Legge elettorale: Parisi, i partiti tradiranno i referendum
Siamo ancora qui ai moniti del Presidente della Repubblica. Prevedo un «porcellum» più sporco o ci teniamo quello di 7 anni fa. L'ex Premier Prodi: La volontà dei cittadini massacrata da partiti
BOLOGNA - Gli «sherpa dei partiti» sono «immobili» davanti alla riforma della legge elettorale, o ancora peggio lavorano «per tradire il referendum». Lo ha detto Arturo Parisi, presidente del Comitato del referendum per la riforma della legge elettorale, nel suo intervento al convegno «Democrazia? Democrazia!» organizzato a Bologna. Le previsioni, secondo l'ex ministro durante il Governo Prodi, sono «un porcellum più sporco di prima» o «tenersi quello di 7 anni fa» visti i tempi sempre più ristretti che separano le prossime elezioni politiche.
Sono passati otto mesi dal referendum - «Sono passati otto mesi da quando, sotto l'onda di piena del 1,2 milioni di firme del referendum, gli esponenti dei partiti si erano precipitati a dire 'facciamo tutto subito e in pochi giorni'. Ma sono passati otto mesi - ha spiegato Parisi - e pochi sono i mesi che ci restano a disposizione» prima delle elezioni politiche. «So quindi che la democrazia è indifesa perché si affida per la sua rappresentanza ad una legge indifendibile - ha continuato -. Se in questi giorni si fosse svolto il referendum, sarebbe stata una festa, che avrebbe consentito ai cittadini di far ripartire la nostra democrazia. Invece siamo ancora qui ai moniti del Presidente della Repubblica e all'immobilismo o al lavorio degli sherpa dei partiti che finiranno per tradire il referendum».
Le «peggiori previsioni», secondo il parlamentare del PD «si stanno avverando: o un porcellum più sporco di prima o tenerci quello di sette anni fa, imposto con un colpo di mano ai cittadini. Oggi non sappiamo niente delle regole, delle proposte in campo e dei proponenti - ha rincarato -. Avremo un Hollande italiano eletto dai cittadini? Sapremo la sera stessa delle elezioni chi è chiamato a guidare il paese? Oppure assisteremo ad una serie di consultazioni inconcludenti tra partiti, come vediamo adesso in Grecia, in un film da Prima Repubblica».
Prodi: La volontà dei cittadini massacrata da partiti - La cosa più «tragica» avvenuta in Italia negli ultimi anni è stato non tenere conto e della volontà popolare manifestata in più occasioni con i referendum: il sistema dei partiti l'ha massacrata. Per Romano Prodi non c'è motivo di aspettare così tanto tempo per «ridare sovranità al Paese» attraverso la riforma della legge elettorale.
Nel suo intervento all'iniziativa «Democrazia? Democrazia!» promossa a Bologna, a cui hanno partecipato tra gli altri Arturo Parisi (Pd), Alfonso Iozzo (Movimento Federalista Europeo) e Angelo Panebianco (docente e editorialista), l'ex presidente del Consiglio si è soffermato sulla necessità di arrivare in tempi rapidi ad una riforma della legge elettorale perché in Italia adesso c' una «sovranità limitata». La riforma, secondo Prodi, servirebbe proprio per «far riacquistare sovranità al paese» proprio come è successo con le elezioni in Grecia e in Francia.
«In Italia - ha spiegato il Professore - c'è una storia dei referendum ripetutamente vinti e di volontà dei cittadini massacrati dal sistema dei partiti» e questa «è una delle cose più tragiche del nostro Paese». «Che cosa si aspetta a tenere conto della volontà popolare e della necessità di recuperare sovranità? - si è chiesto Prodi - non è sufficiente la dissoluzione del sistema di oggi? ma cosa si aspetta?».
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