di pari passo con la riforma del mercato del lavoro: terreno, questa volta, scivoloso per il PD

ROMA - Quanto riusciranno ad ottenere, ancora non è dato sapere. D'altra parte, se c'è una cosa che Mario Monti ha messo in chiaro con i partiti è che, ferma restando l'intenzione di contemperare le varie esigenze e di avere orecchie pronte all'ascolto, il governo questa volta non frenerà sulle liberalizzazioni. Nonostante la doverosa premessa, tuttavia, al termine dell'incontro tra il premier e la delegazione del Pdl a palazzo Chigi, un alto dirigente del partito sentenzia: «Siamo abbastanza soddisfatti, poteva andare peggio».

Servono liberalizzazioni ampie - Mentre infatti i tassisti protestavano rumorosamente fuori dalla sede del governo, il segretario Angelino Alfano e i capigruppo di Camera e Senato, Fabrizio Cicchitto e Maurizio Gasparri, spiegavano al presidente del Consiglio che le liberalizzazioni devono essere più ampie, che non si possono colpire solo auto bianche e farmacisti, ma che si deve intervenire anche sui «potentati», per esempio nel settore dei trasporti e dell'energia. E Monti, sostengono fonti del Pdl, avrebbe ribadito che i provvedimenti saranno ad ampio raggio. Al Professore, la delegazione guidata da Alfano avrebbe d'altra parte ricordato che il Pdl è pur sempre il partito di maggioranza relativa e che i suoi voti sono determinanti per l'approvazione di qualsiasi provvedimento. Dunque, il messaggio è stato più o meno questo: stavolta non possiamo consentire pacchetti «prendere o lasciare».

Preoccupa il calo nei sondaggi e le amministrative - Per il Pdl, d'altra parte, quello delle liberalizzazioni rappresenta una sorta di terreno su cui rimarcare la propria «identità» dopo questi primi mesi di appoggio al governo Monti, ivi compreso il voto sul decreto salva-Italia e annesse tasse. Ed è anche per questo che sul tema ha cominciato da giorni a mettere in campo i vari distinguo. Ieri era stato Silvio Berlusconi a dire che il Pdl avrebbe dato il via libera «solo a quelle utili» mentre oggi Fabrizio Cicchitto ha sottolineato che il governo deve agire sui «grandi interessi» e «sentendo tutti». D'altra parte le elezioni amministrative sono alle porte e i sondaggi degli ultimi tempi non sono certo incoraggianti per il Pdl che si trova, peraltro, a dover contemperare l'esigenza di tenere viva la sua anima liberale e di non scontentare categorie, come appunto tassisti e farmacisti, considerate «amiche». E' anche in quest'ottica di 'bilanciamento' degli oneri elettorali, che il partito di Alfano ha chiesto che le liberalizzazioni viaggino di pari passo con la riforma del mercato del lavoro: terreno, questa volta, scivoloso per il Pd.