Legge elettorale: Di Pietro, avremo le firme per il referendum
Il leader IDV: «Nuova legge dovrà essere per sistema bipolare». Finocchiaro: Tutto è meglio del «Porcellum». 64 costituzionalisti firmano per il referendum. Ermanno Olmi firma in Comune Asiago
ROMA - «Grazie alla collaborazione della società civile e di altre formazioni politiche l'obiettivo delle firme da raggiungere per il referendum sulla legge elettorale sarà conseguito». Lo ha detto Antonio Di Pietro a Otto e mezzo.
«Qualunque legge si farà dopo - ha aggiunto il leader Idv - dovrà essere per il sistema bipolare e maggioritario. Quello che contesto con termini forti e forse non azzeccati è che non posso accettare che una terza formazione (ossia l'Udc, ndr) stia da una parte e dall'altra».
Finocchiaro: Tutto è meglio del «Porcellum» - «Prima del Pdl abbiamo presentato alla Camera e al Senato una proposta di legge elettorale, approvata quasi all'unanimità dal nostro partito, che ovvia ad alcuni difetti del Mattarellum. Ma è logico che se non riuscissimo ad approvare la riforma in Parlamento e venisse il referendum, tutto è meglio del Porcellum». Lo ha affermato la capogruppo del Pd al Senato, Anna Finocchiaro, commentando la riapertura anche nel Pdl del confronto sulla legge elettorale, mentre i referendari raccolgono le firme sui loro quesiti.
Ecodem aderiscono alla raccolta firme: «Occorre riforma» - Gli «Ecodem» aderiscono alla raccolta di firme per il referendum elettorale. «Occorre una riforma», ha detto il presidente degli «Ecodem» Fabrizio Vigni: «Gli Ecodem aderiscono alla raccolta delle firme per il referendum abrogativo dell'attuale legge elettorale. Nelle settimane scorse molti esponenti nazionali dell'associazione ecologista che fa riferimento al Pd avevano sottoscritto il quesito referendario; l'esecutivo nazionale ha ora ufficialmente comunicato l'adesione dell'associazione, annunciando al tempo stesso l'impegno a raccogliere le firme con banchetti che saranno allestiti in numerose città, a cominciare da Roma».
«Cancellare l'indecente legge Porcellum e riformare il sistema elettorale - ha aggiunto - rappresenta una condizione necessaria per ridare credibilità e dignità al ruolo del Parlamento; - spiega il presidente nazionale Ecologisti Democratici Fabrizio Vigni - il referendum dà voce e forza ad una esigenza di rinnovamento della politica, ed al tempo stesso è un potente stimolo al Parlamento perché approvi una buona riforma».
Ermanno Olmi firma in Comune Asiago per il referendum - Il regista Ermanno Olmi ha firmato assieme a sua moglie per il referendum elettorale. Ne dà notizia il comitato promotore. «Era questo il secondo tentativo di firmare. Il primo infatti era andato a vuoto perchè, come altri Comuni, anche quello di Asiago, non abituato a svolgere questo adempimento istituzionale aveva di sua iniziativa dichiarato conclusa la raccolta alla fine di agosto. La sua riapertura su intervento specifico del Comitato referendario per i collegi uninominali allertato dallo stesso Olmi - spiega la nota -, ha consentito finalmente oggi al grande regista di apporre la sua firma, che, in una telefonata con il coordinatore politico Arturo Parisi, ha dichiarato di essere ispirata a sentimenti di piena 'partecipazione e solidarietà' alla battaglia per la democrazia promossa e animata dal Referendum contro il Porcellum».
Era oggi l'ultimo giorno per la sottoscrizione nei Comuni. Secondo le indicazioni del Comitato nazionale da domani i Comuni sono invitati a spedire a Roma i moduli raccolti dopo averli corredati con le certificazioni previste dalla legge.
64 costituzionalisti firmano per il referendum - Sono finora 64 i costituzionalisti che hanno firmato per il referendum e dato la propria piena adesione all'iniziativa. Ecco il testo dell'appello, promosso da Andrea Morrone e Renato Balduzzi e firmato, tra gli altri, da Valerio Onida, Alessandro Pace, Federico Sorrentino, Sergio Bartole e Augusto Barbera, oltre che da moltissimi costituzionalisti delle generazioni più giovani: «Il sistema politico italiano sembra essere in stallo, mentre la questione morale e la crisi economica scuotono il nostro Paese e ne scalfiscono le basi di convivenza civile. In questa situazione i sottoscritti professori universitari ordinari di diritto costituzionale e di diritto pubblico avvertono su se stessi l'onere etico di non tacere e di invitare i cittadini elettori a manifestare, nelle forme democratiche, la loro indignazione».
«Sentiamo di non poter perdere l'occasione data dalla raccolta di firme per un referendum abrogativo della legge elettorale vigente per Camera e Senato - prosegue l'appello - che è stata non casualmente qualificata dai suoi stessi promotori come una 'porcata'. E forse davvero il vocabolario italiano non conosce parole più eleganti per qualificare una legge che spezza il rapporto tra elettori ed eletti, sostituisce a questi ultimi un Parlamento di 'nominati', impedisce all'elettore qualunque scelta razionale e consapevole dei suoi rappresentanti.
Così facendo, la legge elettorale vigente scardina alla base l'equilibrio e lo spirito della nostra Costituzione, sia perché rende un simulacro l'esercizio del diritto di voto riconosciuto nell'art. 48 della Costituzione, sia perché, minando alla base il rapporto di fiducia con i cittadini, attenua e immiserisce il ruolo dei partiti politici quale strumento perché i cittadini possano concorrere a determinare la politica nazionale (art. 49 Cost.). Ecco perché le due richieste referendarie volte ad abrogare in tutto o in parte la legge vigente e a ripristinare il cosiddetto 'Mattarellum' costituiscono un'occasione imperdibile per ridare base e senso al nostro sistema politico, stimolando il Parlamento a compiere il suo dovere di dotare l'Italia di una legge elettorale all'altezza della Costituzione e della dignità del popolo italiano. Ci sentiamo pertanto di invitare i cittadini elettori, quale che sia il loro orientamento politico-partitico, a firmare, entro il 25 settembre, le due richieste di referendum elettorale».
Hanno firmato: Vittorio Angiolini, Augusto Barbera, Sergio Bartole, Enzo Balboni, Renato Balduzzi, Raffaele Bifulco, Roberto Bin, Marina Calamo Specchia, Paolo Caretti, Massimo Carli, Paolo Cavaleri, Alfonso Celotto, Angelo Antonio Cervati, Pietro Ciarlo, Stefano Maria Cicconetti, Pasquale Costanzo, Salvatore Curreri, Antonio D'Aloia, Luigi D'Andrea, Gian Candido De Martin, Gianmario Demuro, Giovanni Di Cosimo, Giuseppe Di Gaspare, Giampiero Di Plinio, Guerino D'Ignazio, Filippo Donati, Damiano Florenzano, Tommaso Giupponi, Riccardo Guastini, Guido Guidi, Aldo Loiodice, Isabella Loiodice, Elena Malfatti, Alessandro Mangia, Stelio Mangiameli, Luca Mezzetti, Roberto Miccù, Andrea Morrone, Giovanni Moschella, Nicola Occhiocupo, Valerio Onida, Romano Orrù, Alessandro Pace, Maurizio Pedrazza Gorlero, Roberto Pinardi, Cesare Pinelli, Annamaria Poggi, Fabrizio Politi, Salvatore Prisco, Saverio Regasto, Angelo Rinella, Antonio Ruggeri, Antonio Saitta, Carmela Salazar, Roberto Scarciglia, Antonella Sciortino, Stefano Sicardi, Federico Sorrentino, Rolando Tarchi, Vincenzo Tondi della Mura, Roberto Toniatti, Maria Paola Viviani Schlein, Alessandro Torre, Giuseppe Verde.
Ceccanti (Pd): «Cade alibi inammissibilità quesiti» - «Mentre un ministro del governo si inventa un inesistente referendum per la secessione e per dividere dunque il Paese, è importante che una gran parte della dottrina costituzionalistica, in profonda sintonia col grande movimento civile di queste settimane, esprima il proprio sostegno al referendum che unisce mettendo in mora la pessima legge elettorale vigente». Lo dichiara in una nota il senatore del Pd Stefano Ceccanti a proposito dell'appello di 64 costituzionalisti a firmare per il referendum di abrogazione della legge elettorale.
«Cade così l'alibi dell'inammissibilità dei quesiti - spiega Ceccanti - usata per lo più strumentalmente in sede politica da parte di chi vuole tornare a votare con questa legge. Per questo è importante che si faccia ogni sforzo possibile in questi ultimi giorni in questa importante battaglia civile, al di là di ogni logica di parte».
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